NinoSutera
Dalla riforma della PAC
al ruolo dell’AKIS
ovvero
il ritorno al futuro
Non è la prima volta che Dario Cartabellotta elabora formule inedite , che contengono una
forte spinta innovativa.
L'Assessorato all'Agricoltura nella prospettiva della nuova programmazione mira ad riappropriarsi del ruolo strategico dell'economia della conoscenza, attraverso la consulenza, l'informazione, l'innovazione e la ricerca in agricoltura.
La situazione congiunturale
complessiva impongono scelte lungimiranti, capaci di valorizzare le esperienze di successo di tanti
colleghi che se pur in quiescenza, posseggono un patrimonio di informazioni,
conoscenze e professionalità, che chiaramente non vanno mai in pensione.
In quest’ottica il Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana ha pubblicato un avviso pubblico http://pti.regione.sicilia.it/portal/pls/portal/docs/152879848.PDF rivolto a soggetti esperti e competenti in quiescenza L’obiettivo è la costruzione di quell’insieme di “organizzazioni e soggetti che operano in agricoltura, e di legami e interazioni fra loro, impegnati nella produzione, trasformazione, trasmissione, conservazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo della conoscenza e dell’informazione, con lo scopo di lavorare sinergicamente per supportare il processo decisionale e di risoluzione di problemi e l’innovazione in agricoltura”
La conoscenza è
considerata oggi la risorsa più importante nello sviluppo economico. La strategia
di Lisbona, elaborata dal consiglio europeo, si pone l’obiettivo di trasformare
l’Unione Europea nell’economia della conoscenza più dinamica e competitiva .I mutamenti socio-economici degli ultimi
decenni hanno contribuito a modificare il modo di essere e di operare delle
aziende, in primis, ed è auspicabile che prima o poi il modus operandi
interessi anche il contesto politico amministrativo
dei territori. In particolare, si è assistito ad un progressivo spostamento del
baricentro dalle risorse materiali alle risorse immateriali. Molti sono i
contributi teorici che hanno fatto assurgere le risorse immateriali e il
fattore primigenio che le costituisce, la conoscenza, a ruolo centrale dei
modelli esplicativi del modo di essere e di agire.
La stessa Unione
europea ha riaffermato, tra le priorità della politica di coesione, l’obiettivo
strategico di promuovere lo sviluppo dell’economia della conoscenza insieme con
la crescita dell’innovazione e dell’imprenditoria. Ha, inoltre, riconosciuto il
miglioramento degli investimenti nel capitale umano (attraverso il
miglioramento dell’istruzione e delle competenze) come strumentale e necessario
alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. Ad oggi, ed è un’ipotesi
generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è
sempre più necessario investire in conoscenza, nella produzione di idee e
talenti, quantificando il valore economico prodotto e scambiato sul mercato in
termini non più solo di beni fisici ma soprattutto di beni immateriali. Le
competenze, il know how, le conoscenze tacite e strutturate, la capacità
innovativa, il marchio, la reputazione, la cultura aziendale, le relazioni con
altri stakeholders hanno assunto un’importanza fondamentale nel processo di
creazione di valore e, di conseguenza, nel decretare il successo.
Il sistema della
conoscenza e dell'innovazione in agricoltura (in inglese, AKIS - Agricultural
Knowledge and Innovation System) è un "insieme di organizzazioni e
soggetti che operano in agricoltura, e di legami e interazioni fra loro,
impegnati nella produzione, trasformazione, trasmissione, conservazione,
recupero, integrazione, diffusione e utilizzo della conoscenza e dell'informazione,
con lo scopo di lavorare sinergicamente per supportare il processo decisionale
e di risoluzione di problemi e l'innovazione in agricoltura"
La riforma della PAC 2021-2027: il percorso di programmazione strategica in Italia
Gli 11 Policy brief e
le 10 SWOT sono strutturati per individuare fatti oggettivi che caratterizzano
il sistema agricolo, alimentare e forestale e le aree rurali e analizzare i
punti di forza, di debolezza, le opportunità e i rischi in relazione ai 9
obiettivi specifici e all'obiettivo trasversale sul sistema della
conoscenza (Agricultural Knowledge
and Innovation Systems – AKIS)
Con la pubblicazione della proposta di regolamento sulla futura PAC, a giugno 2018, la Commissione europea ha introdotto un nuovo modello di attuazione, che prevede l'elaborazione, da parte di ciascuno Stato membro, di un piano strategico nazionale le cui azioni dovranno concorrere al raggiungimento di 9 obiettivi specifici e un obiettivo trasversale, attraverso la programmazione e l'attuazione degli interventi previsti in entrambe i pilastri della PAC (finanziati dal FEAGA e dal FEASR).
Il percorso di riforma
dei regolamenti non è ancora concluso, a causa del prolungarsi dei negoziati a
livello comunitario, nel cui ambito uno degli elementi più discussi è proprio
la strategia nazionale e le sue relazioni con il livello regionale, che per
molti Stati membri - inclusa l'Italia - rappresenta sia un fattore di rilevanza
istituzionale, che un valore aggiunto per garantire una maggiore coerenza tra fabbisogni
territoriali e interventi finanziati. Oltre alla discussione sul regolamento,
la tempistica è anche condizionata dal negoziato sul Quadro Finanziario
Pluriennale 2021-2027 che tocca gli aspetti di bilancio e il cui sviluppo -
includendo le dotazioni per la PAC post 2020 - è in grado di influenzare le
ambizioni contenute nel regolamento settoriale.
L PERCORSO ITALIANO
In un quadro normativo
non ancora definito e consolidato, il Ministero delle politiche agricole,
alimentari e forestali (Mipaaf), in collaborazione con le Regioni e Province
autonome - e con il supporto della Rete Rurale Nazionale - ha avviato le
attività di approfondimento e di confronto indispensabili per costruire la
cornice nel cui ambito definire le strategie di intervento, indipendentemente
dalle caratteristiche nazionali o regionali che queste assumeranno.
L'approccio adottato
vede, pertanto, il costante coordinamento con le strutture istituzionali
nazionali, regionali e provinciali, attraverso l'organizzazione di un tavolo
tecnico volto a: definire una base comune informativa (di dati e analisi)
funzionale al lavoro; definire l'analisi di contesto e la SWOT; avviare la
riflessione su strategia di intervento e risultati da raggiungere; strutturare
un percorso di sistematizzazione delle esigenze settoriali e territoriali
rispetto agli obiettivi della PAC.
Ai lavori del tavolo, oltre alle Regioni e Province autonome, partecipano
amministrazioni centrali competenti su tematiche interessate, direttamente o
indirettamente, dalla riforma della politica agricola (Ministero dell'Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare - MATTM, Ministero dello Sviluppo
Economico - MISE, Ministero della Salute, Presidenza del Consiglio dei Ministri
con il Dipartimento della Protezione civile e il Dipartimento per le Politiche
di Coesione), enti statistici e di ricerca (ISTAT, ISPRA, ENEA).