martedì 3 ottobre 2017

Investimenti immateriali, l'esperienza del Progetto Demetra.

                                                                                                    ninosutera


 

Per vincere le sfide di un’economia sempre più globalizzata, occorre investire in competenze, dare maggiore spazio alla produzione di idee e ai beni immateriali per uno sviluppo territoriale più innovativo e competitivo, promuovendo il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali



 Il progetto Demetra (2013/2014)  commissionato dall'Assessorato al  Formez   con   l’obiettivo di riqualificare tecnici per  meglio  indirizzare gli operatori agricoli sia sui requisiti loro richiesti dalla normativa, sia sulle opportunità loro offerte dalle politiche di sviluppo rurale sui temi connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima nel settore agricolo e forestale.


La politica di coesione europea 2014-2020 prevede una nuova architettura del sistema di governance multivello. Il Quadro Strategico Comunitario (QSC) coordina a livello europeo tutti i Fondi (FESR, FSE, FC, FEASR, FEP), traducendo gli obiettivi UE 2020 in priorità di investimento.
A livello nazionale un Contratto di partenariato sullo sviluppo e gli investimenti, sancito fra
Commissione Europea e ogni Stato membro e basato sul QSC, stabilisce priorità di investimento,
allocazione delle risorse nazionali e dell’UE tra settori e programmi, condizioni e obiettivi da
raggiungere. Infine, i Programmi Operativi di livello regionale costituiscono lo strumento di gestione
e traducono i documenti strategici in concrete priorità di investimento, con obiettivi chiari e
misurabili.
Questo assetto della programmazione stimola i diversi attori coinvolti nei processi di attuazione e
gestione delle politiche - Commissione, Stati membri, Regioni, altri soggetti locali - a una maggiore
integrazione di tipo verticale, ma ancor più a carattere orizzontale.
Tra gli strumenti elaborati per garantire che i finanziamenti dell'UE conseguano gli obiettivi generali
e specifici della strategia Europa 2020, oltre che gli obiettivi derivanti da impegni assunti in ambito
internazionale (es. cambiamenti climatici e protocollo di Kyoto), viene introdotto il principio della
condizionalità degli aiuti al rispetto di determinati requisiti ex ante ed al raggiungimento di prefissati
obiettivi ex post. In altre parole, in virtù di tale principio, i finanziamenti sono concessi agli Stati
membri “a condizione che” essi garantiscano una serie di condizioni di partenza (ex ante), facendo
fronte ad una serie di adempimenti legati alle tematiche prioritarie per i fondi (condizionalità
tematiche), e che raggiungano una serie di tappe e/o conseguano dei risultati prefissati in fase di
programmazione (condizionalità ex post).
Allo scopo di verificare lo stato dell’arte relativamente al rispetto di tali condizionalità ex ante da
parte delle Regioni e delle Province autonome, la Direzione Generale dello Sviluppo Rurale del
Dipartimento delle Politiche Europee ed Internazionali del Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali ha chiesto agli stessi enti la compilazione di schede opportunamente
predisposte allo scopo. Ciò al fine di avviare tempestivamente la riflessione sulle modalità da
attuare per l’adempimento delle precondizioni nel prossimo periodo di programmazione.
Per la condizionalità ex ante n. 1.2 “Sufficiente capacità di consulenza sui requisiti normativi e su
