venerdì 17 maggio 2024

Biodiversità, uno scrigno da custodire

 



27 maggio 2024  ore  10
Sala settecentesca della Basilica Abbaziale Benedettina
San Martino delle Scale
 

“Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto”.

 


Queste parole tratte dalla lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si’sulla cura della casa comune sono un accorato appello per la salvaguardia del creato, lo stesso monito della Giornata mondiale della biodiversità, proclamata nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si celebra il 22 maggio per commemorare l'adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica, avvenuta il 22 maggio 1992.

Una delle principali minacce per gli ecosistemi sono certamente gli incendi boschivi che insieme all’inquinamento atmosferico provocano gravi perdite di aree verdi e l’incremento del rischio idrogeologico nelle aree colpite perché di fatto rendono il terreno più fragile ed esposto ai disastri naturali.

Dopo i gravi roghi del 2023 che hanno colpito la nostra terra, è diventato chiaro che molti incendi hanno una causa dolosa. La criminalità ostacola la lotta ai cambiamenti climatici ed alla salvaguardia della biodiversità.

“Dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente, del creato e della casa comune?” Questa domanda, posta da Papa Francesco all’udienza generale del 26 agosto del 2020, è diretta al cuore di ognuno di noi.

Per rispondere a questa domanda è necessario un patto tra generazioni e sebbene il concetto di biodiversità possa sembrare di difficile comprensione per un bambino, in realtà anche nei più piccoli questi temi non sono marginali.

Che cosa occorrerebbe fare per porre fine alla perdita di biodiversità assegnando il «giusto» valore economico alla natura?

Perché le misure siano efficaci è essenziale una conoscenza trasversale. Potrebbe riferirsi alla conoscenza del ruolo della natura nel favorire l’attività economica, all’impatto di quest’ultima sulla biodiversità, sulla salute, sull’alimentazione, ai costi ed ai benefici delle opzioni in materia di politica e di diritto.

L’evento di giorno 27 maggio vuole essere un momento non solo di riflessione ma anche di propositività, strutturato in due fasi: una di natura divulgativa e di sensibilizzazione, rivolta in particolare agli alunni dell’istruzione primaria e secondaria, l’altra fase più operativa di natura tecnica con approfondimenti sul tema della Biodiversità e con la presentazione:

    Del Protocollo tra Regione Siciliana – CESI – Fondazione DUSMET – Ordini Professionali per la gestione razionale delle aree montane e forestali;

    Di un corso di formazione itinerante nelle diocesi Siciliane per la tutela della biodiversità;

    Cerimonia di messa a dimora della talea ”Figlia dell’albero di Falcone”simbolo di legalità e libertà.

 10:00 - Saluti istituzionali

S.E. R. Mons Antonino Raspanti (Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana)

M.R. Dom. Vittorio Rizzone (Abate di San Martino delle Scale – Presidente Fondazione Dusmet – Associazione sentieri Culturali)

On. Renato Schifani (Presidente della Regione Siciliana)

On. Gaetano Galvagno (Presidente dell'Ars)

On. Elena Pagana (Regione Siciliana - Assessore del Territorio e dell’Ambiente)

Prof. Ing. Antonino Valenza (Direttore Dipartimento Ingegneria Università degli Studi di Palermo)

Prof.ssa Patrizia Roccamatisi (Dirigente Scolastico I.C.S. Margherita di Navarra Monreale)

Dott. Nino Sutera (Regione Siciliana - Dirigente Osservatorio Neorurale – Gruppo Tematico Biodiversità)

Avv. Antonello Armetta (Presidente Consulta Libere Professioni)

Dott. Salvatore Fiore (Presidente Federazione Ordini Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia)

Dott.  Nicolò La Barbera (Presidente Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili Palermo)

Ing. Vincenzo Di Dio (Presidente Ordine Ingegneri di Palermo)

Tiziano Caruso (Direttore Dipartimento SAAF UNIPA – Rete Professioni Tecniche)

Carmelo Vitello (Ministro Ordine Francescano Secolare di Sicilia)

Francesco Lo Cascio (Presidente Club Alpino Sicilia- Gruppo Regionale Sicilia)

 

Modera Cristiano Bevilacqua

10:45 Interventi

 

Prof. Tommaso La Mantia (Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali - UNIPA) Fattibilità di un Progetto sperimentale di rimboschimento

 

