venerdì 31 marzo 2017

Miss Mondo Sicilia è Valeria Cordaro

 

A Miss Mondo Sicilia  


Valeria Cordaro il 


riconoscimento di 


"Ambasciatrice dell'Identità Territoriale"




A Miss Mondo Sicilia  

Valeria Cordaro il

riconoscimento di "Ambasciatrice

dell'Identità Territoriale" nell'ambito

del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.

   L’ambito riconoscimento è  
stato   attribuito negli

anni passati tra gli altri a 

Miss Italia 2012

  Giusy Buscemi,

 a Miss Italia 2014 


Clarissa Marchesa



Bonetta dell'Oglio, Gaetano 

Basile, Diego  Planeta, 

Antonio Presti. 












Per il terzo anno consecutivo la finalissima di Miss Mondo Sicilia 

si è svolta a Gioiosa Marea, in provincia di Messina. A 

sponsorizzare l’evento, organizzato in esclusiva per la Sicilia da 

Valeria Pellegrino e dal direttore artistico Mario Vitolo e 

fortemente voluto da Teodoro Lamonica, imprenditori locali 

orgogliosi di supportare con il proprio brand il concorso di 

bellezza internazionale più antico e prestigioso del mondo. 

    







Il riconoscimento “Ambasciatrice dell’ identità territoriale” 

rappresenta uno degli steps del percorso Borghi GeniusLoci De.Co 

inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti 

per la terra e il paesaggio e presentato al Poster Session del 

Forum Pa 2013 di Roma, e  a Expo 2015 Il percorso è un 

percorso culturale, che mira a salvaguardare e valorizzare il 

“locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad 

omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta 

l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le 

immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo 

del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, 

attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e 

delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di 

ottimizzarne la competitività. Il percorso innovativo “Borghi 

Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il 

turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle 

pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di 

esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un 

territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio 

attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità 

gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve 

solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti 

calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, 

i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima 

di tutto, la si “pensa”. Gli ambasciatori dell’identità 

territoriale, sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, 

comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un 

importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del 

viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi 

compresi quelli identitari. 

giovedì 30 marzo 2017

"Baseline"

 quando la comunicazione fa chiarezza

Parte la Campagna di comunicazione della Rete Rurale Nazionale per spiegare agli agricoltori criteri, norme e requisiti di base per chi aderisce alle misure dello sviluppo rurale - Coinvolti circa  1300 Centri di Assistenza Agricola con la distribuzione di 10.000 poster e di 110.000 brochure dallo stile infografico innovativo; una campagna profilata su facebook raggiungerà capillarmente gli agricoltori per portarli su una piattaforma informativa dedicata, mentre sono già stati svolti webinar formativi per tecnici e addetti ai lavori
È di fondamentale importanza il momento in cui agricoltori e potenziali beneficiari delle misure dello sviluppo rurale procedono alla formulazione delle domande sulle diverse misure dei Psr regionali. Ma si può fare qualcosa in più per fornire un quadro chiaro agli agricoltori che li aiuti nel comprendere se tutti i tasselli della loro azienda sono a posto per procedere alle domande?

A questa domanda risponde, a partire dal mese di Aprile, la "Campagna Baseline" realizzata da Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare - nell'ambito della Rete Rurale Nazionale, che  ha l'obiettivo di facilitare il rapporto fra Pubblica Amministrazione e agricoltori, grazie al "toolkit" che mette a disposizione per comprendere le "Baseline" cioè i criteri, norme e requisiti di base per chi aderisce alle misure dello sviluppo rurale.
Per ottenere, grazie ai PSR regionali, i finanziamenti delle misure dello sviluppo rurale connesse alla superficie o agli animali (secondo pilastro della Politica Agricola Comune), gli agricoltori aderiscono infatti ad una serie di impegni volontariche vanno al di là delle "Baseline".

Ma avere chiaro il cosiddetto "punto di partenza", cioè le "Baseline", è il presupposto fondamentale per gli agricoltori per non incorrere in errori e sanzioni nel momento in cui fanno domanda per le misure dello sviluppo rurale e per gli impegni volontari ad esse connesse.  Per questo la "Campagna Baseline" prevede la realizzazione di unacampagna di inserzioni facebook profilata sul target agricoltori, con atterraggio su una sezione dedicata all'interno del portale Rete Rurale Nazionale, una serie di webinar per formare i tecnici agronomi e la distribuzione di  10.000 poster e di  110.000 brochure dallo stile infografico innovativo presso circa n° 1300 Centri di assistenza Agricola su tutto il territorio nazionale anche grazie alla collaborazione con le Confederazioni. Coinvolti anche gli Assessorati regionali all'agricoltura e gli Organismi Pagatori. Una campagna crossmediale per raggiungere gli agricoltori nei luoghi che più frequentano per ricevere informazioni pratiche e, soprattutto, grazie allacampagna facebook, direttamente sullo strumento più consultato in assoluto, soprattutto dai giovani agricoltori, chiave del ricambio generazionale in agricoltura.

