domenica 28 maggio 2017

CARBOJ CARBON CUP

 Anteprima nazionale l'iniziativa  

Project proposal based on Soil Carbon Challenge
  
CARBOJ CARBON CUP 
  

Sarà presentata il prossimo mese di Giugno 


 Gaspare Varvaro*,  G. Gras*, D.Impastato**  N. Sutera***
  
* Ass. Agricoltura Rigenerativa Sicilia,    lurss.Onlus**   ESA***

 

Le emissioni di diossido di carbonio in atmosfera da parte delle energie fossili incide appena il 3.4% sul totale annuo, mentre l’attività agricola convenzionale contribuisce al 25% del rilascio totale annuo di anidride carbonica (CO2), al 50% delle emissioni annue di metano (CH4) e al 75% delle emissioni annue di protossido di azoto (N2O). Occorre adottare una visione diversa sul rapporto Carbonio/Cambiamento Climatico. Il carbonio di per se non costituisce un problema perchè è elemento di un ciclo biologico: per grandi linee il processo inizia dalle piante, le quali assorbono il carbonio dall'atmosfera e utilizzando l'energia solare la convertono in carboidrati che alimentano la vita, le azioni, i sentimenti e i pensieri. Oltre a sequestrare carbonio sottoforma di biomassa vegetale, circa il 60% dei prodotti della fotosintesi vengono essudati dalle radici nel suolo per nutrire i microrganismi, con i quali la pianta instaura strette relazioni di cooperazione. Sono le pratiche agricole a terminare la percentuale di questa energia che sarà trasformata in sostanza organica stabile (humus) e attiva. Nell'ultimo decennio, diversi movimenti di agricoltura alternativa hanno valorizzato a processi e pratiche agricole innovative per aumentare i livelli di fotosintesi, la percentuale di carbonio nel suolo e ridurre l'ossidazione della sostanza organica senza sacrificare la produttività. Queste innovazioni non vengono da centri di potere istituzionale o economico, ma dalla periferia. Pensare che questi cambiamenti possano essere promossi dall'alto, da accordi internazionali, da ricerca univeristaria, da conferenze, report o dalle "buone pratiche" non ad alcun risultato. Neppure gli incentivi europei o le manovre di mercato hanno avuto influenza positiva in tal senso, portando anzi all'accettazione condivisa che produrre "biologico" significhi avere una produzione minore rispetto al convenzionale. Cambiare visione significa porsi "domande diverse": invece che chiedersi quale sia il miglior modo di accumulare carbonio nel suolo, domandiamoci chi può farlo meglio! Allo stesso modo se vogliamo sapere quanto veloce un uomo può correre i cento metri, cosa facciamo? Costruiamo un modello statistico informatico, convochiamo un panel di esperti sulla fisiologia umana, facciamo una ricerca bibbliografica? No, organizzi una corsa, premi il vincitore, e lo imiti. Il miglior modo di predirre il futuro è crearlo, capire dove siamo, dove vogliamo arrivare e di cosa abbiamo bisogno, che direzione vogliamo prendere.

1. Carboj Carbon Cup  
La competizione proposta emula su scala locale la succitata ed è in attesa patrocinio e tutoring da Soil Carbon Coalition, associazione promotrice della Soil Carbon Challenge (World Carbon Cup). L'obiettivo è sapere "quanto velocemente gli imprenditori agricoli riescono a immobilizzare il carbonio atmosferico nel suolo come sostanza organica stabile capace di trattenere maggiori volumi di acqua e aumentare la fertilità del suolo" tutelando il territorio dai fenomeni erosivi e di dissesto. La sfida ci permetterà di riconoscere, valutare e immaginare le opportunità di una agricoltura del carbonio e potrà diventare modello per le istituzioni e i governi che successivamente potranno essere capaci di implementare politiche e incentivi appropriati, corretti e localmente adatti, che guideranno alla diffusione ed adozione di sistemi di gestione del territorio innovativi e virtuosi.





                                                   

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