venerdì 22 novembre 2024

“Taormina Food Expo“

 Dal 21 al 24 novembre 2024, si terrà nella magnifica location del Palacongressi di Taormina il Taormina Food Expo, la terza edizione del festival dell’agroalimentare Siciliano d’Eccellenza che ospiterà il meglio della gastronomia siciliana. Organizzato dalla Cna Sicilia, con il contributo dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, il patrocinio oneroso dell’Assessorato Regionale al Turismo ed non oneroso del Comune di Taormina.

Una manifestazione, che celebra e mette al centro il comparto dell’agroalimentare d’eccellenza siciliano. 

Ormai alla terza edizione è una manifestazione che torna a presentare l’eccellenza, dove verranno presentati nuovi piatti Stg (Specialità Tradizionali Garantite), che stiamo già elaborando con l’associazione italiana cuochi e i partner che saranno presenti in tutte le giornate“, commenta Piero Giglione, segretario della Cna Sicilia. 

Una novità sarà la presenza di talk show, due al giorno, e l’edizione particolare sulla dieta mediterranea con i libri di Camilleri e le camere di commercio di CataniaRagusa e Siracusa che presenteranno il progetto con la presenza di imprenditori che hanno conosciuto l’autore.

L’obiettivo è quello di proiettare l’agroalimentare siciliano in un sistema molto più ampio e nazionale. Quest’anno avremo un partenariato con Malta, frutto di un accordo siglato un anno e mezzo fa“. Presente una delegazione di imprenditori e cuoci maltesi rappresentanti della Malta Food Agency, lo strumento governativo del ministero dell’agricoltura maltese. Una serie di iniziative formative, culturali e incontri be to be con le aziende presenti, “un riconoscimento Igp e Dop delle specialità siciliane, che abbiamo selezionato in tutto il territorio, che saranno la vetrina della Sicilia buona nel mondo“.

Non solo eccellenze siciliane ma “internazionalizzazione“, un gemellaggio con malta con cui è stato sottoscritto un’accordo di partenariato come Cna Sicilia per sviluppare politiche di valorizzazione e iniziative a sostegno degli imprenditori maltesi e siciliani. “A febbraio saremo noi a Malta per promuovere i prodotti della nostra terra, e aiutare nell’esportazione”.

A partecipare 50 espositori delle migliori aziende siciliane; 15 espositori Maltesi; un Incoming organizzato dall’Ufficio Promozione e Mercato Internazionale della CNA Nazionale e dall’agenzia ITA/Ice con la presenza di 15 buyer internazionali; un Incoming con operatori e buyer Maltesi per ampliare l’offerta B2B; convegni tematici con la partecipazione di qualificati Relatori europei, nazionali e regionalirappresentanti del mondo della politica, dell’economia, della finanza, della cultura, dei sindacati dei lavoratori e delle imprese, delle religioni, del sociale e delle istituzioni; la presenza di una delegazione dello Stato di Malta (Ministro Agricoltura, Sotto Segretario Agricoltura, rappresentanti del Parlamento e rappresentanti della Malta Food Agency); Bilaterali tra imprenditori e rappresentanti della Sicilia e dello Stato Maltese; presentazione negli Show Cooking di piatti tipici della Gastronomia Regionale, con il contributo determinante dell’Associazione cuochi siciliana URCS/FIC.

“Discutere, confrontarsi e degustare i prodotti che metteremo a disposizione”.

Questa iniziativa si inquadra nell’ottica del contributo che la Cna Sicilia e la Cna Agroalimentare Sicilia intendono sviluppare nell’ambito delle iniziative che la Regione Siciliana sta mettendo in campo nell’ambio del programma ‘Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025’. A questo proposito la Cna sta lavorando per raggiungere il prestigioso obiettivo di portare a certificazione Stg (Specialità tradizionali garantite) ben 9 piatti della gastronomia tradizionale siciliana, che sono stati presentati dagli chef siciliani già nell’edizione  scorsa del Taormina Food Expo.

Ma non solo esposizione di prodotti, anche la possibilità di avere export con le aziende presenti alla manifestazioni. Si presenteranno anche i piatti gastronomici definiti la “nuova gastronomia” che, pur non avendo una storicità, man mano nell’ultimo ventennio, si sono affermati ed oggi rappresentano una specificità e meritano di essere tutelati e promozionati.