Dott. Fulvio Bellomo (Regione Siciliana - Dirigente Generale Dip. Sviluppo Rurale e del Territorio)

Linee guida regionali di recepimento del D. Lgs 34/2018

 

Dott. Dario Cartabellotta (Regione Siciliana - Dirigente Generale Dip. Agricoltura)

Programmazione interventi agrobiodiversità e cooperazione

 

Ing. Salvo Cocina (Regione Siciliana - Dirigente Generale Dip. Protezione Sicilia)

Il ruolo del volontariato di Protezione Civile nell’antincendio boschivo

 

Ing. Leonardo Santoro (Regione Siciliana - Segretario Autorità Bacino Distretto Idrografico Sicilia)

Difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico nelle aree colpite dagli incendi

 

Dott. Vincenzo Infantino (Regione Siciliana - Direttore Generale ARPA Sicilia)

ARPA SICILIA e Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente verso il Giubileo 2025 -Ambiente, Salute dell’Uomo, Biodiversità e Clima.

 

Ing. Gaetano Vallefuoco (Vigili del Fuoco Sicilia - Direttore Regionale)

Il ruolo dei VV.FF nella lotta agli incendi boschivi in Sicilia

 

Michele Torregrossa (UNIPA Professore Ingegneria Sanitaria Ambientale)

Il ruolo degli impianti di depurazione nel contrasto alla siccità ed agli incendi

 

Dario Pumo (UNIPA - Ricercatore ICAR/02 Ingegneria)

Minaccia alla conservazione della biodiversità da parte di specie vegetali aliene

 

Ing. Aldo Bertuglia (Coordinatore Commissione Ambiente Ordine Ingegneri Palermo)

Biodiversità: contesti urbani in trasformazione

 

Geol. Giuseppe Doronzo Vicepresidente A.I.P.I.N. (Associazione Italiana Ingegneria Naturalistica)

Mitigazione del rischio idrogeologico nelle aree percorse da fuoco con azioni NBS ed interventi di Ingegneri Naturalistica

 

 

 

 

Dott. Salvatore Fiore (Presidente Federazione Ordini Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia)

Il ruolo dei professionisti per la pianificazione e la gestione dei territori forestali e montani nei tavoli tecnici regionali

 

On. Elena Pagana (Regione Siciliana - Assessore del Territorio e dell’Ambiente)

Il Protocollo di intesa per la gestione razionale delle aree montane e forestali

 

CONCLUSIONI

Prof. Avv. Cristiano Bevilacqua

S.E.R Mons. Giuseppe Marciante (Vescovo di Cefalù, delegato per la Salvaguardia del Creato)

 

 

12:30 Sottoscrizione Protocollo

 

 

12:45 Cerimonia della messa a dimora della talea dell’albero Falcone

 

La presenza dell’Albero di Falcone a San Martino delle Scale, grazie agli alunni della scuola I.C.S. Margherita di Navarra Monreale, concorrerà a sensibilizzare la comunità al tema dell’impegno sociale ma anche all’importanza della salvaguardia ambientale, all’educazione, alla legalità ambientale.

 

Partecipano

Dott. Piergiorgio Morosini (Presidente di Tribunale)

Dott. Pino Zingale (Procuratore regionale per la Sicilia della Corte dei Conti)

Prof.ssa Patrizia Roccamatisi (Dirigente Scolastico I.C.S. Margherita di Navarra Monreale)

Segreteria organizzativa

Silvia Martinico

Sergio Pellerito

Fabrizio Parisi

Laura Milazzo

Aldo Bertuglia

Maurizio Sciortino

 

mail: fondazionegbdusmet@gmail.com

 

Identità e ricchezza del vigneto Sicilia


Il volume Identità e ricchezza del vigneto Sicilia (2015)   nasce a seguito dell’incarico che l’Assessorato regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia affidò all’Università di Palermo e di Milano e all’Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale di Roma, di curare il coordinamento tecnico scientifico e il monitoraggio delle azioni operative del Progetto di selezione clonale e recupero dei vitigni antichi siciliani.  

Un lavoro di larghissimo respiro con l’obiettivo di fornire del materiale di propagazione di migliore qualità, genetica e sanitaria, e di reintrodurre dei vitigni minori di cui si era persa la memoria, sopravvissuti alla fillossera. La ricerca iniziò nel giugno 2003 e nell’arco di pochi mesi i tecnici delle Sezioni operative di assistenza tecnica (SOAT) raccolsero una mole imponente di dati: circa 7.000 piante controllate in tutto il territorio regionale, 480 vigneti studiati, 90 comuni interessati, oltre 2600 test ELISA per la ricerca delle virosi. A fonte di questo lavoro di indagine furono impiantati due campi di confronto e di omologazione a Marsala e Comiso con 3500 viti.