tutti gli aspetti connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima nel settore agricolo e
forestale”, prevista nell’ambito della Priorità SR1 “Promuovere il trasferimento di conoscenze e
l’innovazione nel settore agricolo e forestale nelle zone rurali”, è stata elaborata una scheda di
ricognizione indicante lo stato dell’arte rispetto a tale precondizione.
Il Dipartimento regionale degli interventi strutturali per l’agricoltura dell’Assessorato regionale delle
Risorse Agricole ed Alimentari della Regione Siciliana è responsabile delle procedure che mettano
il governo regionale nelle condizioni di potere soddisfare, assieme alle altre, tale condizionalità.
L’iniziativa di cui al presente progetto per la condizionalità ex ante n. 1.2 prevede, attraverso un
intenso programma formativo, il rafforzamento delle competenze dei tecnici dislocati nelle unità
periferiche dell’Assessorato finalizzato alla costituzione di nuclei, strutturati e operativi a livello
territoriale, in grado di far fronte alle necessità di divulgazione/consulenza previste come
precondizione nell’ambito della Priorità SR1.
In considerazione di quanto premesso il Dipartimento regionale degli interventi strutturali per
l’agricoltura ha deciso di concordare con il Formez PA l’attuazione del programmato piano di
interventi formativi, da finanziarsi attraverso la misura 511 del Programma di Sviluppo Rurale
2007/2013.
Il progetto si è posto l’obiettivo di dar vita ad una task force di consulenti in grado di indirizzare gli
operatori agricoli sia sui requisiti loro richiesti dalla normativa, sia sulle opportunità loro offerte
dalle politiche di sviluppo rurale sui temi connessi alla gestione sostenibile e all’azione per il clima
nel settore agricolo e forestale.
Obiettivi :
• Giungere, attraverso un intenso programma formativo, al complessivo rafforzamento delle
competenze del personale delle Sezioni Operative di Assistenza Tecnica del Dipartimento
Interventi Infrastrutturali dell’Agricoltura della Regione Siciliana, per la costituzione di
nuclei, strutturati e operativi a livello territoriale, in grado di far fronte a quelle necessità di
divulgazione/consulenza nei confronti degli operatori agricoli, indispensabili per il
raggiungimento dell’obiettivo generale.
• Fornire ad un gruppo di partecipanti al percorso formativo (selezionati su base volontaria e
di competenza) gli strumenti per poter svolgere in modo efficace il ruolo di “formatore dei
consulenti”.
Il progetto si basa sui criteri previsti per soddisfare la Priorità SR1: “promuovere il trasferimento di
conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali”. Considerato il
numero consistente di risorse umane dislocato negli uffici territoriali della Regione Siciliana, il
progetto prevede una azione di formazione, affiancamento e riqualificazione di tale personale in
modo che anche l’attività di consulenza, finanziata nell’attuale programmazione attraverso la
misura 114 del PSR 2007-2013 e svolta da organismi privati riconosciuti dalla Regione, possa
essere realizzata attraverso il personale della Regione.
Il percorso formativo prevedeva l’utilizzo di diverse metodologie didattiche, con didattica d’aula e
momenti di formazione a distanza, rivolti a 150 funzionari e dirigenti delle Sezioni Operative di
Assistenza Tecnica del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Agricoltura, selezionati dalla
Regione con il supporto di Formez PA.
La Fase 3 ha previsto la partecipazione di 30 funzionari, selezionati grazie alle indicazioni emerse
nelle fasi 1 e 2. 

