L’innovazione
colturale per le produzioni erbacee mediterranee assume aspetti
cruciali per la sopravvivenza di un comparto che per effetto di
fattori diversi come la concorrenza dei mercati esteri, il
cambiamento climatico, la riduzione della fertilità dei suoli si
trova ad affrontare sempre nuove sfide.
L’analisi
dei progetti che mi sono stati affidati per questo settore sulle
misure 16.1 e 16.2 del PSR Sicilia 2014-2022 hanno riguardato sia
colture tradizionali che colture di nuova introduzione. Nell’ambito
delle colture graminacee sono stati recuperati i primi cereali
coltivati come il grano monococco e il farro e popolazioni più
recenti come i ‘grani antichi siciliani’ (Perciasacchi, Timilia,
Russello, Bidì, Margherito, Maiorca); miscugli di grani teneri
adatti ai climi aridi e avena nuda. Inoltre, è stata valutata anche
la possibilità della coltivazione di un pseudocereale come la
quinoa. Nel comparto delle colture leguminose sono state trattati il
cece e la lenticchia. Tra le colture di nuova introduzione due
progetti hanno valutato la possibilità di coltivare la canapa anche
per la produzione innovativa di seme e olio, due progetti hanno preso
in considerazione le colture da olio ricino, cartamo e lentisco. Un
gruppo di 5 progetti ha valutato la possibilità di introdurre
coltivazioni di colture aromatiche e officinali per usi nutraceutici,
officinali e medicinali. Fra queste specie annoveriamo Lavanda,
Rosmarino, Timo, Origano, Timo arbustivo, Salvia e Zafferano.
Nel
complesso l’attenzione dei proponenti è stata posta su tematiche
che si sono imposte ormai da più di un decennio che pongono grande
attenzione alla salute del consumatore e dell’ambiente. In
quest’ultimo caso alla produzione di sostanze biocide di origine
biologica per la sostituzione dei prodotti chimici di sintesi, alla
produzione di bioenergie utili per le comunità energetiche
rinnovabili sia per la produzione di bricchette per combustione che
di biogas. È opportuno sottolineare inoltre che l’attenzione alle
problematiche ambientali ha indotto tutti i progetti a basare le
attività colturali sulla riduzione degli input chimici ed energetici
e sulle tecniche di agricoltura sostenibile o biologica.
In
rapporto alla attenzione al consumatore è stato trattato Il tema
della tracciabilità del prodotto sia attraverso metodi informatici
come la blockchain,
sia attraverso metodi genetici come il fingerprint.
L’uso degli strumenti digitali è stato anche richiamato per la
definizione dell’impronta ecologica dei prodotti alimentari.
Con
riferimento alla crescente attenzione del produttore agricolo verso
le esigenze salutistiche del consumatore il sopracitato grano
monococco è stato proposto perché ricco in fibre, in elementi
minerali, vitamine e povero in glutine. La migliore digeribilità,
assieme alla maggiore resilienza, è stata richiamata anche per tutte
le popolazioni di ‘grani antichi’ su cui è stata posta
l’attenzione, in un caso anche per la preparazione di paste con
sostanze antiossidanti come il licopene ricavato da colture
tradizionali seccagne di pomodoro. E’ stata studiata la
formulazione di nuovi prodotti, quali bulgur
e sfarinati integrali, derivati da macinazione a pietra di landraces
siciliane di frumento duro e di frumento tenero biologici e
funzionali, ad elevato valore nutraceutico, così come la
formulazione di panetti per pizza ad alto valore nutrizionale.
Attenzione
alla biodiversità è emersa nella proposta di un miscuglio di
centinaia di genotipi di frumento tenero provenienti da ambienti
aridi che si può adattare ecologicamente alle condizioni
mediterranee e che può affrontare modificazioni climatiche repentine
valorizzando la resilienza tipica dei sistemi biologici naturali ad
elevata biodiversità.
Interessanti
risultati sono stati ottenuti individuando le più adatte varietà
monoiche di canapa, piuttosto che le dioiche, per la produzione di
olio, le più idonee tecniche colturali e la definizione di una
filiera che consenta anche di estrarre le numerose sostanze a valenza
nutraceutica e farmaceutica nell’ambito di una produzione a basso
impatto ambientale e sostenibile.