Grazie alla ricerca è stato possibile individuare dei biotipi qualitativamente molto diversi e più complessi sia dal punto di vista del contenuto polifenolico che da quello sensoriale di frappato, nero d’Avola, catarratto e grillo. Il Progetto di ricerca inoltre ha permesso di omologare 9 cloni mentre altri 13 presunti cloni sono in fase di omologazione. Inoltre è stato possibile approfondire le conoscenze su tutti i vitigni attualmente presenti nella Regione.

Il libro è arricchito da un pregevole saggio  intitolato “Per una storia dell’ampelografia e della viticoltura siciliana” nel quale si dà conto dell’importante contributo che gli studiosi siciliani hanno dato, in particolare nell’Ottocento, alla viticoltura siciliana e nazionale. Tra i tanti spiccano le figure di Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, del Barone Mendola di Favara, del Duca di Salaparuta Edoardo Alliata di Villafranca e ancora del romano Federico Paulsen, uno dei protagonisti della rinascita della viticoltura siciliana post fillossera e uno dei più quotati ibridatori italiani nel settore dei portinnesti, molti dei quali ancora oggi portano il suo nome. 

Il progetto di valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani ha permesso anche di monitorare la situazione sanitaria (vedi paragrafo su La situazione sanitaria dei vitigni siciliani) del patrimonio viticolo siciliano, con conseguente miglioramento del patrimonio viticolo regionale. Particolare importanza assume lo studio su la “Caratterizzazione genetico-molecolare della piattaforma ampelografica siciliana” che ha permesso di indagare le relazioni genetiche tra le varietà siciliane e i maggiori vitigni italiani. Le analisi genetiche sulle 11 principali cultivar e su 61 accessioni minori hanno dimostrato numerosi casi di sinonimie tra le varietà minori e tra le varietà principali e varietà minori. Nonostante ciò sono stati identificati 48 profili genetici unici che hanno dimostrato l’alta variabilità della piattaforma viticola siciliana.

Alla luce delle analisi vale la pena di evidenziare che si è confermata l’origine meridionale del sangiovese con una rapporto di parentela di primo grado (genitore-figlio) con foglia tonda, frappato, gaglioppo, mantonicone, morellino del Casentino, morellino del Valdarno, nerello mascalese, perricone, susumaniello, tuccanese di Turi e vernaccia nera del Valdarno. Sull’origine del sangiovese attualmente sono due le ipotesi accreditate, progenie di ciliegiolo del Centro Italia e calabrese di Montenuovo dalla Calabria (Vouillamoz et al. 2007); la seconda, progenie di ciliegiolo e negrodolce dalla Puglia (Bergamini et al. 2012). 

Identità e ricchezza del vigneto Sicilia presenta di ognuno dei vitigni di interesse locale e per i vitigni minori e antichi, una scheda con tutti i sinonimi, i cenni storici, la diffusione, la descrizione della varietà. La novità assoluta è una messe di dati sulla composizione del profilo aromatico con le principali classi dei composti, le principali caratteristiche enologiche, le caratteristiche dei mosti, ecc. oltre ad un inedito profilo genetico molecolare. Alla fine anche un repertorio fotografico dei vitigni antichi o della memoria.

In sostanza un’indagine come non si era mai fatta in passato, sulla ricchezza del vigneto siciliano. La Sicilia infatti si conferma, prima tra le regioni italiane insieme alla Calabria, una vera e propria miniera di biodiversità. L’indagine da questo punto di vista è un punto di arrivo ma anche un solida base scientifica per poter programmare non solo il miglioramento del patrimonio viticolo regionale ma anche per la possibilità di introdurre dei vitigni unici e sconosciuti, base per la viticoltura siciliana di domani. “La Sicilia ha una grande responsabilità nei confronti della storia vitivinicola europea: quella di custodire il senso della storia che è insito nella tradizione, di mantenere vivo quel rapporto che esiste tra l’universalità del mito e la tradizione, dove i segni tangibili dei simboli sono veicolati dai vitigni antichi e dai luoghi che li fanno rivivere

 Identità e ricchezza del vigneto sicilia

giovedì 16 maggio 2024

Nature Restoration law

 

Undici Paesi dell’Unione europea chiedono di sbloccare l’impasse politica sulla Nature Restoration law, il regolamento che mira a ripristinare gli ecosistemi sul 20 per cento delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030, ma molte politiche nazionali e l’utilizzo delle risorse economiche di diversi Stati vanno in direzione opposta. Seguendo, invece, il solco che stanno tracciando i vari dietrofront comunitari sulle misure legate all’ambiente.