Dal 21 al 24 novembre 2024 sarà presente tra gli espositori un desk informativo del Castello di Taormina. I visitatori che parteciperanno all’evento Taormina Food Expo avranno inoltre la possibilità di visitare la fortezza medievale con uno sconto particolare a loro strettamente riservato, con un voucher che potrà essere ritirato presso il desk del castello.

 

 







Rapporto Ismea 2024 sull'agroalimentare italiano

 

L'agroalimentare italiano migliora l'autosufficienza, ma resta alta la dipendenza da importazioni in filiere chiave

 


Una maggiore apertura internazionale che ha favorito i rapporti commerciali con l'estero e una più solida struttura produttiva e logistica che ha alzato il grado di autonomia delle forniture rispetto ai fabbisogni alimentari. L'agroalimentare italiano ha sperimentato progressi su entrambi i fronti, estero e interno.

 A confermarlo è una batteria di indicatori contenuti nel Rapporto sull'agroalimentare italiano di ISMEA presentato stamattina, che quest'anno propone un approfondimento sulle catene globali del valore e sul grado di approvvigionamento delle diverse filiere nazionali, temi di stringente attualità alla luce del quadro di crescente incertezza che sta inducendo diversi paesi a rivedere le strategie di delocalizzazione adottate negli ultimi decenni. Uno degli indicatori chiave è il tasso di approvvigionamento generale del settore agroalimentare italiano, inteso come rapporto tra il valore della produzione interna e quello dei consumi, che nel complesso si è attestato, nel 2023, vicino al 100% (99,2%).

Il dato - sottolinea l'ISMEA - è frutto, tuttavia, di situazioni differenziate a livello di singoli comparti e prodotti. In particolare, la compresenza di un'agricoltura deficitaria di alcuni prodotti e di un'industria alimentare orientata all'esportazione determina situazioni di significativa dipendenza dall'estero in alcune filiere per l'approvvigionamento di materie prime da trasformare in prodotti caratteristici del made in Italy. Una tendenza che si è accentuata negli ultimi anni di pari passo all'aumento della capacità di penetrazione sui mercati esteri dell'industria alimentare e alla contestuale minore disponibilità di materia prima nazionale a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici.

Questo deficit rende alcune filiere più vulnerabili a fattori geopolitici, climatici e sanitari che influenzano le catene di fornitura, specie laddove il tasso di approvvigionamento è basso e la provenienza delle importazioni è fortemente concentrata o legata a paesi lontani e a rischio. 




primi dieci prodotti importati dall'Italia sono in ordine: caffè, olio extravergine d'oliva, mais, bovini vivi, prosciutti e spalle di suini, frumento tenero e duro, fave di soia, olio di palma e panelli di estrazione dell'olio di soia. Il grado di autosufficienza dell'Italia per questi prodotti varia dallo 0% nel caso del caffè e dell'olio di palma a oltre il 60% nel caso dei prosciutti, ma sono mais e soia, ingredienti di base dell'alimentazione zootecnica, i prodotti che, secondo l'analisi di ISMEA, presentano le maggiori criticità in termini di approvvigionamento. Per entrambi le importazioni negli ultimi venti anni sono considerevolmente aumentate, comportando una drastica riduzione del tasso di approvvigionamento (al 46% per il mais e al 32% per la soia nel 2023). Quanto ai Paesi d'origine, per la soia si evidenzia una forte concentrazione delle forniture dal Brasile (50%), mentre nel caso del mais, pur in presenza di un livello di concentrazione minore, prevalgono gli arrivi dall'Ucraina, un Paese chiaramente a rischio elevato.  