Sulla
scorta dei recenti incrementi del consumo di birra artigianale è
stato proposto lo studio della filiera per la produzione di birra
artigianale ‘born in Sicily’
attraverso la coltivazione di orzi distici e grani per la maltazione,
in condizioni di limitati input energetici e sostenibile. La
preparazione di sfarinati innovativi a base di cereali diversi o
combinati con leguminose, sfarinato mix
multicereale e sfarinato High
Protein per la panificazione e
la pastificazione; sfarinato Low
Glycaemic Index e sfarinato
maltato di grano duro per la panificazione ha rappresentato anche una
possibile proposta salutistica.
La
proposta delle colture officinali ha riguardato fra l’altro la
possibile estrazione di principi attivi per mezzo di tecniche
innovative di estrazione come la tecnologia ad ultrasuoni e la
tecnologia con microonde per la produzione di sostanze con proprietà
antiossidanti e antimicrobiche, biocide, batteriostatiche e
battericide.
Dall’analisi
dei progetti è possibile mettere in evidenza che la fattibilità di
molte soluzioni tecniche innovative è stata ampiamente confermata e
che sarebbe opportuno che ulteriori studi vengano condotti su questi
argomenti per consolidare, ampliare e diffondere i risultati
ottenuti. La sempre crescente attenzione del consumatore ai temi
salutistici e dell’ambiente fa ben sperare che le aziende che
decidono di innovare in questa direzione possano trovare riscontro
alle loro scelte. L’intervento del decisore politico, infine, potrà
indirizzare la comunicazione e il sostegno a queste filiere che
rappresentano una grande opportunità per il territorio siciliano.
Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Università di Catania
L’innovazione
nel settore ortoflorofrutticolo gioca un ruolo fondamentale per il
raggiungimento di alcuni obiettivi importanti, indispensabili per il
mantenimento dell’attività agricola e agroalimentare e per la sua
sostenibilità.
L’analisi
dei progetti nel settore ortoflorofrutticolo presentati a valere
sulle misure 16.1 e 16.2 del PSR Sicilia 2014-2020 e 2020-2024 ha
evidenziato che le tematiche affrontate dai gruppi operativi hanno
riguardato sia specie consolidate (agrumi, drupacee, ortive, ecc.),
sia specie in fase di sviluppo (avocado, mango, ecc), sia specie
minori (carrubo, nespolo, ecc.). Nell’insieme i diversi progetti
prendono in considerazione innovazioni di prodotto, anche con
riferimento alla valutazione e costituzione di nuovi materiali
genetici, e di processo, dai metodi di propagazione all’utilizzo di
materiali edibili nel post-raccolta.
La
vite e il pomodoro, rispettivamente per le specie arboree e per
quelle ortive, si confermano come specie leader e apripista per
numerose tematiche.
La
sostenibilità è risultato un tema trainante. Questo tema è stato
declinato sotto diversi aspetti che spaziano dalla scelta del
materiale vegetale, sia come varietà che come portinnesti più
resistenti agli stress di natura biotica e abiotica, alla gestione di
campo, inclusa la valutazione di metodi di controllo biologico di
patogeni e parassiti e del ruolo delle api quali indicatori delle
condizioni di salute degli agroecosistemi, sino alla fase di
postraccolta. Particolare attenzione è stata riservata alla tematica
della risorsa idrica e alla gestione della fertilizzazione (dal
risparmio all’utilizzo di acque reflue alla valutazione della
efficienza di uso di specie e portinnesti).
E’
emerso anche il tema della tracciabilità come approccio per la
qualificazione dei prodotti. Questo tema è stato declinato
attraverso la valutazione di materiali genetici riconosciuti come
superiori per tratti qualitativi o di resistenza che necessitano però
di un «recupero di identità» o di una certificazione (anche
sanitaria). La tracciabilità viene anche perseguita attraverso
l’utilizzo del fingerprinting, in particolare attraverso lo studio
dell’analisi del DNA, per l’identificazione in maniera univoca
delle produzioni tipiche.
In
altri casi i progetti presentati sono risultati in maniera chiara
come «market oriented». Una esigenza che il mondo della ricerca è
stato in grado di riscontrare, è stata quella del miglioramento
della qualità dei prodotti e della loro innovazione (anche
attraverso il recupero degli scarti di lavorazione). Alcuni progetti
sono stati sviluppati in un’ottica di filiera, dal campo fino
all’analisi delle scelte del consumatore.