 


A poco meno di un mese dalle elezioni europee dell’8-9 giugno, il Wwf pubblica uno studio che fa luce su come l’Italia e gli altri Stati Membri spendono i ricavi ottenuti dalle tasse pagate dai cittadini europei in finanziamenti ad attività che, invece di tutelarlo, danneggiando l’ambiente. Secondo l’analisi, i Paesi dell’Ue stanno impiegando tra i 34 e i 48 miliardi di euro all’anno di sussidi europei in attività che danneggiano la natura. Basti pensare che, fino al 60% dei finanziamenti della Politica Agricola Comune, per un totale di oltre 32 miliardi di euro all’anno, viene speso in attività che incoraggiano pratiche agricole dannose per la biodiversità.

Il caso dell’Italia, gli allevamenti intensivi e i soldi che mancano alla biodiversità – Emblematico il caso dell’Italia, dove l’80% delle risorse della Pac vengono assegnate al 20% delle aziende agricole nazionali, le più grandi e le più inquinanti. Tra queste, i due terzi sono aziende agricole zootecniche intensive concentrate in sole tre regioni: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. La Pac italiana favorisce così gli allevamenti intensivi. “Ogni anno, oltre 30 miliardi di euro della Pac finanziano attività che danneggiano la natura, fallendo nell’obiettivo di sostenere adeguatamente gli agricoltori” racconta Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali del Wwf Italia. E aggiunge: “I sussidi europei, in Italia, finiscono per sostenere le grandi imprese agricole e gli allevamenti intensivi creando danni per l’ambiente e rilevanti disparità economiche, sociali e territoriali tra gli agricoltori”. Peraltro, l’allocazione distorta dei fondi Ue è in netto contrasto con le esigenze identificate nella Strategia europea per la biodiversità. Si stima che tra il 2021 e il 2030 siano necessari 48 miliardi di euro all’anno – provenienti dai bilanci dell’UE e nazionali – per realizzare la Strategia dell’UE per la Biodiversità 2030. Ciò rappresenta solo lo 0,34% del Pil totale dell’Ue, ma non si riesce a raggiungere questo obiettivo, dato che mancando oltre 18 miliardi di euro all’anno.

I paesi che chiedono la legge sul Ripristino della natura – Di fatto, l’Italia non è tra i Paesi europei che, in una lettera indirizzata alla presidenza belga dell’Ue e gli altri Stati membri, hanno chiesto di sbloccare l’impasse sulla legge sul ripristino della natura al prossimo Consiglio Ambiente del 17 giugno. Il regolamento è una misura strategica del piano europeo e il voto in Consiglio Ambiente Ue, previsto per il 25 marzo scorso, doveva essere una mera formalità, dato che l’accordo politico tra Consiglio e Parlamento Ue era stato già raggiunto a novembre 2023. Eppure quel voto è stato cancellato dall’agenda della riunione dei ministri europei dell’Ambiente. E la misura, ennesima vittima delle elezioni in arrivo, è rimasta in ostaggio. Ne chiedono l’approvazione, invece, IrlandaGermaniaFranciaSpagnaRepubblica cecaLussemburgo, Lituania, Estonia, Danimarca, Slovenia e Cipro. “La continua assenza di una maggioranza qualificata per l’accordo provvisorio, accuratamente negoziato, è molto preoccupante: un simile passo indietro su compromessi precedentemente concordati, frutto di lunghi mesi di negoziati, mette a rischio le nostre istituzioni democratiche e mette in discussione il processo decisionale dell’Ue” è scritto nel documento promosso dall’Irlanda, in cui i firmatari incalzano ad “agire con urgenza e decisione per concludere il processo politico” sul regolamento.