Programma:
Il sistema dell’innovazione nella programmazione europea 2014-2020
Modulo 1 A (7 ore in presenza)
PSR 2014-2020 e HORIZON 2020
• La rete PEI: domanda e offerta di innovazione
• L’offerta di innovazione e il sistema dell’innovazione sul fronte della ricerca scientifica:
Europa, Italia (Parchi scientifici tecnologici, BIC, Agenzie per lo sviluppo, Centri servizi) e
Sicilia.
• I Gruppi Operativi
• L’integrazione tra la domanda di innovazione (imprese, aziende agricole) e l’offerta di
innovazione (università, centri di ricerca e servizi di consulenza)
• Gli ambiti di intervento dei Gruppi Operativi
• La costituzione e il funzionamento di un Gruppo Operativo
Modulo 1 B (7 ore in presenza)
La domanda di innovazione: le nuove frontiere delle principali filiere agroalimentari
• Processi produttivi e impianti delle principali filiere agrarie (vino, olio, latte, carne, pasta,
ortofrutticolo, conserve)
• Le tecnologie emergenti per le filiere agroalimentari.
• Una buona pratica di innovazione nata in Sicilia: collaborazione azienda-università, ovvero
un esempio virtuoso di incontro tra domanda e offerta.
Metodi, strumenti e tecniche per rilevare la domanda di innovazione
Modulo 2 A (7 ore in presenza)
La progettazione guidata dal basso (bottom-up):
• Le reali esigenze del mondo produttivo agricolo e forestale e il ruolo de i privati (aziende
agricole, imprenditori) nell’orientamento, nella identificazione e nella implementazione degli
interventi innovativi finanziabili dal PSR e da Horizon 2020
• L’analisi del fabbisogno di innovazione:
• Le fonti informative per l’analisi territoriale
• La mappatura degli stakeholders
• Strumenti di analisi e animazione nel territorio per fare emergere le esigenze settoriali e di
filiera, ambientali e territoriali (Focus Group, Tavoli Tematici, Interviste in profondità)
• Strumenti di analisi in azienda: l’audit tecnologico e la ricerca dei fabbisogni impliciti ed
espliciti
Modulo 2 B (7 ore in presenza)
Facilitazione e processi partecipati: strumenti e metodologie
• Caratteristiche e ruolo del facilitatore
• Principi e modelli di facilitazione
• Concetti e pratica della facilitazione
• Ambiti di applicazione della facilitazione
• Struttura di un incontro facilitato
• Strumenti e tecniche di facilitazione
La gestione di un progetto: tecniche e strumenti
Modulo 3 A (7 ore in presenza)
Introduzione al Project Management
• Cos'è un progetto
• Cosa si intende per Project Management
• I processi di Project Management
• Il project charter: deliverable, scope, work breakdown structure, criteri di successo
• La gestione dei tempi di progetto
• Strumenti e tecniche di supporto (WBS, reticoli, GANTT, matrici di responsabilità)
Modulo 3 B (7 ore in presenza)
La gestione di un progetto
Il project charter: organizzazione, tempi, budget, rischi
La gestione di costi e delle risorse di un progetto
La gestione dell’esecuzione di un progetto e il metodo dell’earned value
La gestione della qualità nei progetti
La gestione dei rischi di un progetto
Progress e closing report
Formazione formatori e progettazione formativa
Modulo 4 A (7 ore in presenza)
La pianificazione e la progettazione formativa
• L’identificazione e l’analisi dei bisogni formativi: metodi e strumenti
• Lo scenario formativo: attori e progettazione
• La progettazione formativa: metodi e strumenti
• L’erogazione della formazione: micro-progettazione
• Strumenti e metodi di valutazione della formazione
MODULO 4 B (7 ore in presenza)
L’intervento formativo
• Conduzione e animazione dell’intervento formativo
• Accoglienza di un gruppo di apprendimento, gestione dei canali di attenzione)
• Gli stili di apprendimento e l’alternanza teorico-pratica
• Metodologie formative: role-playing, metodo dei casi, lavori di gruppo, giochi psicologici,
esercitazioni, utilizzo degli audiovisivi, formazione a distanza
• Strumenti per monitorare il feedback del gruppo
Comunicazione efficace, gestione delle riunioni e dei gruppi di lavoro
Modulo 5 A (7 ore in presenza)
La comunicazione nei gruppi
• La gestione delle dinamiche di gruppo: fasi ed evoluzione
• Fenomeni e processi che si sviluppano nei gruppi in apprendimento
• La leadership situazionale e strategica: ascolto e guida
• Tecniche di motivazione ed empowerment del gruppo: il Milton Model
• Simulazioni
Modulo 5 B (7 ore in presenza)
La comunicazione strategica
• Il colloquio e la riunione: fasi, processi, funzionamento
• Tecniche di comunicazione strategica nei colloqui e nelle riunioni
• Gestione degli interlocutori difficili: le categorie di Virginia Satir
• L’ascolto attivo: riformulazione, ricapitolazione, confronto, rinforzo
• Simulazioni
Nuovi strumenti per la comunicazione
Modulo 6 A (7 ore in presenza)
La comunicazione 2.0
• Social Local Mobile per la promozione del territorio
• Le potenzialità di Internet e delle applicazioni per smartphone.
• Le strategie innovative basate sulla geolocalizzazione.
• Casi di studio, italiani e internazionali e approfondimenti sui benefici e rischi che soggetti
privati e istituzionali possono