Nel
complesso le innovazioni trasferibili per il comparto
ortoflorofrutticolo possono essere individuati anche operando su
quelle innovazioni già esistenti, messe a punto in altri Paesi, per
altri obiettivi e pertanto, in alcuni casi occorre trasferire ed
adattare alle specifiche condizioni innovazioni già collaudate in
altri Paesi; questo è per esempio il caso dell’utilizzo di
portinnesti resistenti al virus della tristezza che, costituiti
negli Stati Uniti con obiettivi diversi, hanno consentito, attingendo
a quella innovazione straniera, di salvare l’agrumicoltura
italiana. Ma l’innovazione deve essere in grado di precorrere i
tempi, di cogliere le sfide dell’agricoltura del domani, le sfide
dell’alimentazione, della sostenibilità e della multifunzionalità,
nella consapevolezza che l’innovazione di oggi è certamente la
tradizione di domani. Certamente va ricordato anche come il primo
luogo per il trasferimento delle innovazioni sono le aule
dell’Università dove si formano i tecnici (in primo luogo gli
agronomi) del futuro.
Il
settore ortoflorofrutticolo comunque soffre al momento di alcuni
limiti e sfide che riguardano la competizione globale, il mutato
scenario economico, il cambiamento climatico, la disponibilità di
risorse limitate, le sfide della transizione ecologica, gli aspetti
connessi ai vincoli normativi, all’evoluzione dei sistemi di
vendita, e le aspettative dei consumatori, in continua evoluzione. Al
tempo stesso, però, bisogna considerare che si dispone oggi di
strumenti a supporto dell’innovazione, soprattutto nella fase
produttiva, che riguardano l’adozione di metodi di agricoltura di
precisione per gestione e monitoraggio, la possibilità di costituire
rapidamente e in maniera efficiente nuovi genotipi, la messa a punto
di sistemi di irrigazione e di fertirrigazione intelligente, la
produzione di prodotti ad alto valore aggiunto o funzionalità d’uso
e di prodotti market-oriented, la disponibilità di metodologie,
chimiche e molecolari, per la tracciabilità dei prodotti.
Nel
complesso bisogna sottolineare che il successo (passato, presente, e
auspicabilmente futuro) delle misure dei Programmi di Sviluppo Rurale
è legato anche al clima di fiducia e di conoscenza reciproca tra il
settore della ricerca, la realtà imprenditoriale con la regia
dell’amministrazione regionale, clima che nasce molti anni fa
(2007) ma che nel corso del tempo si è consolidato riuscendo ad
intercettare una platea notevole delle aziende agroalimentari del
territorio siciliano, favorendo anche l’aggregazione delle stesse.
Sinonimo di convivialità e relax, ma anche di tradizioni locali, biodiversità e diversità culturali, la birra è una bevanda adatta in ogni contesto, che piace ugualmente a giovani, donne e uomini senza distinzione di età, provenienza o stili di vita e che rappresenta anche uno strumento per raccontare il territorio e le materie prime locali, in un bicchiere. Proprio per questo, anche in Italia, ormai da più di un ventennio è esploso il fenomeno della produzione della birra artigianale, prodotto unico e apprezzato in tutto il mondo, che vede come protagonisti in prevalenza gli under 35, che hanno saputo intercettare la domanda di un prodotto artigianale e di qualità. Negli ultimi anni, però, la corsa del settore sta rallentando, a causa delle difficoltà legate al complicato momento storico-politico internazionale ed è sempre più insistente e sentita l’esigenza d’innovazione e di sostenibilità lungo l’intera filiera, per la produzione di birra artigianale 100% Made in Italy e per aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati esteri. Cosa sta facendo la ricerca del CREA per supportare una filiera della birra che sia autenticamente italiana?
1. Raccontaci il progetto LOB.IT: in cosa consiste e perché è nato?
Il progetto LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità ITaliana da valorizzare” è un progetto nazionale di ricerca scientifica, finanziato dal Masaf e coordinato dal CREA con la partecipazione dei colleghi del Dip. di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università degli studi di Parma, che ha l’obiettivo di trasferire agli operatori di settore, imprenditori agricoli in primis, strumenti utili per valorizzare le proprie produzioni brassicole artigianali/agricole, attraverso l’implementazione di materie prime a forte connotazione territoriale, per costruire una filiera brassicola 100% made in Italy.
A fine 2020, la Lg. 178/2020 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”, all’art. 1, comma 138 istituì un “Fondo per la tutela e il rilancio delle filiere minori” (e.g. apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio), con una dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro per l’anno 2021. Per quanto concerne il settore brassicolo, il Fondo di rilancio prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di un progetto di ricerca a sostegno dello sviluppo della filiera brassicola italiana legata alle materie prime, in particolare il luppolo, e, in misura minore, cereali da malto, orzo e lieviti da birra, limitatamente al genere Saccharomyces, per implementare, all’interno della filiera stessa, materie prime in grado di connotare territorialmente (effetto terroir) il prodotto birra, artigianale e agricolo, spingendo verso la realizzazione di un prodotto finito 100% made in Italy.