   Il tasso di approvvigionamento italiano è basso anche per i frumenti, con l'industria pastaria che dipende per il 44% dalle forniture provenienti da Canada, Russia, Grecia e Turchia e quella dei prodotti da forno che per il 64% del suo fabbisogno ricorre al prodotto di origine ungherese, francese, austriaco, ucraino e romeno. Anche per la carne bovina il tasso di approvvigionamento è sceso a livelli molto bassi nel 2023 (40%), con la Francia che concentra l'85% del valore dell'import di bovini da ristallo. La prevalenza di un solo fornitore, trattandosi della Francia, è rassicurante sul fronte geopolitico ma rende comunque vulnerabile la filiera nazionale ad altri fattori, come testimoniano le recenti difficoltà dovute alle restrizioni sanitarie associate alla diffusione negli allevamenti francesi di epizoozie e alla più recente emergenza Blue tongue. Infine, per l'olio extravergine di oliva, di cui l'Italia è il secondo maggiore esportatore mondiale e il primo consumatore, le forniture provenienti dagli altri paesi del bacino Mediterraneo, in primis la Spagna, sfiorano il 50% del nostro fabbisogno, legando a doppio filo le sorti del prodotto nazionale a quello estero, soprattutto in termini di variabilità dei prezzi. 

REPORT

Novara di Sicilia, un Borgo identitario

              L' operosa comunità di Novara di Sicilia 

candidata  al  prestigioso riconoscimento di 

“Custode dell’Identità Territoriale“ 

del percorso Borghi GeniusLoci De.Co.

             Novara di Sicilia, paese situato in provincia di Messina,    gioco, cibo tradizionale e scaramanzia animano le vie del paese durante il Torneo di Lancio del Maiorchino, un   un formaggio stagionato che   si collega ad un gioco tradizionale - Il Lancio del Maiorchino, praticato già nel 1700 secondo la documentazione rinvenuta negli archivi comunali. Durante le feste di Carnevale, diverse squadre di uomini e donne lanciano un formaggio stagionato - fabbricato con latte ovino e caprino l’anno precedente al gioco – facendolo rotolare lungo un percorso prestabilito attraverso il centro del paese.
VIDEO

  UN PAESE IN FESTA

La produzione del Maiorchino è espressione di pratiche di allevamento tradizionale rispettose dei ritmi delle transumanze stagionali. Queste, oltre a favorire la biodiversità, sono all’origine di un prodotto di alta qualità, prezioso per l’economia di una comunità impegnata a combattere lo spopolamento. Un gioco tradizionale rivitalizzato negli anni 90 dall’associazione Circolo Olimpia, coinvolgendo produttori, abitanti di Novara così come turisti e appassionati di paesi limitrofi. Questa tradizione ludica contribuisce alla notorietà del formaggio, favorendo un turismo sostenibile, rafforzando il senso di appartenenza e una dinamica di dialogo con altre comunità ludiche tradizionali.  
 

Messina, festa del vino

 Tutto pronto per il secondo appuntamento della Festa del Vino a Messina

La Pro Loco Casali Peloritani, con il patrocinio della Regione Sicilia dell’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari e del Comune di Messina, e in collaborazione con l’Associazione Giovanna d’Arco e l’Oasi Azzurra, invita tutti a partecipare al secondo appuntamento della Festa del Vino sabato 23 novembre alle ore 17:00.



L’evento si terrà nello splendido scenario dell’Oasi Azzurra, incastonato tra le suggestive Montagne di Sabbia e con vista mozzafiato sulle Isole Eolie. Qui, al calar del sole, si aprirà un convegno ricco di contenuti e spunti di riflessione, grazie ai contributi di cinque relatori esperti.

Nel corso del Convegno, moderato dal Dott. Antonio Tavilla, interverranno Don Vincenzo Majuri, il professore Leo Moleti, Cettina Lanzafame, Yulia Sidorina ed il professore Filippo Grasso e si dibatterà riguardo al percorso del vino, della vigna alla tavola, quale esperienza enoturistica.

A partire dalle 18.30, la musica accompagnerà i partecipanti in un percorso tra i saperi e i sapori del territorio. Degustazioni di vini pregiati e specialità d’autunno, per celebrare le eccellenze enogastronomiche locali.

L’iniziativa si avvale della preziosa collaborazione delle associazioni culturali e professionali del territorio: l’Associazione Culturale Peloritana - I Ferri du Misteri, ONAV Messina, e Wine Passion & Skill.

