A Tavola con i grani rari del Belice, un tesoro per l’alimentazione e per
l’economia
Da più parti, si invoca il “ritorno alle origini”, quando le
varietà di grano che crescevano nei nostri campi erano tante, indicate da nomi
insoliti o dialettali, e poco importava che le spighe fossero imperfette e una
diversa dall’altra se poi il sapore di quello che se ne otteneva era buono, in
tutti i sensi. Se è vero che oggi anche la dizione “grani antichi” rischia di
diventare un tormentone
Povero grano, verrebbe da dire. Additato da tanti come nemico numero uno e
responsabile di intolleranze e malesseri nonostante sia alla base della Dieta
Mediterranea. Vittima al tempo stesso di disinformazione e allarmismi mediatici
e di sperimentazione genetica senza scrupoli, che spesso ha finito con il
renderlo tutt’altro da quello che era in origine: un vero tesoro – come ricorda
lo spettacolo dei campi dorati prima della mietitura – alla base della
tradizione gastronomica italiana e mediterranea, a cominciare dal pane e dalla
pasta
La Sicilia, fulcro
di questi preziosi giacimenti. Russello, Perciasacchi, Nero delle Madonie, Tumminia, Giustalisa, sono tra i nomi delle varietà autoctone che tornano a
crescere, ad opera di agricoltori determinati e di ricercatori appassionati,
tra i campi siciliani come appunto la Famiglia Ferraro di Santa Margherita Belice
In tutta l’isola sta nascendo una vera e propria “economia del
grano”, dove antiche tradizioni e nuove imprese vanno a braccetto creando
cultura e nuove nicchie di mercato. «La gente sta iniziando a fare sempre più
attenzione a quello che mangia, a partire dal grano – dice Nino Sutera dell’Osservatorio
di NeoRuralità dell’Ente di Sviluppo Agricolo, noi abbiamo il dovere di
facilitare e incoraggiare questo processo.
L’evento organizzato dalla famiglia
Ferraro non è solo per intenditori, ma ha l’ambizione di
favorire la diffusione di un stile alimentare sano e nutraceutico conclude Nino
Sutera.
Un evento da assaporare con la partecipazione magistrale degli chef Michele Ciaccio e Francesco Mauceri, e tanti amanti del buon gusto autoctono Francesca Cerami, Peppino Bivona, Giacomo Glaviano, Giuseppe Russo,Baldo Portolano, Pinetto di Prima, e chiaramente Melchiorre Ferraro e la sua familgia.
Nessun commento:
Posta un commento