Il progetto è diviso in tre linee di ricerca monotematiche dedicate al luppolo, all’orzo e ai cereali alternativi per impiego brassicolo e ai lieviti da birra, a cui si aggiungono due linee di ricerca trasversali. Una dedicata alla comunicazione, che sfruttando il più possibile i diversi canali social del progetto cerca di contribuire attivamente alla crescita e all’espansione della cultura birraria in Italia, che si traduce anche in un consumo più consapevole e responsabile, e una linea di ricerca dedicata all’analisi statistico economica e allo studio dei modelli organizzativi della filiera.
2. Cosa significa e ha significato per la filiera brassicola e per le aziende? Quali benefici/vantaggi competitivi?
La birra, dopo il vino, è la bevanda alcolica maggiormente bevuta in Italia, con livelli pro-capite sempre più prossimi a quelli del vino. È, inoltre, un prodotto che genera valore condiviso (stimato in più di 10 miliardi di euro nel 2022) lungo tutta la filiera e un importante gettito fiscale (stimato in più di 4 miliardi di euro nel 2022) per il nostro Paese, ma, soprattutto, la birra è un prodotto della terra, dove malto, luppolo, lievito e acqua ne definiscono l’impronta digitale, caratterizzandola, insieme alla maestria del mastro birraio, in modo univoco. Queste caratteristiche si ritrovano e sono esaltate specialmente quando parliamo di birra artigianale e agricola. Tuttavia, questi settori negli ultimi anni, complice la congiuntura negativa legata alla pandemia e alla crisi economica e geopolitica internazionale, stanno facendo registrare, dopo il boom della decade passata, uno stallo del tasso di crescita e la necessità di imporsi sui mercati rispetto ai loro diretti competitors esteri.
LOB.IT vuole cercare di offrire alle aziende italiane, siano esse quelle dei produttori agricoli sia de i trasformatori finali, soluzioni tecnologiche innovative e trasferire conoscenze, che possano aumentare la loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. La ricerca che portiamo avanti con LOB.IT è una ricerca applicata, che ha l’obiettivo di trasferire i risultati scientifici e tecnologici direttamente alle aziende e agli operatori di settore, favorendo la competitività e la sostenibilità delle imprese del comparto, valorizzando le produzioni agricole locali e rendendo la filiera capace di confrontarsi con le sfide della globalizzazione dei mercati. L’obiettivo è partecipare allo sviluppo di filiere corte, in grado di garantire ai piccoli e medi produttori una migliore redditività, nonché un più facile accesso dei consumatori a prodotti di qualità.
3. In cosa consiste il suo valore innovativo?
L’innovazione tecnico – scientifica del progetto consiste principalmente nell’avvio di un “percorso sostenibile” per la coltivazione di materie prime brassicole, tramite l’adozione di modelli virtuosi per la gestione della filiera. Le attività sperimentali che stiamo portando avanti hanno obiettivi concreti: ad esempio cercare di fornire agli agricoltori che coltivano luppolo indicazioni sul momento migliore per la raccolta, ai vivaisti materiale di propagazione sano per l’avvio di un vivaismo di qualità e ai trasformatori estratti funzionali innovativi per migliorare la qualità dei prodotti, contribuendo a ridurne l’impatto ambientale. Promuoviamo, inoltre, la coltivazione del luppolo anche per fini officinali, aprendo ad un impiego multisettoriale della pianta, che è annoverata tra quelle con un potenziale fitochimico importante per settori quali quello farmaceutico, nutraceutico e cosmeceutico. Un aspetto assolutamente innovativo è, indubbiamente, quello legato allo studio delle interazioni tra luppolo e lievito, con lo scopo di fornire ai mastri birrai italiani strumenti nuovi per ampliare le proprie produzioni. La ricerca di lieviti spontanei, legati al territorio, in grado di influenzare positivamente il profilo metabolico e il grado alcolemico del prodotto finale, potrebbe rivelarsi un metodo efficace sia per individuare un ceppo, con caratteristiche specifiche, adatto alla produzione di birre aromatiche, sia per ottenere tramite fermentazione e senza l’uso di procedure di dealcolizzazione birra a basso tenore alcolico, sempre più gradite al consumatore moderno. I risultati che conseguiremo in questa fase saranno di sicuro interesse per un settore che è ancora molto poco esplorato non solo in Italia, ma a livello internazionale.