Occasione unica, dove tradizione, natura e convivialità si incontrano per celebrare il vino e i sapori d’autunno.

mercoledì 20 novembre 2024

XIX SAGRA DEL MAIALE E DEL CINGHIALE

  Il Comune di Antillo organizza la manifestazione “XIX Sagra del Maiale e del Cinghiale” con l’intento di promuovere e valorizzare le produzioni agricole e agroalimentare di rilievo regionale e nazionale dell’entroterra messinese che ruotano attorno al vasto territorio che circonda il Comune.
Questa iniziativa è finanziata dall’ Assessorato Regionale dell'Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura. La produzione della manifestazione è curata dall’ Amministrazione Comunale di Antillo e dalla Proloco Antillo APS. L’evento sarà incentrato sulla promozione dei prodotti agro alimentari tipici e locali, soprattutto delle carni e dei prodotti caseari; ciò significa non solo farne conoscere le qualità, ma guidare il consumatore verso un acquisto e un consumo consapevole, promuovendone l'utilizzo in ambito culinario mediante un connubio con piatti e pietanze nostrane. Lungo il percorso espositivo sarà possibile degustare tantissimi piatti tipici del territorio; contestualmente sarà dato spazio ad attività di informazione, in quanto avrà luogo nella giornata di sabato 30 novembre un convegno dal titolo “Il Cinghiale nel nostro territorio, da problema a risorsa” – con ospiti del settore. Sarà anche realizzata una degustazione di piatti tipici della cucina antillese a cura della locale Associazione Proloco per descrivere le buone pratiche dell’uso dei prodotti agricoli di qualità nella cucina domestica, al fine di incentivarne il consumo, la diffusione e quindi la commercializzazione. I principali piatti realizzati saranno tutti a base di carni, salumi e formaggi che celebreranno tutto il gusto dei prodotti locali, i quali non saranno un semplice marchio ma un contenitore di territori, di storie e di persone. Lungo la via Roma, per allietare i visitatori, verrà dato spazio anche a spettacoli di musica popolare per due giornate ricche di eventi.

Agroecology


Nell'ambito delle iniziative della Rete Regionale del Sistema della conoscenza e dell'Innovazione in Agricoltura, rientra la collaborazione con  il progetto   Agroecology  
    La Rete, (tratto da Linee guida Innovazione e ricerca per l’agricoltura e lo sviluppo rurale L’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA (EC) Competitività, Reddito e Occupazione- Dario Cartabellotta Luglio 2008) è lo strumento finalizzato alla “concertazione tecnica”, il punto di incontro e di scambio fra le esigenze dell’intero sistema (tecnico, scientifico ed economico) di un determinato settore e gli attori della ricerca scientifica e dello sviluppo rurale con l’obiettivo di recepire le esigenze del settore, condividere, indirizzare e predisporre nuove attività di ricerca e innovazione, formazione e aggiornamento tecnico, nonché della divulgazione; elaborare strategie finalizzate al miglioramento della competitività e allo sviluppo rurale. Fondamentale è l’incontro con le imprese (focus, forum, tavolo specifico) al quale è essenziale che partecipino non solo le rappresentanze, ma anche i singoli imprenditori: dall’incontro devono emergere le priorità di intervento percepite dalla base produttiva in termini di ricerca, innovazione e sviluppo rurale. 

Le domande riguardano la definizione di agroecologia, le pratiche agroecologiche e le politiche di supporto alla transizione.  

La survey, indirizzata ad enti e autorità competenti a livello regionale, nazionale, o settoriale, contribuirà a strutturare e sviluppare le attività previste dalla Partnership per facilitare l'accesso ai materiali prodotti sul tema della transizione agroecologica e facilitare l' interazione tra scienza e politiche.

E' possibile rispondere a livello individuale, oppure coinvolgere altri colleghi del vostro ente per fornire risposte che riflettano più punti di vista. La European Partnership on Accelerating Farming Systems Transition (AGROECOLOGY), finanziata da Horizon Europe [Grant agreement ID: 101132349], unisce la Commissione Europea e 72 istituzioni partner in 26 stati membri, paesi associati e paesi terzi. Questa ambiziosa iniziativa allinea i programmi nazionali per migliorare la ricerca e l'innovazione su scala paneuropea. Dedicata a promuovere un settore agricolo sostenibile, resiliente e favorevole agli agricoltori, la partnership affronta il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la sicurezza alimentare. L'agroecologia, ispirata alle interazioni naturali e alla tecnologia avanzata, incorpora la conoscenza degli agricoltori per affrontare diverse sfide. Attraverso Living Lab (LL) e Research Infrastructures (RI), la partnership accelera la transizione all'agroecologia.