Una campagna, dunque, per facilitare gli agricoltori e fornire anche agli addetti ai lavori dello sviluppo rurale un prospetto il più possibile sintetico e pronto all'occorrenza. In ultima analisi, una campagna che vuole valorizzare l'osservanza dei requisiti di base e degli impegni volontari dello sviluppo rurale, che si traduce in pratiche e comportamenti che permettono al settore agricolo di contribuire a tutelare l'ambiente, contrastare i cambiamenti climatici e garantire ai consumatori prodotti sani e sicuri.
Baseline: l'insieme di criteri, norme e requisiti si compone di tre ambiti

1.
  I Criteri per garantire il mantenimento della superficie agricola e l'esercizio di un'attività agricola minima sono impegni obbligatori per coloro che fanno domanda per i pagamenti dello sviluppo rurale delle misure 10 "pagamenti agro-climatico-ambientali", 11 "agricoltura biologica" e 12 "indennità Natura 2000 e direttiva quadro sull'acqua" e un requisito di accesso ai finanziamenti per gli agricoltori che fanno domanda per i pagamenti diretti.

2.    Le Regole di condizionalità: comprendono un insieme di Criteri e Norme per una gestione dell'azienda agricola rispettosa dell'ambiente e attenta alla salubrità dei prodotti e al benessere degli animali allevati. Tutti i beneficiari dei pagamenti diretti e delle misure dello sviluppo rurale connesse alla superficie e agli animali sono tenuti a rispettarle.

3.    I Requisiti minimi per l'uso dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari: rappresentano un impegno obbligatorio per i beneficiari delle misure 10 e 11 dello sviluppo rurale.

Al via il bando Ismea da 65 milioni per mutui primo insediamento

                              E' stato pubblicato  il bando 2017 per il primo insediamento di giovani in agricoltura e che intendono acquistare un'azienda agricola con mutui a tasso agevolato per chi ha un'età compresa tra i 18 e i 40 anni. A disposizione 65 milioni di euro.
È possibile presentare le domande sul sito www.ismea.it a partire dalle ore 12:00 di domani, martedì 28 marzo, fino alle ore 12:00 del 12 maggio 2017.

                 Uno strumento  per favorire il ricambio generazionale. Siamo il Paese europeo con il maggior numero di aziende agricole giovani con oltre 50mila imprese condotte da under 35 e il nostro obiettivo è portarle dal 5 all'8%. Lo facciamo con azioni concrete e utili. Dal 1 gennaio 2017, come previsto dalla legge di bilancio, per gli under 40 che aprono un'azienda agricola è già prevista l'esenzione totale per tre anni dal versamento dei contributi previdenziali e nei giorni scorsi abbiamo presentato la 'Banca delle terre agricole' che, per la prima volta in Italia, consente a chi cerca terreni pubblici in vendita da poter coltivare di accedere facilmente al database nazionale. Di questi, i primi 8mila ettari di terreni di proprietà di Ismea sono destinati con corsia preferenziale proprio ai giovani. Investire nella terra significa investire nel futuro. Molti ragazzi hanno raccolto questa sfida.

lunedì 27 marzo 2017

CONSUMO ETICO E RESPONSABILE: TRA UTOPIA E REALTA’


Un nuovo tipo di economia è possibile?  Un’ economia che - come sostiene Amartya Sen economista e premio Nobel  nel 1998, - al valore della ricchezza aggiunga anche la felicità, un concetto diverso dal benessere. Una persona è più ricca di un’altra quando è più felice e ha ottenuto una migliore qualità della vita; la qualità della vita diviene quindi una variabile algebrica nei calcoli economici. Il mercato è vero mercato quando non produce solo ricchezza ma soddisfa anche attese e valori etici.