C’è poi un altro aspetto innovativo, quello forse più ambizioso, che cerca di far conoscere LOB.IT anche ad un pubblico più ampio ed eterogeneo, che cerca di far uscire la ricerca e i ricercatori dai laboratori per far conoscere un po’ più da vicino il nostro lavoro anche a chi di questo lavoro è in qualche modo il fruitore finale. Abbiamo dedicato, in particolare, un canale IG (https://www.instagram.com/progetto.lob.it/) al progetto per avvicinare a LOB.IT gli appassionati di birra e non solo, mentre il canale LinkedIn del coordinatore del progetto (www.linkedin.com/in/katyacarbone), dai contenuti più tecnici, ha l’obiettivo di divulgare le attività progettuali ad una rete di professionisti appartenenti a settori diversi.
4. Questo non è il primo progetto coordinato CREA dedicato alla filiera della birra…
No, questo è il terzo progetto nazionale finanziato dal Masaf che coordiniamo, a cui si affiancano una serie di progettualità nazionali, come ad esempio il primo progetto che abbiamo coordinato BIRRAVERDE sulla gestione circolare dei residui di birreria, e regionali, che ci hanno permesso di diventare uno dei punti di riferimento per la ricerca, non solo italiana, nel settore delle materie prime d’interesse brassicolo, luppolo in particolare. L’attività del CREA in questo settore è ormai più che decennale e le ricerche e i risultati raggiunti in questi anni ci hanno permesso, su alcune tematiche in particolare, di ottenere anche una certa credibilità a livello internazionale.
5. Da LUPPOLO.IT e INNOVA.LUPPOLO: cosa abbiamo imparato? Come questo know how acquisito si inserisce e si fonde all’interno di LOB.IT? C’è continuità fra i progetti, che toccano diversi aspetti della filiera?
Da LUPPOLO.IT e INNOVA.LUPPOLO, la cosa forse più importante che abbiamo imparato è l’importanza del networking e di accogliere l’esigenza di ricerca del mondo produttivo, cercando di fornire le risposte necessarie allo sviluppo e al consolidamento della filiera.
La ricerca che portiamo avanti in questo settore, ormai da diversi anni, è sicuramente all’insegna della continuità, come sarebbe sempre auspicabile per il raggiungimento di risultati concreti, utili e trasferibili. La ricerca per propria natura, infatti, ha tempi lunghi e noi siamo stati fortunati perché sebbene la luppolicoltura e la birra artigianale rappresentino dei fenomeni di nicchia nel panorama agricolo e agroindustriale italiano, abbiamo potuto contare, fino ad oggi, su finanziamenti, che, seppur nella maggior parte dei casi contenuti, ci hanno permesso di non interrompere le nostre ricerche e di contribuire fattivamente allo sviluppo della filiera delle materie prime agricole. Tutto ciò ci ha consentito di massimizzare il know acquisito negli anni, che ci ha portato con LOB.IT a lavorare su tematiche attenzionate a livello internazionale, in linea con gli obiettivi di ricerca, che si stanno perseguendo in Paesi con una tradizione brassicola sicuramente più consolidata della nostra. La continuità ci ha poi permesso di non far mancare il supporto alle aziende, che si sono cimentate con la coltivazione di queste materie prime, con un’azione di networking nazionale tra tutti gli operatori della filiera, coinvolgendo anche gli stakeholder istituzionali, a livello regionale e nazionale, contribuendo fattivamente allo sviluppo della normativa di settore.
Giornalista pubblicista dalla comprovata professionalità sia come addetto stampa, con particolare riguardo ai social media (relations, strategy, event e content) e al web, sia come redattrice di articoli presso diverse redazioni di testate giornalistiche nazionali. Fotografa e scrittrice per passione.
Copyright
Tutto il materiale scritto dalla redazione è disponibile sotto la licenza Creative
Commons Attribuzione 4.0 Internazionale - Non commerciale - Condividi allo
stesso modo. Significa che può essere riprodotto a patto di citare CreaFuturo,
le sfide della ricerca agroalimentare, di non usarlo per fini commerciali e di
condividerlo con la stessa licenza.
on usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza.
Per questioni di diritti, non possiamo applicare questa licenza alle foto.
Foto, informazioni, itinerari da percorrere e mappe interattive dei 24 Parchi nazionali e delle 31 Aree Marine Protette italiane: è disponibile sugli store dei principali sistemi operativi l’app “Visit NaturaItalia”.
