ninosutera
Il nuovo corso
dei
Servizi allo Sviluppo
Rivoluzione
nelle tre “P”
Pac, Pan e
Psr. costituiscono una vera sfida per le
imprese agricole e più in generale per
il mondo rurale
Il ruolo
dei servizi di sviluppo agricolo.
I servizi per l’agricoltura sono e sono state una realtà
complessa e in continua evoluzione nella
quale vengono di norma annoverati i supporti tecnici ed economici e ogni
altra forma di diffusione di
informazioni e innovazioni che consentono alle imprese di esprimere al
meglio le proprie capacità economiche e
sociali minimizzando le influenze negative di vincoli, rischi, o dovuti a carenza di conoscenza del
contesto. Dagli anni ottanta ad oggi essi sono stati spesso oggetto di interventi di promozione da
parte delle politiche per lo sviluppo dell’agricoltura e dei territori rurali
sia di emanazione comunitaria che nazionale e regionale, anche se in misura marcatamente discontinua
La Sicilia, partendo in anticipo rispetto alle altre regioni
d’Italia, emanava nel 1977 la L. R. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica
e di attività promozionali in agricoltura”, con la quale istituiva il Servizio
di Sviluppo Agricolo pubblico, istituzionalizzava il collegamento con la
ricerca, promuoveva l’aggiornamento dei tecnici, la qualificazione
professionale degli agricoltori. Si
trattava di una legge innovativa che metteva molta enfasi nel definire il ruolo
dell’assistenza tecnica agricoltura, organizzata con una ramificazione
periferica che copriva l’intero
territorio regionale
Si è partiti quindi con due anni di anticipo rispetto al Reg.
CEE 270 del 1979, che ha
istituzionalizzato il ruolo dei Divulgatori
in tutta Europa
La conoscenza è considerata oggi la risorsa più
importante nello sviluppo economico. La strategia di Lisbona, elaborata dal
consiglio europeo, si pone l’obiettivo di trasformare l’Unione Europea nell’economia
della conoscenza più dinamica e competitiva
I mutamenti socio-economici degli ultimi decenni hanno
contribuito a modificare il modo di essere e di operare delle aziende, in
primis, ed è auspicabile che prima o poi il modus operandi interessi anche il
contesto politico amministrativo dei
territori. In particolare, si è assistito ad un progressivo spostamento del
baricentro dalle risorse materiali alle risorse immateriali. Molti sono i contributi
teorici che hanno fatto assurgere le risorse immateriali e il fattore
primigenio che le costituisce, la conoscenza, a ruolo centrale dei modelli
esplicativi del modo di essere e di agire.
La stessa Unione europea ha riaffermato, tra le
priorità della politica di coesione, l’obiettivo strategico di promuovere lo
sviluppo dell’economia della conoscenza insieme con la crescita
dell’innovazione e dell’imprenditoria. Ha, inoltre, riconosciuto il
miglioramento degli investimenti nel capitale umano (attraverso il
miglioramento dell’istruzione e delle competenze) come strumentale e necessario
alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro.
Ad oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere
e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in
conoscenza, nella produzione di idee e talenti, quantificando il valore
economico prodotto e scambiato sul mercato in termini non più solo di beni
fisici ma soprattutto di beni immateriali. Le competenze, il know how, le
conoscenze tacite e strutturate, la capacità innovativa, il marchio, la
reputazione, la cultura aziendale, le relazioni con altri stakeholders hanno
assunto un’importanza fondamentale nel processo di creazione di valore e, di
conseguenza, nel decretare il successo.
Ma quanti sistemi territoriali, ne sono pienamente consapevoli assumendosi
l’impegno concreto di implementare politiche che incentivino questa direzione
di sviluppo? e soprattutto le modalità
di approccio metodologico, organizzativo,comunicativo,formativo,professionale,sono
adeguate ?
Il nuovo corso "Sistema
di consulenza aziendale" (FAS - Farm Advisory System).
Senza ombra di smentita, (FAS - Farm Advisory System) contempla gli obiettivi strategici già individuati
dalla L.R 73/77 attualizzate nel tempo in cui siamo.
L’obiettivo di istituire un sistema “organico di
consulenza per le aziende agricole
professionali” è tornato nell’agenda della politica agricola
comunitaria per “aiutare gli
agricoltori a conformarsi ai requisiti di un'agricoltura moderna e di alto livello qualitativo …” e “sensibilizzare
e informare gli agricoltori sui flussi
materiali e sui processi aziendali che hanno attinenza con l'ambiente,
la sicurezza alimentare, la salute e il
benessere degli animali”La norma è mossa dal chiaro intento di prevedere un
supporto specifico per gli agricoltori beneficiari di pagamenti diretti che
dovevano adeguarsi, pena la riduzione o l’esclusione dal finanziamento, ai
criteri di gestione obbligatoria (in materia di sanità pubblica, salute degli
animali e delle piante, ambiente e benessere degli animali) e di mantenimento
delle terre in buone condizioni agronomiche e ambientali. Nascono così i
sistemi di consulenza aziendali – cosiddetti FAS (farm advisory system) che ritornando alla nostra regione
rappresenta la conferma della strategia, individuata nella la L. R. 73/77
Accanto alle tematiche prioritarie
poste dalla riforma della PAC, nel nuovo periodo di programmazione il sistema
nazionale di consulenza è chiamato ad accompagnare il rilancio
dell'agricoltura anche attraverso la razionalizzazione
delle strutture di consulenza già esistenti
Il Sistema
di consulenza aziendale in agricoltura continuerà quindi a costituire nel
periodo post 2022 uno degli strumenti principali attraverso cui perseguire le
priorità dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Inoltre i nuovi
testi regolamentari ampliano la portata e la centralità del Farm Advisory
System non limitandone l'azione al solo ambito dello sviluppo rurale ma
conferendogli piena autonomia, oltre a prevedere una serie di materie aggiuntive,
rispetto al passato, che potranno essere oggetto di consulenza (greening,
cambiamenti climatici, aspetti sanitari zootecnici, ecc...).
qualificare
i consulenti (formazione preliminare + formazione sulle buone prassi
procedurali di consulenza);
far sì che i
consulenti sensibilizzino il beneficiario (self-control) ed effettuino delle
verifiche intermedie di consulenza (audit) legate al miglioramento aziendale;