domenica 1 ottobre 2017

Borghi GeniusLoci De.Co.


nuccia tornatore



Il percorso  Borghi  GeniusLoci De.Co. (Denominazione Comunale) a prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono il territorio, le tradizioni, la tipicità, la tracciabilità e la trasparenza, elementi  che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio.









Chiediamo a Nino Sutera,  Innovation brokers e ideologo del percorso    Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?
E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF · XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO 
Qual è la mission?     Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.
In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?
L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)
Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?
 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti, perchè non rispettose delle norme e delle regole.



Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.

sabato 16 settembre 2017

Officinali in Sicilia



Sambuca di Sicilia, ospiterà il prossimo 28 settembre, il     seminario nazionale
  Officinali in Sicilia 

 Evento Tecnico-Divulgativo indirizzato agli imprenditori agricoli 

che vogliono avviare o potenziare la propria attività nelle 

settore 

della produzione, trasformazione e commercializzazione delle 


piante Aromatiche ed Officinali.


Dopo i saluti istituzionali sono previsti gli interventi su:

   Il ruolo delle piante officinali nel contesto agricolo siciliano
Dott. Antonino Sutera 
(Coordinatore Osservatorio di NeoRuralità - Ente Sviluppo Agricolo - Reg. Sicilia)

    La struttura  delle aziende produttrici  di piante aromatiche e officinali e corretto accessal mercato.
Dott. Andrea Primavera 
FIPPO (Agronomo Libero Professionista  - Presidente Federazione Italiana
Produttori Piante Officinali)


            Potenzialità commerciali delle Piante officinali, iter autorizzativo per l'immissione in commercio e strategie di Marketing.

Dott.ssa Valery Licata 

(Responsabile Marketing e Vendite

Rao Erbe)


    Coltivazione delle specie Aromatiche in Sicilia: EsperienzaAziendale
Dott. Gaetano Chiapparo 
(Presidente Associazione Produttori Piante Aromatiche di Sicilia)


    Estratti da Fico D'india: L'esperienza di una giovane impresa all'avanguardia
Dott. Vincenzo Monreale 
(Amministratore di BioinAgro e Presidente di Promolmprese)


    La tecnica irrigua nella produzione di piante aromatiche ed officinali.
Dott.  Marco Ventimiglia
(Agronomo Libero professionista)


    Coltivazione e Trasformazione delle piante Aromatiche ed Officinali; gli errori da non fare

Dott. Marcello Militello 
 (Agronomo Libero Professionista)


L'agricoltura italiana, nel suo lungo e difficile percorso di crescita, si è dovuta misurare con i profondi mutamenti che hanno interessato le economie, i mercati e le agricolture di tutti gli altri Paesi.
 Ciò ha dato luogo ad un lungo processo di trasformazione e modernizzazione, che ha allineato il ruolo dell'agricoltura italiana, nell'ambito del nostro sistema economico, al ruolo ricoperto dal settore  negli altri Paesi ad economia fortemente industrializzata.





Un processo di graduale sostituzione delle colture meno redditizie o di riorientamento al mercato ed una maggiore diversificazione delle colture che prenda avvio e stimolo dalle difficoltà incontrate nell'ultimo decennio potrebbe, dunque, costituire un importante contributo alla ripresa del settore.


