Realizzata assieme al portale web Naturaitalia, la nuova applicazione è stata sviluppata attraverso l’investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rivolto alla digitalizzazione delle Aree Protette, gestito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Per ogni Parco di interesse, ciascun cittadino potrà scoprirne le caratteristiche, accedere alle informazioni sugli itinerari da percorrere, scaricare la mappa con i sentieri e consultare le previsioni meteo delle località da visitare. Attraverso le sezioni dedicate e le schede informative, si possono conoscere gli ecosistemi di ogni area protetta, con le specie floristiche e faunistiche che la caratterizzano. Il visitatore viene accompagnato a scoprire storia, tradizioni, peculiarità geologiche e paesaggistiche del territorio. Per le aree marine potranno visualizzare su mappa i punti di immersione, le aree di ancoraggio, i campi boa, i punti di interesse e le zone a diverso livello di protezione e tutela in cui l’AMP è suddivisa.
Visit NaturaItalia è fruibile anche offline: scaricando le schede informative con le mappe del Parco nazionale o dell’area marina protetta, queste potranno essere consultate in qualsiasi momento e anche in assenza di rete. L’app e il portale sono stati realizzati da Sogei.
Terzo webinar del ciclo "Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte" - "Carbon and Water Footprint: strumento di calcolo dell’impronta idrica e di carbonio nel biologico"
Il terzo webinar del ciclo "Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte" dal titolo "Carbon and Water Footprint: strumento di calcolo dell’impronta idrica e di carbonio nel biologico" si terrà il 18 giugno 2024 dalle 16:00 alle 17:00. Durante il webinar sarà presentato un applicativo realizzato nell’ambito del progetto Smart Future Organic Farm finalizzato al calcolo dell’impronta idrica e di carbonio della granella di frumento duro al fine di valutarne i benefici ambientali. Con questo applicativo è possibile stimare l'impatto ambientale del sistema colturale in termini di emissioni di gas serra e di consumo idrico lungo la filiera produttiva del frumento duro e, di conseguenza, l'impronta idrica e di carbonio, qualificando ulteriormente le aziende biologiche anche dal punto di vista commerciale.
Il webinar si svolgerà sulla piattaforma Microsoft Teams. Per partecipare occorre registrarsi cliccando sul link seguente.
venerdì 14 giugno 2024
| Cortile Fondazione Bufalino - Comiso
Una
serata di musica e degustazioni nel cuore barocco di Comiso. È
l’evento “Bianco, Rosso e Vinile…ascolti in calice”
promosso ed organizzato dal Comune di Comiso che punta a coinvolgere
il pubblico guidandolo alla conoscenza del mondo dei vinili e delle
eccellenze del territorio come il vino, il formaggio ragusano Dop,
l’olio Dop Monti Iblei, ed il Cioccolato di Modica Igp.
L’appuntamento è in
programma per venerdì 14 giugno, presso il Cortile della
Fondazione G. Bufalino di Comiso, con ingresso (previo
pagamento di un ticket) dalle ore 18.00 alle ore 21.00. Qui,
durante la degustazione dei vini e delle altre prelibatezze del
territorio ibleo, sarà possibile visitare l’esposizione di vinili
e seguire il talk con il cantautore Luca Madonia che parlerà della
propria musica e del suo rapporto con Franco Battiato attraverso
l’ascolto di alcuni vinili del noto cantautore siciliano.
«Siamo contenti come
amministrazione di poter accogliere a Comiso un’altra bella
manifestazione – ha commentato l’assessore comunale allo
spettacolo, Giovanni Assenza-. Il centro storico farà da
cornice ad un evento dove protagonisti saranno principalmente vino e
musica. Un grazie, pertanto, al Consorzio di tutela del Cerasuolo di
Vittoria Docg che si è fatto promotore dell’iniziativa, insieme
alla Strada del vino Cerasuolo di Vittoria Docg e alll’Enoteca
regionale della Sicilia sede del sud est, coinvolgendo diverse
cantine del territorio. Un grazie anche al Consorzio Olio Dop Monti
Iblei, il Consorzio del Cioccolato di Modica Igp ed al Consorzio del
Ragusano Dop che saranno presenti per raccontare le peculiarità di
prodotti quali l’olio, il formaggio ed il cioccolato che hanno
contribuito a rendere famosi gli iblei nel mondo, il tutto in
abbinamento ai prodotti da forno di Luca Guastella di Punto Caldo.