Tutti conoscono il commercio equo e solidale, moltissimi ne parlano, tanti lo praticano quotidianamente. Ma quanti di noi sanno dove è nato? E quando? E cosa sono i Gas? E i Res? Sconosciute sigle chimiche? No, piuttosto soggetti  economici tradizionali (commercianti, produttori, persone) che operano in maniera rivoluzionaria.  Perché il mondo si cambia a partire dalle busta della spesa
Se il gas vi fa pensare a qualcosa di nocivo o inquinante cambiate  idea. In questo caso GAS sta per “gruppi di acquisto solidale”. Il primo GAS vero e proprio nasce nel ‘94 a Fidenza (Reggio Emilia). Oggi esistono   183 GAS nel nostro Paese, alcuni autonomi, altri collegati tra loro, una vera e propria “rete di acquisto solidale”.  I prodotti acquistati devono provenire da piccoli produttori locali (che si conoscono direttamente, riducendo così anche l’inquinamento e lo spreco di energia dovuti al trasporto) e devono essere biologici ed ecologici.  
Ogni GAS nasce autonomamente, ma alla base vi è sempre una sorta di critica verso l’attuale modello di consumo e di economia globale dominante, e, parallelamente, la ricerca di un’alternativa immediata a tale modello. Chiunque entri a far parte di un GAS, capisce di non essere più solo nella pratica del consumo.
Ogni prodotto è avvolto dal fascino della terra da cui proviene e ne racconta la storia, racchiudendo in sé arti antiche e tradizioni uniche. Il prezzo di tutto questo? Equo e solidale, appunto: tutela i produttori e dei consumatori  garantiscono giustizia commerciale, né sfruttamento né beneficenza.

  Il CEeS (commercio equo e solidale), o Fair trade, secondo la dizione anglosassone adottata a livello internazionale, nasce in Olanda negli anni Sessanta per poi diffondersi in tutti gli altri paesi europei.Il principio di fondo è quello di garantire un compenso equo e servizi socio-sanitari ai piccoli produttori dell’America latina, dell’Africa, dell’Asia e dei Paesi dell’Est. Tutti i prodotti del CEeS sono corredati di una scheda tecnica che ne spiega le caratteristiche e illustra i passaggi economici intervenuti. In tal modo i consumatori possono conoscere in piena trasparenza le spese che hanno determinato il prezzo di vendita.L’uso delle materie prime e le tecniche di produzione tengono conto della salvaguardia dell’ambiente e della salute di produttori e consumatori.   
Nata da un’idea della Rete di Lilliput, la RES (Rete di Economia Solidale) ha presto ottenuto il sostegno di numerosi soggetti del vasto mondo dell’equo-solidale: Botteghe del Mondo, GAS, cooperative sociali, associazioni di finanza etica e di turismo responsabile. La Res promuove un nuovo modo di fare economia che non ha nel profitto e nella speculazione i suoi principali obiettivi, ma, piuttosto, tende a creare un rapporto diretto tra produttore e consumatore nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Organi primari dalla Res sono i DES (distretti di economia solidale). I neonati Des, la prima iniziativa risale agli ultimi mesi del 2003, sono gruppi costituiti da soggetti economici tradizionali (clienti, commercianti, produttori, finanziatori etc.) che operano e sono presenti sul mercato in maniera rivoluzionaria. Il meccanismo messo in atto prevede la costituzione di distretti, per l’appunto, in cui le operazioni di compra-vendita avvengano secondo i principi primi dell’equo-solidale: giustizia sociale, sostenibilità ambientale e valorizzazione del territorio.  


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domenica 26 marzo 2017

Erbicida glifosato, secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche……………..

  


Il comitato per la valutazione dei rischi (RAC) dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) è giunto alla conclusione che l’erbicida glifosato non è cancerogeno, né mutageno, né tossico per la riproduzione e neppure genotossico. Secondo l’ECHA, le prove scientifiche attualmente disponibili indicano che il glifosato provoca gravi lesioni oculari ed è tossico per gli organismi acquatici, con effetti di lunga durata. Quindi, l’erbicida può mantenere la sua attuale classificazione, il che significa che la Commissione Ue può approvarene l’uso come sostanza attiva nei pesticidi per altri 15 anni. La valutazione dell’ECHA riguarda solo la classificazione di pericolosità della sostanza, sulla base delle sue proprietà, ma non tiene conto delle probabilità di esposizione  e quindi non affronta i rischi da esposizione.
Nel formulare la valutazione, l’ECHA dichiara di aver tenuto conto non solo degli studi già pubblicati, ma anche di aver avuto pieno accesso ai rapporti originali degli studi condotti dall’industria. Questo accesso esclusivo a studi non pubblici di fonte industriale (non sottoposti a revisione scientifica di parti terze ) e che ha caratterizzato anche il processo di valutazione del glifosato da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), è fonte di polemiche. Questa scelta  non consente ad altri scienziati di valutare le conclusioni a cui sono giunte l’ECHA e l’Efsa ed,  eventualmente,  di controbattere sul piano scientifico. Al contrario, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità, aveva basato la sua valutazione solo sugli studi scientifici pubblicati e sottoposti a revisione.