Altro che natura, ecco dove vanno i sussidi diretti – Nel frattempo, anche al di fuori del quadro della Pac, gli Stati membri dell’Ue assegnano una serie di sussidi dannosi per la biodiversità legati all’agricoltura e alla silvicoltura. Ad esempio, nel 2022, le sovvenzioni dirette assegnate dagli Stati membri alla biomassa come fonte energetica ammontavano a 15 miliardi di euro. Anche i sussidi indiretti dannosi, come le riduzioni o le esenzioni fiscali per i fertilizzanti e i pesticidi, vengono assegnati ai settori agricolo e forestale. E poi ci sono i sussidi diretti ad altri settori. Per esempio, alla pesca: tra il 5% e il 12% del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, ossia tra i 59 e i 138 milioni di euro all’anno, viene dirottato in sussidi dannosi per la biodiversità. Si tratta di una cifra fino a 2,5 volte superiore ai finanziamenti del Feamp dedicati alla protezione e al ripristino della biodiversità, che ammontano a 53 milioni di euro all’anno. Poi ci sono i sussidi alle infrastrutture di trasporto (da 1,7 miliardi a 14,1 miliardi di euro all’anno) e alle infrastrutture idriche (tra 1,3 e 2 miliardi di euro all’anno) che contribuiscono in modo significativo alla perdita di biodiversità.


 https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/15/undici-stati-ue-chiedono-di-sbloccare-la-nature-restoration-law-mentre-italia-e-altri-investono-su-attivita-che-danneggiano-la-natura/7547969/

PROGETTO EDUCARE AL GUSTO DELLA SANA VITA

 



 

ATS COMPOSTA DA EUPSICHE APS, LEGUMI SICILIANI APS; AFPD ODV; FRATERNITA “S. M. KOLBE” ODV

PARTNER DI SUPPORTO: Idimed (Istituto per la promozione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea) APS, Direzione Didattica Statale Monti Iblei, Sanlorenzo Mercato, Consorzio Network dei Talenti soc. coop. Sociale, Unione delle Associazioni no profit, Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri – Palermo, Madonie.it, Social …Mente, Azienda Agricola Cantali Santo, Cittadinanzattiva Sicilia APS


Finanziato da Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

avviso pubblico per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza regionale promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del terzo settore per la realizzazione di attività di interesse generale di cui all’art. 5 del codice del terzo settore – accordi di programma 2020- 2021 - di cui al DDG 976 DEL 22/06/2022 -  approvato con DDG 1075 del 3/5/2023 così come modificato con DDG 1075 del 10/5/2023

Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 

Schiuma 2024, terza edizione del primo Craft Beer Festival in Spiaggia

                                        Gianna Bozzali

Ritorna il festival dedicato alla birra artigianale fronte mare e piedi sulla sabbia. Sabato 18 maggio, alle ore 10.00, la conferenza stampa di presentazione della tre giorni dedicata alla scoperta dei migliori produttori in Italia.

               Sarà presentato in conferenza stampa il prossimo sabato 18 maggio, alle ore 10.00, al comune di Modica, la terza edizione di Schiuma, il primo Craft Beer Festival fronte mare e piedi sulla sabbia. La manifestazione si terrà dal 31 maggio al 2 giugno a Marina di Modica e darà il via ufficialmente al ricco programma estivo che animerà il territorio modicano.

Ben sette le regioni protagoniste di questa edizione di Schiuma. Vi saranno 11 birrifici ospiti che andranno a coronare, ancora una volta, quel sogno nato tre anni fa di promuovere la cultura della birra artigianale, del buon bere e del buon mangiare con un linguaggio semplice e tanti colori.

 

L’evento, che ha registrato la presenza nelle due passate edizioni di circa 4mila persone e più di 10mila litri di ottima birra spillata sul posto, riaccende i riflettori non solo sul prodotto birra ma anche sul valore della convivialità e della libertà di idee. E a proposito di idee, ricordiamo che quella di Schiuma nasce dall’incontro tra la Beerchef e beerspecialist Eleni Pisano, impegnata da anni su vari fronti del mondo brassicolo, e Zero comunicazione integrata, agenzia con ampia esperienza nell’organizzazione e nella promozione di eventi.


Schiuma in pochi anni è cresciuto notevolmente confermandosi quale primo ed unico festival di birra artigianale, cibo di qualità musica e degustazioni di settore. Quest’anno vanta il patrocinio dell’Assessorato Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e del Comune di Modica.