 In tal senso la scelta di porre l'attenzione verso un settore da valorizzare qual’è quello delle Essenze Officinali appare quantomeno sensata.
Una attenta riflessione sul mercato delle piante officinali porterà senza dubbio all’opportunità di concedere a  queste specie una possibilità di sviluppo concreta e di una seria programmazione.
 Attualmente nel nostro Paese il 30% delle disponibilità è destinato all'industria liquoristica e delle bevande, il 24% all'industria farmaceutica, il 16% all'industria della cosmesi e profumi, il 14% all'erboristeria, il 12% all'industria alimentare, il 3% all'omeopatia e l'1% all'industria dei coloranti.
Un business, quello legato alle erbe officinali, che in Italia vale 1.100 miliardi. (fonte: F.I.P.P.O.)
Ma né il boom delle erboristerie ed il loro continuo aumento, né la crescente domanda in fitoderivati ha stimolato l'incremento della produzione di erbe officinali, che in verità si mantiene sugli stessi livelli ormai da anni. Il mercato delle specie e derivati officinali, che ha conosciuto in Italia un periodo estremamente florido soprattutto a cavallo delle due guerre tanto da soddisfare il fabbisogno nazionale di prodotti erboristici ed esportarne quantitativi importanti, conosce oggi una situazione gravemente deficitaria.
Il 25% del fabbisogno nazionale sarebbe soddisfatto dalla produzione nazionale e per il 75% da quella estera.   Le importazioni si aggirano mediamente intorno ai 750.000 q, per un valore medio intorno ai 400 miliardi. Considerando le esportazioni del settore, il saldo negativo è intorno a 250-300 miliardi.
Nonostante le potenzialità per aumentare l'offerta interna di Piante Officinali non sembrano esserci spazi per chi vuole intraprendere questa attività a causa, soprattutto, di problemi di carattere normativo e sostanzialmente legati ai rapporti con il mondo della trasformazione e della commercializzazione.
 Il problema vero è quello della valorizzazione delle produzioni che andrebbe attuata con l'adozione di disciplinari che prendano in considerazione l'intero ciclo, dalla produzione allo stoccaggio, fino alla trasformazione. Il settore soffre non solo della mancanza di strutture organizzative che facilitino l'approccio dei produttori al mercato, ma soprattutto una vera industria della trasformazione e della lavorazione delle piante officinali, che affianchi la miriade di piccoli laboratori artigianali che lavora in maniera difforme e frammentata.
Accanto alla globalizzazione  dei mercati che ha inevitabilmente portato ad un appiattimento dei prezzi sui livelli internazionali  con conseguente aumento delle importazioni da parte di quei Paesi dove il costo della manodopera è sensibilmente inferiore al nostro, si assiste alla ricerca da parte del consumatore del prodotto di qualità, garantito soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario.
La regolamentazione del settore e la nascita di una vera industria della trasformazione creerebbe in pochi anni posti di lavoro in agricoltura, artigianato, industria, commercio e permetterebbe allo Stato un notevole risparmio in assistenza sanitaria.
 In Italia, infatti, già il 25% della popolazione fa abitualmente uso di prodotti naturali a base di erbe e quella dell'automedicazione è una realtà in continua crescita.
Appare, pertanto, opportuno, espandere la produzione nazionale a patto che si compia un salto di qualità e l'offerta, che attualmente si presenta estremamente polverizzata, venga concentrata e, principalmente, punti sul fattore qualità come elemento competitivo col quale contrapporsi all'offerta estera. Quest’ultima risulta vantaggiosa in termini di prezzo, di omogenietà e di costanza degli approvvigionamenti. Tuttavia, essa non è scevra da inconvenienti: tempi lunghi di sdoganamento, deterioramento ed inquinamento del prodotto durante le fasi di trasporto e stoccaggio, mancanza di notizie sull'origine della droga, delle agrotecniche, dei tempi e modi di raccolta e di garanzie igienico-sanitarie.
Le grosse potenzialità di espansione espresse dal mercato e le considerazioni appena fatte assicurano sulla scelta di puntare al potenziamento del settore officinale nazionale con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno d'Italia, vocate per la coltivazione di tutte le specie aromatiche o da condimento, da profumo e medicinali, compresi i frutti minori, attualmente molto richiesti dall'industria farmaceutica.
Da qui, l’esigenza di una ricerca a livello regionale che possa dare impulso all’introduzione di queste colture aromatiche e medicinali negli ordinamenti colturali siciliani.
 Esse possono essere impiegate, stante la loro rusticità ed adattabilità, nel recupero di numerose aree interne collinari e montane, frequenti nelle regioni meridionali, dove molto limitate sono le possibilità di scelta produttiva e dove per frenare il fenomeno dell'abbandono è necessario trovare nuovi spazi occupazionali e nuove forme di integrazione al reddito delle famiglie. Inoltre, in coltura specializzata e con l'ausilio delle più moderne tecniche colturali, possono sostituire validamente  talune colture tradizionali.