Questa partnership si basa su una visione comune per "fare squadra e sbloccare la transizione all'agroecologia in modo che i sistemi agricoli siano resilienti, produttivi e prosperi, sensibili al luogo, nonché rispettosi del clima, dell'ecosistema ambientale, della biodiversità e delle persone entro il 2050". Per ottenere un impatto su persone, politiche, pianeta, produttività e prosperità, abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma nella scienza, nella politica e nella pratica per supportare una governance e un processo decisionale basati su prove e orientati ai sistemi con governi e istituzioni e quindi politiche più aperte, flessibili, partecipative, di condivisione del rischio e quindi in grado di abilitare cambiamenti trasformativi.

A tal fine, con questo sondaggio, la partnership AGROECOLOGY sta cercando di valutare e mappare le attuali politiche settoriali rilevanti per le transizioni dell'agroecologia e di migliorare la capacità e la governance delle politiche basate sulla scienza in Europa.

  Qui il link alla survey online a cui potete rispondere direttamente. https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/AGROECOLOGYWP2

Ci scusiamo per la scadenza ravvicinata 

Un caro saluto

NinoSutera 

 

martedì 19 novembre 2024

Il percorso internazionale della carne coltivata

 

 La “carne coltivata” trasformerà il nostro sistema alimentare verso una maggiore sostenibilità?

 

                             Il nostro sistema agroalimentare odierno dovrebbe fornire cibo sano e di buona qualità in quantità sufficiente per la crescente popolazione umana. Tuttavia, dovrebbe anche preservare le risorse naturali e proteggere meglio il bestiame. In questo contesto, alcune aziende FoodTech stanno sviluppando un approccio dirompente: la coltura cellulare per la produzione alimentare in vitro di "carne", ma questa tecnologia è ancora in fase di ricerca e sviluppo. Questo articolo metterà in evidenza il suo sviluppo, le tecnologie utilizzate e le parti interessate coinvolte, i suoi potenziali impatti ambientali  ma anche questioni normative, sociali ed etiche . Questo articolo mira a far luce in tutto il manoscritto su due importanti controversie relative alla "carne coltivata".

 


La prima controversia è relativa ai suoi aspetti etici, che includono diversi punti: il suo potenziale di ridurre la sofferenza degli animali e quindi di migliorare il benessere degli animali, i valori futuri della nostra società e una tendenza all'artificializzazione del cibo. La seconda controversia include questioni ambientali, sanitarie e nutrizionali, in relazione alle caratteristiche e alla qualità della "carne coltivata" con una domanda importante: dovremmo chiamarla carne? Queste due controversie agiscono in interazione in associazione con questioni sociali, legali e di conseguenza politiche correlate. Le risposte alle varie domande dipendono dalle diverse visioni del mondo da parte di stakeholder, consumatori e cittadini. Alcuni di loro sostengono una riduzione moderata o forte dell'allevamento di bestiame, o addirittura l'abolizione dell'allevamento di bestiame percepito come uno sfruttamento degli animali da fattoria. Altri vogliono solo una riduzione dell'attuale modello intensivo/industriale molto criticato. Rispetto ad altre potenziali soluzioni sostenibili da implementare come la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, nuove abitudini di consumo alimentare con meno proteine ​​di origine animale, intensificazione sostenibile, sviluppo della produzione zootecnica agroecologica o sviluppo del mercato per altri sostituti della carne (proteine ​​da piante, micoproteine, alghe, insetti, ecc.), la "carne coltivata" ha un futuro incerto. 

Implicazioni

Gli alimenti a base di cellule traggono vantaggio dal crescente interesse dei media, dai crescenti investimenti e dalle approvazioni di marketing a Singapore, negli Stati Uniti e in Israele. Tuttavia, il numero di studi scientifici sulla "carne coltivata" è moderato e spesso riguardano i processi tecnici o le indagini di accettabilità dei consumatori. Ci sono solo pochi studi sulla sicurezza, le proprietà nutrizionali e l'impatto ambientale di questo nuovo alimento, rendendo impossibile verificare le affermazioni fatte dalle aziende del settore con completa trasparenza. Gli aspetti etici sono complessi e riguardano non solo il benessere degli animali , ma anche le relazioni uomo-animale, le considerazioni religiose, il futuro dell'allevamento e il modello del nostro sistema agroalimentare.