Tra le iniziative in programma vi è Convivio e Creo Vivo, una cucina con fermento che vede la collaborazione tra due realtà importanti e di grande innovazione tar tradizione e creatività ossia Convivio e Creo Vivo con cui sarà gestita tutta l’offerta food a Schiuma.  Prevista la partecipazione di Saro Petriglieri, un maestro dell’arte della filatura del formaggio e della narrazione del formaggio, cibo che da sempre è in stretta connessione con il mondo della birra. Vi sarà poi la possibilità di partecipare ad un cooking-demo a 4 mani con gli chef Carmelo Ferreri Executive Chef del Ristorante Corallo Marina di Modica Peppe Cannistrà Executive Chef e Patron di Ristorante Rude Ragusa nonché a quello condotto dallo chef Francesco Mineo Executive Chef della Locanda del Colonello Modica. E poi, degustazione interattive e sensoriali con Matteo Selvi e Stefano Moraschini (Unionbirrai Beer Tasters), giudici internazionali di concorsi brassicoli, e con la presenza dei birrai. Tutte le degustazioni saranno a numero chiuso e previa prenotazione sul sito ufficiale della manifestazione www.schiumabeervillage.it

Infine, è prevista una competizione sportiva di alto livello in mare grazie alla collaborazione con Sicilia Open Waters ed il Premio Schiuma 2024 per la miglior Schiuma e spillatura.

«In questa edizione facciamo un salto importante e si cresce ma vogliamo mantenere forte la forza dei contenuti, del dialogo, del poter entrare in contatto direttamente con i produttori brassicoli e con tutti i soggetti che lavorano ed investono sul territorio e che abbracciano la filosofia di Schiuma – dichiara Eleni Pisano, direttrice del festival -. Parola d’ordine è coerenza tra quello che si racconta e il prodotto che si offre. Impresa non facile ma ci proviamo con scelte attente ogni giorno. Non ci interessa apparire ma socializzare, condividere idee, confrontare punti di vista, accogliere e regalare leggerezza che nulla a che vedere con la superficialità. Schiuma – prosegue Eleni Pisano - è un sistema che crea rete e crede nelle diversità con il coinvolgimento di persone che hanno professionalità e maestranze diverse, ognuna fondamentale per creare il sistema Schiuma. Non facciamo finta che non stia accadendo nulla nel mondo, anzi non a caso in questa edizione il nostro slogan è il mare non ha confini: la spiaggia è il luogo da cui spesso si parte e in cui si arriva, racconta storie di viaggiatori, incontri, migrazioni e diversità. Le onde del mare e il loro andare e venire supporta questo punto di vista. In questa edizione, Schiuma diventato marchio registrato e un format di eventi, presenterà i nuovi format creati dall’associazione brassicoltori italiani, che ha tra gli scopi principali quelli di parlare di sviluppo, territorio, sostenibilità, turismo ed inclusione a partire dal punto di vista della filiera brassogastronomica. Un grazie all’agenzia Zero Comunicazione che con tutto il suo staff lavora da mesi all’organizzazione della tre giorni, all’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia, all’on. Ignazio Abbate, deputato all’ARS e Presidente I commissione Affari Istituzionali, al Libero Consorzio Comunale di Ragusa e al sindaco di Modica, Maria Monisteri, per aver accolto l’invito ad ospitare l’evento. Un grazie, infine, a tutte le aziende che saranno presenti».

 

 

 

mercoledì 15 maggio 2024

“Go Carrubo – In syde car”

 


LE ENORMI POTENZIALITA’ DEL CARRUBO AL CENTRO DEL CONVEGNO PROMOSSO NELL’AMBITO DEL PROGETTO “GO CARRUBO” TENUTOSI   A RAGUSA NELLA SEDE DELL’ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI


Il carrubo possiede potenzialità enormi. E’ l’emblema di un territorio. Che può
aspirare a un epilogo diverso da quello economico, con una serie di azioni mirate.
L’inserimento della sua filiera in un progetto con finalità specifiche può favorire lo
sviluppo di sistemi innovativi. Sono i temi cardine emersi durante il convegno
promosso nell’ambito del progetto “Go Carrubo – In syde car” tenutosi  nella
sede dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa.
 Il progetto, finanziato  dall'Assessorato Agricoltura  nell' ambito del PSR Sicilia 2014/2022 ai sensi della Sottomisura 16.1 denominata“Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del Pei in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura”, 
 ha voluto centrare l’attenzione sulla messa a punto di adeguati piani di coltivazione per migliorare le rese e la produttività, sul miglioramento delle tecniche di trasformazione dei frutti ottenendo una farina rispondente alle richieste dell’industria alimentare e sull’individuazione di adeguate forme di utilizzo della farina nella preparazione di alimenti.


