di Nino Sutera
Nicolò Caldarone, Laurea in Scienze Politiche, Capo di Gabinetto Vicario
dell’Assessorato Agricoltura, è il
Presidente del CdA dell’Ente Sviluppo Agricolo
da qualche mese.
L'abbiamo incontrato per un'intervista.
A oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere
e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in
conoscenza, nella elaborazione di idee innovative e nella valorizzazione dei
beni immateriali. Per esempio la tutela dell’ambiente, dei consumatori, costituisce una delle tipologie di risorse
immateriali fortemente caratterizzanti l’attività agricola.
Ecco la domanda Presidente, in tutta Europa il trasferimento delle
conoscenze e buone prassi in
agricoltura, viene considerato un
caposaldo per lo sviluppo, mentre in Sicilia?
I Servizi
per l’agricoltura sono uno strumento utile per l’attuazione degli obiettivi di
politica agricola e rurale legittimate dall’U.E. C’è da dire però, che l’impegno finanziario
nella programmazione PSR 2014/2020, per esempio non è stato uniforme, in Italia ci sono Regioni come il Piemonte, il Veneto,
la Lombardia, che hanno impegnano dal 6% al 14% della spesa complessiva del PSR
nelle attività di promozione
dell’innovazione, alla divulgazione, alla consulenza alle aziende agricole;
dall’altra, Regioni che hanno previsto meno, appena il 2%, come la Sicilia, forse
perché si riteneva (sbagliando) che
investire in termini di risorse immateriali rappresenta un'opzional.
In Sicilia la l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti
in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura”autorizza
l’Ente di Sviluppo Agricolo ad attuare e coordinare le iniziative e gli
interventi per l'assistenza tecnica e le attività promozionali giovandosi delle
proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le
attività promozionali, e di divulgazione - che operano su larghe basi
territoriali.
Ecco, se pur
sono trascorsi 40 anni, le finalità sono coerenti agli
indirizzi dell’U.E e del Ministero di questi ultimi anni.
Chiaramente
per svolgere le attività e le funzioni, ci vogliono risorse adeguate.
Qual è la prospettiva strategica dell’Ente per i prossimi anni ?
Il principio
della separatezza delle funzioni, introdotto dalle recenti dispositivi di
legge, sottrae di fatto all’Assessorato Reg.le dell’Agricoltura molte delle
competenze previste dalla L.r. n. 73/77, consegnando all'Ente Sviluppo Agricolo
l'esclusività nell'attuazione degli interventi di consulenza aziendale in
agricoltura, come ente pubblico.
Inoltre per le attività svolte a
seguito dalla L 73/77 l’ESA possiede i
requisiti di Organismo
di Consulenza pubblico nel sistema di consulenza
aziendale in agricoltura.
Dobbiamo
essere capaci di fare tesoro dell’esperienza maturata, delle necessità del
mondo rurale, ma anche di adeguare gli
obiettivi rispetto alle indicazioni del
MIPAF su gli ambiti del sistema di
consulenza:
a) gli
obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e
dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e
ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b) le
pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III,
capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie
agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo regolamento
(UE) n. 1307/2013;
c) misure
a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte
all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività,
all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,
all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione
dell'imprenditorialità;
d) i
requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare
l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e) i
requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare
l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di
cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f) le
norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda
agricola;
g) consulenza
specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h) la
promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro
attività economica;
i) la
gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i
disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle
piante;
j) i
requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28,
paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k) le
informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e
all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di
cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l) misure
rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m) profili
sanitari delle pratiche zootecniche;
n) l'innovazione
tecnologica ed informatica, l'agricoltura di precisione e il
trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.
Anche il PAN prevede l’utilizzo di consulenti per
supportare le aziende nella difesa fitosanitaria?
Si il piano di
azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan),
adottato con decreto 22 gennaio 2014, ai sensi dell'articolo 6 del decreto
legislativo 14 agosto 2012, n. 150, reca l'attuazione della direttiva
2009/128/CE, e istituisce un quadro per
l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, attribuisce alle Regioni l’onere
di attuare le azioni per l’applicazione della difesa integrata in
agricoltura.
Stiamo
lavorando a un progetto pilota sulla prescrizione dei prodotti fitosanitari (il primo in Italia)
Di cosa si tratta?
I Prodotti
fitosanitari sono tutti quei prodotti, di sintesi o
naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle
piante come, malattie infettive, fisiopatie, parassiti e
fitofagi animali ect..
Il Pan si
propone di ridurre i rischi associati all'uso dei prodotti fitosanitari,
promuovendo un processo di cambiamento delle tecniche di utilizzo dei prodotti
verso forme più compatibili e sostenibili in termini ambientali e
sanitari.
Di
conseguenza riguarda tutti, agricoltori, consumatori,
cittadini e beni pubblici. La prescrizione è un cambio di
passo nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari,a tutela di tutti chiaramente.
Così come il
medico prescrive nella ricetta un medicinale per una determinata patologia,
piuttosto che un altro, così il
consulente del PAN potrà prescrivere un fitofarmaco
in funzione delle esigenze della coltura, della tutela
dell’ambiente e dei consumatori
Il
consulente del PAN attraverso la sua competenze è in
grado di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in
tema di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità etica. L’uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari richiede un salto di qualità
in termini di formazione e miglioramento delle capacità degli operatori
professionali nelle scelte da compiere.
Per
l’attuazione del progetto pilota, l’ipotesi su cui stiamo ragionando e coinvolgere le strutture periferiche dell’Ente
e all’occorrenza professionisti esterni in regime di
convenzione, utilizzando le risorse delle
Misure del PSR 2014/2020
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