Introduzione

Il nostro sistema agroalimentare si trova ad affrontare numerose sfide. In effetti, la questione di come l'agricoltura odierna soddisferà i futuri bisogni proteici della crescente popolazione umana (stimata in oltre 9 miliardi nel 2050) è un tema molto dibattuto da decenni. L'aumento della domanda alimentare (in media circa il 70%) deve tenere conto delle limitate risorse naturali e dei cambiamenti climatici ( Sijpestijn et al., 2022 ). In questo contesto, l'allevamento di animali è fortemente criticato in base ai suoi disservizi o esternalità negative poste in una luce sfavorevole, che si tratti, ad esempio, delle conseguenze ambientali, delle condizioni di vita (benessere) e della macellazione degli animali, della competizione mangimi-cibo-carburante o dei rischi per la salute umana associati al consumo eccessivo di carne rossa ( Pulina et al., 2022 ). Tuttavia, è opportuno sottolineare in questa fase che, se è vero che il nostro consumo alimentare di proteine ​​di origine animale (compresa la carne) è eccessivo nei paesi sviluppati (circa 2/3 del nostro consumo di proteine ​​è di origine animale quando dovrebbe essere il 50%), con l'aumento dell'obesità, il consumo di proteine ​​non è sufficiente in quantità e qualità per alcune popolazioni specifiche, soprattutto nei paesi in via di sviluppo ( Chriki et al., 2020b , Sijpestijn et al., 2022 ).
In alcuni paesi sviluppati, la tendenza attuale per quanto riguarda la carne è quella di consumarne “meno ma meglio” ( Liu et al., 2023 ), seguendo l’esempio del vino degli ultimi decenni ( Laisney, 2016 ). È soprattutto l’allevamento intensivo a essere criticato a causa di pratiche sempre più rifiutate (ad esempio l’elevata concentrazione di animali) ( Sijpestijn et al., 2022 ). Allo stesso tempo, le condizioni di lavoro e i redditi degli allevatori non sono sempre all’altezza, in un contesto in cui, ad esempio nell’allevamento di bovini, il sostegno della Politica agricola comune rappresenta il 175% dei guadagni prima delle imposte.
In risposta a queste sfide, dovrebbero essere sviluppati modi di produzione sostenibili. Secondo la FAO: "Le diete sostenibili sono quelle diete con bassi impatti ambientali che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale e a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili sono (1) protettive e rispettose della biodiversità e degli ecosistemi, (2) culturalmente accettabili, (3) accessibili, (4) economicamente eque e convenienti; (5) nutrizionalmente adeguate, sicure e sane; mentre (6) ottimizzano le risorse naturali e umane " ( FAO, 2010 , FAO e OMS, 2019 ).
In linea con questa definizione, sono state proposte diverse soluzioni per l'allevamento del bestiame, come lo sviluppo di pratiche agroecologiche o l'intensificazione sostenibile (vale a dire l'aumento o il mantenimento dell'agricoltura su terreni esistenti con un'elevata produttività ma con minori impatti ambientali) ( Chriki et al., 2020b , Peyraud e MacLeod, 2020 , Sijpestijn et al., 2022 ). Allo stesso tempo, si stanno sviluppando alternative alla carne (proteine ​​da alghe, prodotti di origine vegetale, micoproteine, insetti) ( Bourdrez e Chriki, 2022 ). Alcune aziende private stanno sviluppando un nuovo approccio chiamato "agricoltura cellulare" che viene descritto come in grado di produrre carne e latte da cellule animali piuttosto che da animali, al fine di aiutare a risolvere alcuni dei problemi di cui sopra ( Eibl et al., 2021 , Poirier, 2022 ). L'agricoltura cellulare comprende varie tecniche per produrre prodotti diversi (gelatina, grassi, latticini , ecc.). In questa revisione, ci concentreremo solo sulla produzione di " carne coltivata " , che è l' innovazione FoodTech più segnalata ( Chriki et al., 2020a ), e anche la più controversa ( Chriki e Hocquette, 2020 ). Ciò può essere spiegato dal fatto che molti dei potenziali benefici della "carne coltivata" sia per i consumatori che per l'ambiente sono in gran parte speculativi ( Olenic e Thorrez, 2023 ), poiché gli alimenti a base di cellule sono ancora in fase di ricerca e quindi di sviluppo.