SITUAZIONE ESISTENTE
L’attuale interesse per le piante aromatiche e medicinali nasce, in primo luogo, dal fatto che la richiesta dei prodotti derivati da esse è andato sempre più allargandosi, in armonia con la sempre più diffusa esigenza di migliorare la qualità della vita, anche tramite la fruizione di sostanze sempre più genuine.
Nell'ultimo decennio, infatti, la domanda di prodotti biologici è cresciuta in modo considere­vole, ma non si può dire altrettanto per il mercato e la diffusione di tali prodotti la cui offerta, dagli anni '30 ad oggi, si è comunque allargata, con una continua innovazione nei processi produttivi e nel marketing del "biologico". Parallelamente a questo sviluppo è corrisposto una sempre maggiore consapevolezza delle relazioni esistenti fra nutrizione e salute.
In un’ottica di un'agricoltura tesa alla fondamentale funzione della tutela ambientale, le piante aromatiche e medicinali assumono oggi una nuova impor­tanza affermandosi sempre più come colture in grado di fornire materie prime diversificate per la realizzazione di prodotti "naturali" classici e innovativi.
 La loro coltivazione, in ambienti vocati, come quello siciliano, al di là dell'a­spetto strettamente produttivo, può creare i presupposti per uno svi­luppo rurale autenticamente "inte­grato" e può costituire una delle possibili soluzioni ad uno dei pro­blemi principali che affligge la nostra agricoltura: la neces­sità di re­pe­rire produzioni alternative e di qualità  che siano in grado di offrire nuove pos­sibilità di occupa­zione e di integrazione del reddito, soprattutto in aree marginali di collina e di montagna.
Le piante aromatiche e medicinali sono in grado di vegetare molto bene anche in assenza di input energetici di rilievo e facendo uso di tecniche agricole di tipo conservativo che richiedono ridotte lavo­razioni e una minore uti­lizzazione di fertilizzanti di sintesi chi­mica.
L'agronomia ha sempre dedicato alle piante medicinali uno spa­zio molto ridotto in quanto tradizionalmente considerate ai margini dei grandi interessi economici. Superato definitivamente il vecchio luogo comune che vo­leva le piante medicinali in coltura più povere di principi attivi di quelle sponta­nee, molti problemi devono ancora essere risolti riguardo so­prattutto alla de­finizione della migliore agrotecnica in condizioni di­verse da quelle dell'habitat naturale.
La speciale attenzione riservata dall’UE alle colture non eccedenta­rie, nonchè l'orientamento dell'opinione pubblica e delle Istituzioni volte a ri­cercare e favorire produzioni agricole di qualità, potrebbero favorire le possibilità di sviluppo della loro coltivazione.

La crescente attenzione nei riguardi delle piante officinali trova ulteriore conferma nella   istituzione nel corso di Diploma universitario in tecniche erboristiche (Decreto Murst del 6 giugno 1995, G.U. 1902 del 1996), che potrà dare un notevole contributo alla preparazione di tecnici di alto livello nel settore.
Il mercato richiede, infatti, derivati da piante officinali rispondenti a chiari standard di qualità. Le officinali, specie se di uso erboristico, sono un prodotto di élite, la cui valutazione economica dipende molto dalle caratteristiche di pregio del prodotto.
L'unica forma commercializzabile delle piante officinali è un prodotto che ha subito almeno una prima trasformazione e spesso è oggetto di una seconda trasformazione per l'ottenimento dei fitoderivati utilizzati poi come materie prime dell'industria.
Proprio questa seconda fase del processo produttivo necessita di un adeguato approfondimento mirato alla messa a punto di modelli di trasformazione in grado di garantire l'ottenimento di prodotti rispondenti a tutti i requisiti richiesti sia dalle normative, in particolare per ciò che attiene il livello di igienicità del prodotto, che dal mercato.