Dopo i saluti del sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì; del dirigente dell’ispettorato
dell’Agricoltura di Ragusa, Giorgio Carpenzano; e di Giuseppe Iacono,
vicepresidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa, in
rappresentanza del presidente Giuseppe Dipietro, i relatori sono scesi nel dettaglio
delle fasi progettuali svolte. Il dottore agronomo libero professionista Giuseppe
Cicero ha evidenziato che le caratteristiche di rusticità e la facilità di gestione
agronomica rendono questa pianta adattabile a tutte le condizioni pedoclimatiche del
territorio nazionale, evidenziando che l’appartenenza alla grande famiglia delle
leguminose, così come le sue caratteristiche biologiche, le conferiscono il grande
pregiosi di essere utile al miglioramento dei suoli. Il dottore agronomo Gaetano
Alessandro Guarino, consulente ProSea Srl, partner del gruppo operativo Go
Carrubo, ha affrontato i punti salienti del progetto, chiarendo che i partner sono state
aziende agricole tipiche del territorio ragusano e modicano nelle quali la coltivazione
di carrubi non rappresenta l’attività prevalente e che l’identificazione delle piante è
stata fatta con cartelli e codici identificativi.
Il dottore agronomo e imprenditore agricolo Giovanni Maltese, partner del gruppo
operativo Go Carrubo, ha parlato delle “Prove di campo” chiarendo che “il carrubo è una pianta che rappresenta il territorio e che nell’ambito di questo progetto è stata
inserita una specifica finalità in risposta non solo alle esigenze del territorio, ma
anche e soprattutto a quelle degli agricoltori”. Il dottore agronomo Leandro Nigro,
consulente Sata Srl, ha concentrato la propria attenzione sulla “Adozione delle
procedure di controllo e certificazione”, illustrando i passaggi per la redazione e
l’adozione del disciplinare di produzione, con la valutazione delle analisi nutrizionali
condotte in fase progettuale e l’ottenimento della certificazione di prodotto. Il primo
ricercatore dottore agronomo Antonio Giovino, responsabile scientifico Crea sede di
Palermo, è intervenuto sulla “Caratterizzazione genetica e morfologica delle
accessioni di carrubo siciliano (Ceratonia siliqua L.)” precisando che in questo lavoro
sono state analizzate morfologicamente e geneticamente 19 accessioni e che
complessivamente sono stati considerati 13 caratteri quantitativi relativi a foglia,
legume e seme. “Per indagare la diversità genetica – ha detto – sono stati utilizzati 9
primer Ssr marcati con fluorescenza, indicati come polimorfici in letteratura”.
Infine, il tecnologo alimentare Luigi Gurrieri, consulente Pro.Se.A. Srl, partner del
gruppo operativo Go Carrubo, è intervenuto chiarendo quali le “Prove di
trasformazioni e assaggi” effettuati, soffermandosi, ad esempio, sugli impieghi dello
sciroppo di carrubo che troviamo come dolcificante, come base (gelati, granite,
gelatine, etc.) e con altri ingredienti (creme spalmabili, dolci, marmellate e altro
ancora). Capofila del progetto è Sicilian carob flour srl competente sulle prove di
trasformazione, coadiuvato da altri 13 partner rappresentanti la filiera del progetto.
Che si pone tra gli obiettivi la trasformazione della produzione in farina, l’attività di
controllo e certificazione del processo, la redazione di un disciplinare di produzione e
la messa a punto di tecniche per migliorare l’utilizzo delle farine di carrube.

Ufficio stampa
Giorgio Liuzzo

lunedì 13 maggio 2024

Coome e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte

Secondo webinar del ciclo "Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte" dal titolo "EvaInnova: uno strumento per la valutazione di investimenti innovativi in agricoltura" si terrà il 14 maggio 2024 dalle 16:00 alle 17:00 e illustrerà una Web App realizzata dal CREA-PB in collaborazione con il CONAF per la valutazione della sostenibilità economica, finanziaria, ambientale e sociale di investimenti innovativi in agricoltura al servizio di tecnici, consulenti e imprenditori. 

 

Il webinar si svolgerà sulla piattaforma Microsoft Teams e il link per la partecipazione sarà inviato per email il giorno prima dell'evento.

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