Le attuali conoscenze sulla “carne coltivata”

Principali stakeholder coinvolti

Le principali tappe della storia degli alimenti a base di cellule sono illustrate nella Tabella 1. Dal 2015 sono state fondate numerose aziende private di “carne coltivata” ( Fig. 1 ), ad esempio negli USA (come Memphis Meats, oggi nota come Upside Foods), in Israele (SuperMeat), nei Paesi Bassi (Mosa Meat) e in altri paesi ( Chriki et al., 2020a ). Queste aziende hanno dichiarato che commercializzeranno la “carne coltivata” entro i prossimi 5 anni ( Zhang et al., 2021 ). Anche il Good Food Institute (GFI), un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2016 e che lavora a livello internazionale per promuovere l’innovazione nei sostituti della carne, sta promuovendo gli alimenti a base di cellule. Secondo il “GFI”, all’inizio del 2022 erano circa 60 le aziende in tutto il mondo direttamente coinvolte nella produzione di “carne coltivata” su un totale di 112 aziende, mentre le altre erano specializzate nella produzione di altri prodotti animali (25 aziende) o di attrezzature o input per questa attività (28 aziende).
 Principali fasi o eventi nello sviluppo della “carne coltivata”.
AnnoPrincipali palchi o eventi
1912Dimostrazione del biologo francese Alexis Carrel che è possibile mantenere il tessuto muscolare all'esterno del corpo
1932La critica di Winston Churchill all'“ assurdità di far crescere un pollo intero per mangiarne il petto o l'ala” e alla possibilità di “coltivare queste parti separatamente in un mezzo adatto”.
1932Primo brevetto per la produzione di carne da laboratorio di Willem van Eelen
2012Lancio di “Modern Meadow”, un’azienda che desidera produrre pelle coltivata e “carne coltivata”.
2013Presentazione molto pubblicizzata a Londra del primo hamburger di carne artificiale da parte del professor Mark Post dell'Università di Maastricht.
2014Lancio di New Harvest (un'organizzazione che promuove la "carne coltivata"), ma anche di Muufri e Clara Foods (aziende che intendono produrre rispettivamente latticini e uova coltivati) e Real Vegan Cheese (un'organizzazione non-profit che sta sviluppando un progetto di ricerca sulla creazione di "formaggio coltivato").
2016Lancio da parte di “Mercy For Animals” del Good Food Institute, un'organizzazione senza scopo di lucro per la promozione di alternative vegetali e cellulari ai prodotti di origine animale.
2019Lancio dell'alleanza per l'innovazione nel settore della carne, del pollame e dei frutti di mare (AMPS Innovation) come prima associazione di settore di importanti attori del settore della "carne coltivata".
2020Autorizzazione da parte dello Stato di Singapore alla commercializzazione della “carne coltivata”.
2021Lancio dell'associazione Cellular Agriculture Europe.
2022Il premio per la sostenibilità alimentare è stato consegnato ad Aleph Farms dall'Academia for a Better World, co-fondata dal Better World Fund e dall'Università di Parigi-Saclay.
2022Primo riconoscimento da parte della Food Drug Agency delle affermazioni positive di Upside Foods sulla loro “carne coltivata” prodotta negli Stati Uniti.
2022Consultazione di esperti da parte della FAO sulle questioni di sicurezza alimentare relative agli alimenti a base cellulare.
2023Approvazione delle etichette "carne coltivata" da parte del Servizio di sicurezza e ispezione alimentare dell'USDA per due aziende di "carne coltivata" (Good Meat e Upside Foods).
2023Autorizzazione nell’Unione Europea alla start-up ceca Bene Meat Technologies per la commercializzazione della sua “carne coltivata” per alimenti per animali domestici.
2024Autorizzazione in Israele ad Alephs Farm per la commercializzazione della sua “carne coltivata”.
2024Una dozzina di paesi europei (tra cui Italia, Francia e Austria) o alcuni stati americani (Alabama, Florida) desiderano vietare la “carne coltivata”.
Union of European Agriculture Academies

Post in evidenza

C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico

NinoSutera C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico                                               Regione Enogastronomica d’Europa 20...