Tuttavia, il conseguimento di concreti risultati sul piano economico è possibile solo se si realizza una più stretta collaborazione tra le parti interessate per il collocamento delle produzioni attraverso la stipula di contratti tra produttori e utilizzatori industriali.
L’ambito in cui si intende svolgere l’attività di ricerca interessa l’intero territorio della Regione Sicilia.

PUNTI DI FORZA
Ø Costante incremento del consumo di prodotti officinali (tal quali e trasformati);
Ø Importazione di prodotto grezzo e/o trasformato  dall’estero senza garanzie igienico-sanitarie di prodotto e di processo;
Ø Aumentata sensibilità del consumatore verso prodotti naturali e innovativi;
Ø Rivalutazione di prodotti a base di erbe per la cura del corpo e per l’automedicazione;
Ø Condizioni pedoclimatiche, in Sicilia,  favorevoli alla coltivazione di P.O.;
Ø Possibilità di valorizzazione di aree marginali soggette a rischio di erosione idrogeologica;
Ø Espansione del mercato dei prodotti biologici e tipici nell’ambito delle attività legate al turismo rurale;

PUNTI DI DEBOLEZZA
Ø Frammentazione e polverizzazione dell’offerta di prodotto. Assenza di materie prime di alta qualità, esenti da pesticidi e carat­terizzate da elevati standard qualitativi;
Ø Mancanza di strutture organizzative che facilitino l’approccio dei produttori al mercato;
Ø Mancanza di una vera industria della lavorazione e trasformazione delle piante officinali;
Ø Scarse conoscenze sulle tecniche di coltivazione e di trasformazione;
Ø Assenza di organizzazione e collegamento tra i vari segmenti della filiera;
Ø Elevati costi di produzione per mancanza di meccanizzazione soprattutto nella fase di raccolta;
Ø Mancanza di accordi tra produttori, industriali e commercianti mediante la stipula di contratti, non tanto di coltivazione preventivi, ma sottoforma di veri accordi interprofessionali. Quest’ultimi, da un lato dovrebbero salvaguardare gli interessi del produttore, dall’altro dovrebbero garantire un costante flusso di prodotti con caratteristiche qualitative concordate con l’utilizzatore,

http://www.agrinnovazionesicilia.it/wp-content/uploads/2015/10/piante_officinali_2008.pdf 


Un antico erbario incominciava così
il suo sermone introduttivo:

Herbis, non verbis medicorum est pellere morbos;
herbis, non verbis fiunt medicamenta vitae;
herbis, non verbis curantur corporis artus;
herbis, non verbis fiunt unguenta saluti;
herbis, non verbis redeunt in corpora vires;

“Non si cacciano le malattie con le parole;
non si curano le membra non si fanno medicine e unguenti,
non si ristorano le forze del corpo con le parole, ma con le erbe”



 Questa è una convinzione comune a tutta l’ antichità: i rimedi ai nostri mali fisici dobbiamo cercarli nella natura che è la provvida madre degli uomini, preparata per loro da Dio,  perché trovino in essa tutto il necessario alla vita, dall’ aria per respirare alle medicine per i loro inevitabili malanni, dal cibo per nutrire il corpo, ai succhi vari che li stimolano e li confortano.
Per secoli le erbe sono state le spezie dei poveri. I ricchi inondavano le carni di noci moscate, cannelle, chiodi di garofano per coprirne, talvolta, l’ odore putrefatto. Ai poveri, bastava qualche foglia dal gusto meno consueto per ravvivare un’ insalata altrimenti stucchevole o per ridare una piena freschezza a frittate fatte con uova di seconda scelta.   Alle erbe l’ immaginario popolare attribuiva i più ampi poteri.  
L’uso delle piante officinali è antichissimo, i primi rimedi sono stati proprio quelli forniti dai vegetali, ma costituisce anche una tradizione plurimillenaria  che è giunta   fino a noi.
La conoscenza delle proprietà terapeutiche, il riconoscimento delle piante e delle parti da utilizzare, la scelta del momento della raccolta e le modalità di conservazione e di preparazione dei medicamenti sono stati nel corso dei secoli l’unica medicina a disposizione   della popolazione.    

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