Di segno opposto la reazione di Greenpeace che nei giorni scorsi, insieme ad altre venti organizzazioni dei settori ambientale e sanitario, aveva espresso preoccupazione su possibili conflitti di interesse all’interno della commissione dell’ECHA incaricata della valutazione del glifosato e all’utilizzo anche di studi non pubblicati forniti dalle aziende. Secondo Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia, “l’ECHA ha fatto un gran lavoro per spazzare sotto il tappeto le prove che il glifosato potrebbe causare il cancro. I dati a disposizione sono più che ­­­­­­­sufficienti per vietare  la sostanza in via cautelativa, ma l’ECHA ha preferito voltare lo sguardo dall’altra parte. Ora spetta quindi all’Italia rimuovere subito il glifosato dai nostri campi, a cominciare dai disciplinari agronomici di produzione integrata, dato che persone e ambiente non possono diventare topi da laboratorio dell’industria chimica”.

Fortemente critica anche la coalizione italiana Stop Glifosato, che riunisce 45 associazioni
Fortemente critica anche la coalizione italiana Stop Glifosato, che riunisce 45 associazioni e secondo la quale “questo parere ‘parziale’ indurrà la Monsanto a tirare un respiro di sollievo. Meno sollevati sono i cittadini europei che si trovano di fronte a un giudizio sostanzialmente avulso dalla realtà dei rischi quotidiani”. Come sottolinea Patrizia Gentilini, dell’Isde – Associazione medici per l’ambiente, secondo l’ECHA “in se stesso il glifosato non indurrebbe, in modelli sperimentali, il cancro o mutazioni genetiche. Questo parere, secondo quanto dichiarato dalla stessa agenzia, esclude la valutazione dei rischi da esposizione prolungata di esseri umani (agricoltori e consumatori), sui quali l’ECHA paradossalmente non si esprime. Ma è proprio l’esposizione sia professionale che residenziale, o attraverso l’acqua e gli alimenti, che rappresenta un rischio per la salute delle persone, specie delle frange più vulnerabili, quali donne in gravidanza e bambini”.
Per questo, ribadisce la coalizione Stop Glifosato, “occorre sostenere la raccolta di firme per l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) indirizzata al parlamento europeo e alla Commissione Ue, affinché ascoltino gli allarmi che vengono da una buona parte della comunità scientifica e decretino l’eliminazione dell’erbicida dai campi europei. In meno di due mesi questa iniziativa di legge popolare contro il glifosato è stata firmata da mezzo milione di cittadini: occorre raddoppiare l’impegno e presentare il milione di firme necessario per ottenere un cambiamento di rotta nelle politiche del laissez faire sulla salute e sulla pelle dei cittadini”.
La controversia scientifica sulla cancerogenicità del glifosato è iniziata nel marzo 2015, quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato l’erbicida come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”, aggiungendo che ci sono “forti” evidenze che indicano una sua genotossicità, sia per il glifosato puro sia per le formulazioni con altre sostanze. Pochi mesi dopo, in novembre, l’Efsa ha espresso una valutazione opposta, affermando che “è improbabile che il glifosato sia genotossico (cioè che danneggi il DNA) o che rappresenti una minaccia di cancro per l’uomo”.
Il contrasto tra le due Agenzie ha assunto toni aspri, tanto che, nel marzo del 2016, lo Iarc ha pubblicato un documento con le risposte alle domande più frequenti sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di classificare il glifosato come “probabilmente cancerogeno”. Il 16 maggio, poi, il Joint Meeting on Pesticides Residues (JMPR) – un panel di esperti interni all’Organizzazione mondiale della sanità e alla Fao – ha dichiarato che “è improbabile che l’esposizione al glifosato tramite la dieta ponga un rischio cancerogeno per l’uomo”.

Di fronte a questi pareri discordanti e alla luce di posizioni differenziate tra gli Stati membri, alla fine dello scorso giugno, quando scadeva l’autorizzazione europea del glifosato, la Commissione Ue ha deciso di autorizzarlo nuovamente solo fino alla fine del 2017, chiedendo all’ECHA di esprimere anch’essa la propria valutazione, prima di decidere se ri-approvare per altri 15 anni l’uso dell’erbicida.