Insomma, tante eccellenze insieme riunite in un’unica serata che
mira a promuovere le bellezze della nostra città e rimarcare la
bontà dei prodotti della nostra terra. Un’occasione per vivere il
centro storico all’insegna anche della cultura musicale grazie alla
preziosa consulenza artistica di Alessandro Nobile».
Dopo la degustazione,
alle ore 22.00, sul sagrato della Chiesa Madre (di fronte al
cortile) e a ingresso gratuito, si potrà partecipare al concerto
in quartetto di Luca Madonia, che presenterà il suo ultimo
tour dal titolo “La mia storia”: dagli anni ‘80 con i Denovo,
alfieri della new wave italiana, sino agli anni ‘90 con l'esordio
da solista. Dieci album fino all'ultimo lavoro dello scorso anno dal
titolo "Stiamo tutti ben calmi”, tre inediti e una rilettura
acustica dei brani più rappresentativi per festeggiare 40 anni di
carriera. Il live attraversa tutte queste stagioni con un ricordo
fatto sia da canzoni che da aneddoti del grande Franco Battiato con
il quale c’è stato un bel quinto posto al festival di Sanremo nel
2011 con il brano “L’alieno”. Una vita in musica vissuta con
grande coerenza e credibilità.
«Sarà una serata
incantevole tra musica di altissimo livello, chiacchierate su un
grande “poeta-filosofo” quale Franco Battiato e degustazioni di
prodotti pregiati – afferma il sindaco di Comiso, Maria Rita
Schembari-. La matrice della nostra Sicilia, insomma, ancora una
volta unificata in un posto iconico qual è la Fondazione Bufalino e
il Sagrato della Chiesa Santa Maria delle Stelle».
PROGRAMMA
Dalle 16.00 alle 21.00: esposizione
vinili Best Price Rec
Dalle 18.00 alle 21.00: degustazione
vini e vinyl dj set Ciccio Fresco
Ore 20.00: talk con Luca Madonia su “La
musica di Franco Battiato in vinile”
Ore 22.00 Luca Madonia in concerto con
“La mia storia” nel Sagrato della Chiesa Madre S. Maria delle
Stelle.
La "Metodologia per il calcolo e l'utilizzo delle tabelle dei costi unitari per l'intervento "w001 - Ristrutturazione e riconversione vigneti" del PSP 2023-2027" intende offrire alle Amministrazioni delle regioni e delle Province Autonome referenti per tale intervento settoriale del Piano Strategico della PAC un utile strumento operativo a supporto della fase istruttoria dei relativi bandi per i finanziamenti.
L'opzione di costo semplificato prescelta è rappresentata dai costi unitari in linea con quanto disposto all'art. 44, comma 1, punto b) del Reg. UE 2115/2021. Gli importi sono stati individuati utilizzando un'analisi statistica dei dati storici relativi a progetti forniti dagli uffici territoriali preposti alla gestione degli interventi finanziati dai fondi PAC per il settore vitivinicolo.
In linea con quanto previsto dal citato Reg. UE 2115/2021 all' art. 44, comma 2, punto d), la metodologia potrà essere, a discrezione delle competenti amministrazioni regionali e delle province autonome, applicata ad altri interventi settoriali qualora si rilevino elementi di analogia con le tipologie e i costi oggetto della presente indagine relativa all'intervento "w001 - Ristrutturazione e riconversione vigneti".
Si segnala che la prevista certificazione della validità e della equità del calcolo che ha prodotto le tabelle dei costi unitari elaborate nella presente metodologia è attualmente in corso di definizione da parte di un ente terzo all'indagine statistica. Essa verrà aggiunta, non appena disponibile, in allegato al documento che potrà recepire eventuali modifiche. La RRN considera comunque possibile l'utilizzo del documento all'interno dei bandi finanziati dal Piano Strategico per la PAC 2023-2027 anche in questa fase transitoria, se ritenuto utile dalle autorità regionali
La "Metodologia per il calcolo e l'utilizzo delle tabelle dei costi unitari per l'intervento "w001 - Ristrutturazione e riconversione vigneti" del PSP 2023-2027" intende offrire alle Amministrazioni delle regioni referenti per tale intervento settoriale del Piano Strategico della PAC un utile strumento operativo a supporto della fase istruttoria dei relativi bandi per i finanziamenti.
L'opzione di costo semplificato prescelta è rappresentata dai costi unitari in linea con quanto disposto all'art. 44, comma 1, punto b) del Reg. UE 2115/2021. Gli importi sono stati individuati utilizzando un'analisi statistica dei dati storici relativi a progetti forniti dagli uffici territoriali preposti alla gestione degli interventi finanziati dai fondi PAC per il settore vitivinicolo.