venerdì 24 marzo 2017

Sicilia del vino, a Catania evento internazionale

Dopo l’edizione dello scorso anno in Catalogna, la Sicilia è stata scelta come location della nona edizione dell’International Wine Tourism Conference, Exhibition & Workshop, evento internazionale legato al turismo enogastronomico.
                            L’appuntamento è in programma al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande, in provincia di Catania, dal 28 al 30 marzo ed è promosso e organizzato dalla Wine Pleasures, in collaborazione con il Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia nell’ambito del progetto d’eccellenza ‘MICE in Italia’, e supportato sul territorio dal Sicilia Convention Bureau. Attesi oltre 100 delegati, tra esperti internazionali del settore, enti del turismo, consorzi di tutela del vino e associazioni di categoria, tour operator e produttori vitivinicoli.
“Abbiamo voluto sostenere l’iniziativa – spiega l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo – per promuovere l’offerta turistica siciliana d’eccellenza nel settore enologico. I dati, infatti, ci segnalano una crescita proficua del turismo legato al vino. C’è un aumento del 70% delle presenze registrate in Sicilia che sono riconducibili al segmento del circuito enogastronomico. Sono dati che ci spingono a puntare sempre di più su questo settore e attraverso questo evento – conclude – intendiamo, inoltre, lanciare la prima delle tre mostre sulle eccellenze siciliane che il dipartimento ha previsto con l’attuazione del progetto “MICE in Italia”, oltre a favorire un momento di incontro e di scambio tra gli operatori stranieri e quelli locali per concordare linee strategiche per il sistema turistico siciliano”.
Oltre 20 gli speaker che si alterneranno per le sessioni del Convegno, esplorando le direzioni e i metodi dello sviluppo dell’Enoturismo e fornendo una panoramica di tecniche, approfondimenti e soluzioni. Tutte le sessioni si svolgeranno nei primi due giorni dell’evento, per poi lasciare spazio ad un workshop B2B tra i 47 rappresentanti di T.O. esteri partecipanti all’evento e gli oltre 40 operatori incoming. Per tutta la durata dell’evento sarà allestita una mostra dedicata ai luoghi del cinema in Sicilia, concessa dalla fondazione Taormina Arte, e il 27 marzo, in apertura dei lavori, si terrà una presentazione del progetto ‘MICE in Italia’, a cura del Dipartimento Turismo della Regione Sicilia, rivolta a 40 operatori locali. Tra gli attori pubblici e privati al fianco della Regione Sicilia a sostegno dell’evento anche il Distretto Turistico Vini e Sapori di Sicilia e la Strada del Vino Erice DOC.


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giovedì 16 marzo 2017

Agrigento, Presentazione Ufficiale Delegazione APCI Sicilia


Associazione Professionale 
Cuochi Italiani Sicilia


Lunedì 20 Marzo Hotel “Tre Torri” Agrigento – ore 16:00
La Delegazione di Agrigento ha l’obiettivo di contribuire  allo sviluppo del “turismo enogastronomico agrigentino” e, in particolare a diffondere la conoscenza dei prodotti tipici del territorio, valorizzando e promuovendo le tradizioni locali, nazionali e internazionali, individuando le nuove tendenze di filiera.
La giornata informativa di presentazione e divulgazione dal tema “La dieta mediterranea e i suoi prodotti”, che l’hanno resa “bene di assoluto interesse”, tanto da guadagnarsi il riconoscimento del patrimonio immateriale dell’UNESCO. L’evento ambisce a focalizzare e divulgare proposte utili allo sviluppo del settore, necessario a costruire prospettive utili e a migliorare le condizioni generali dei nostri territori.


Programma:
Apertura del evento alle ore 16.00 presso la sala Giove Hotel Tre Torri Agrigento
Inizio lavori:
Saluti:
– Presidente Regionale e Maestro di Cucina Chef Stefano Sanfilippo
– Presidente Provinciale Chef Domenico Benfante;
Interventi:
– Prof. Luigi Parello – Consigliere Regionale APCI Delegazione Sicilia e Docente presso l’Istitutod’Istruzione Secondario Superiore “Filippo Re Capriata” di Licata (AG) sul collegamento scuola- lavoro;
– Dottore Nino Sutera – Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità dell’Ente di Sviluppo Agricolo   e ideologo  del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.  
– Dottoressa Agata Nicosia – Biologo Nutrizionista sul corretto stile alimentare e l’uso grani
antichi e spezie usate in cucina con proprietà officinali;
– Dottoressa in Giurisprudenza Gloria Incorvaia e Giornalista presso La Sicilia e di Sicilia sulla comunicazione;
– Autorità Locali per approfondire le tematiche sul Turismo e Prodotti enogastronomici locali
– Moderatore: Segretario Provinciale Chef Rosario Giuseppe Lo Nobile

Chiediamo a Nino Sutera,  Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità dell’Ente di Sviluppo Agricolo     

 Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?
E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF  XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO  
Qual è la mission?     Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.
In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?
L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)
Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?
 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.
 Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.     

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