In linea con quanto previsto dal citato Reg. UE 2115/2021 all' art. 44, comma 2, punto d), la metodologia potrà essere, a discrezione delle competenti amministrazioni regionali e delle province autonome, applicata ad altri interventi settoriali qualora si rilevino elementi di analogia con le tipologie e i costi oggetto della presente indagine relativa all'intervento "w001 - Ristrutturazione e riconversione vigneti".
Si segnala che la prevista certificazione della validità e della equità del calcolo che ha prodotto le tabelle dei costi unitari elaborate nella presente metodologia è attualmente in corso di definizione da parte di un ente terzo all'indagine statistica. Essa verrà aggiunta, non appena disponibile, in allegato al documento che potrà recepire eventuali modifiche. La RRN considera comunque possibile l'utilizzo del documento all'interno dei bandi finanziati dal Piano Strategico per la PAC 2023-2027 anche in questa fase transitoria, se ritenuto utile dalle autorità regionali
Con il via libera del Consiglio si chiude in soli due mesi l'iter di modifica regolamentare. I governi europei cercano così di dare risposta alle proteste degli agricoltori degli scorsi mesi. Le modifiche avranno valore retroattivo.
Riduzione del carico burocratico, soprattutto per le piccole imprese, deroghe ai paletti imposti dalle buone pratiche ambientali, maggiore spazio di manovra per modificare i Piani strategici degli Stati membri.
Questo in estrema sintesi il contenuto delle modifiche ai regolamenti della PAC approvate dal Consiglio nelle scorse settimane, a conclusione di un iter legislativo estremamente rapido per gli standard europei, dato che dalla proposta della Commissione al voto finale dei governi UE sono passati circa due mesi.
Dopo il primo anno di applicazione, si legge nel documento approvato dal Consiglio, è emerso "chiaramente che sono necessari alcuni aggiustamenti", a partire dai regolamenti 2021/2115 e 2021/2116.
LE NOVITÀ PER LE MODIFICHE AL PSP
Per quanto riguarda il Piano strategico, la novità riguarda soprattutto l'aumento delle domande di modifica che gli Stati membri potranno presentare ogni anno, due, al quale si aggiunge una semplificazione della procedura di approvazione delle modifiche richieste.
ESENZIONE DAI CONTROLLI
Una novità estremamente importante riguarda l'esenzione da controlli e sanzioni per le aziende agricole sotto i 10 ettari, che sono una larga maggioranza nel nostro Paese e il 65% a livello europeo, per quanto riguarda i requisiti di gestione obbligatori e le buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA). Questa modifica ha impatto positivo per la gran parte delle imprese europee, ma dovrebbe incidere relativamente sul raggiungimento degli obiettivi ambientali, dato che impatta su un numero molto alto di aziende ma su una quantità estremamente basa di SAU, circa il 10 per cento.
DEROGHE ALLE BCAA
Se, da un lato, le BCAA sono uno strumento di grande importanza per la tutela e il miglioramento di ambiente e clima, dall'altro rappresentano vincoli spesso particolarmente gravosi per le aziende agricole.
In questo senso l'esenzione delle piccole imprese è già un importantissimo elemento di novità, accompagnato dalla disposizione generale che consente agli Stati membri di concedere deroghe temporanee e mirate ad alcuni requisiti di condizionalità in caso di condizioni climatiche impreviste che impediscono agli agricoltori di rispettarli.
Queste le principali novità introdotte al termine dell'iter legislativo culminato nel voto del Consiglio delle scorse settimane:
per la BCAA 6 sulla copertura dei suoli in periodi sensibili: gli Stati membri disporranno di maggiore flessibilità per decidere quali suoli proteggere e in quale stagione, in funzione delle specificità nazionali e regionali
per la BCAA 7 sulla rotazione delle colture: la pratica principale continuerà a essere la rotazione delle colture, ma gli Stati membri potranno ricorrere in alternativa alla diversificazione delle colture; si tratta di una pratica meno onerosa per gli agricoltori, specie in zone soggette a siccità o a forti precipitazioni
per la BCAA 8: gli agricoltori avranno semplicemente l'obbligo di mantenere gli elementi caratteristici del paesaggio esistenti e saranno d'ora in poi incoraggiati, su base volontaria, a mantenere terreni a riposo o a creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio attraverso regimi ecologici