venerdì 27 settembre 2013

European Rural University

Made in Sicily

 Non è ne una università telematica, ne si rilasciano titoli di studio.

di NinoSutera

 La libera università rurale dei saperi e dei sapori Onlus, nasce con l’obiettivo di  rompe verticalmente e profondamente con la cultura agroalimentare fino ad ora dominante. Una cultura agronomica asservita agli interessi dei settori sementieri dei produttori di mezzi chimici e dell’industria meccanica, la cui dipendenza dal petrolio è piena e totale. La sopravvivenza di questa agricoltura è legata allo “spreco”,basti osservare che per produrre 1 kilocaloria alimentare ne consumiamo 10 Kilocalorie.

Attualmente prestigiose istituzioni scientifiche (CambridgeOxford alla Cornell University ) stanno attenzionando il cibo e perciò i prodotti alimentari, provenienti dall’agricoltura con rinnovato interesse e sotto una nuova visione. I prossimi anni saranno decisivi per la nostra società, saranno anni di transizione verso modelli di sviluppo radicalmente diversi da quelli fino ad ora adottati . Dobbiamo confrontarci con i “cambiamenti” siano essi fisici, sociali economici, perciò dobbiamo essere preparati quanto più possibile “culturalmente”, onde evitare di essere travolti dagli eventi O li gestiremo o li subiremo! 
La LURSS (libera università dei saper e dei sapori) si ispira all’European Rural University diffuse in Europa e in molte altre parti del mondo Nel corso degli anni e delle esperienze, il concetto di European Rural University si è addensato e arricchito, come si accompagna un mondo rurale in profonda trasformazione. L'Università rurale unisce tutte le forze nelle zone rurali, persone ed istituzioni socio-economiche, in un unicum innovativo nel preservare le tradizioni locali, in grado di raccogliere tutte le logiche di azione delle esperienze, in quanto consente di individuare,confrontare e analizzare le iniziative locali dello sviluppo. Etica, logistica, sicurezza e sostenibilità sono le parole chiave alla base delle strategie politiche ed economiche in agricoltura. I programmi d’intervento proposti nel Quadro d’Europa 2020 disegnano un’imprescindibile relazione tra agricoltura e alimentazione, ed investono di un ruolo decisivo tutti gli attori coinvolti. Le politiche, gli investimenti, le conoscenze, i successi e gli insuccessi di una componente (agricoltura) si ripercuotono in modo reciproco ed incontrovertibile sull’altra (alimentazione). Agricoltura ed alimentazione sono protagoniste della crescita economica e sociale dell’Europa, ma sono anche garanti della sostenibilità nell’uso delle proprie risorse (suolo e materie prime) per assicurare disponibilità nel futuro, efficienza nell’impiego, incremento della competitività economica ed opportunità d’accesso alle risorse e ai servizi da parte di tutta la popolazione. 
La Libera Università Rurale Saper&Sapor ha la consapevolezza che il Sapere e il Sapore sono uniti tra loro da un legame sottile: entrambi sono elementi essenziali della vita. L’attenzione e la sensibilità alla salute, al cibo e al benessere sono più che mai attuali. Da questa constatazione è nata l’idea di creare la LURSS in Sicilia che fosse anche una sorta di viaggio alla scoperta del gusto, della cultura e della conoscenza, e delle antiche tradizioni contadine.
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci    ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus   è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” e presentato  al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma   L’iniziativa è stata inserita anche  tra le buone pratiche in rete, della rete rurale nazionale portale del MIPAF nell’ambito della Qualità e sicurezza alimentare


domenica 22 settembre 2013

Albergo diffuso, tra risorse materiali e immateriali, da valorizzare e tramandare

Si è svolto  presso il Centro Servizi Culturali di Ragusa   il convegno  sull' Albergo Diffuso in Sicilia  “Dalla legge alla pratica:il turismo è cultura”, organizzato dal Comune di Ragusa.   Dopo i saluti del sindaco Federico Piccitto,  hanno relazionato  i deputati regionali Claudia La Rocca e Giancarlo Cancelleri,  e  Marco Magrini (Slow Tourism), Ezio Occhipinti (Albergo Diffuso Scicli), Nino Sutera (Libera Università Rurale), Enrico Russino (Azienda “Gli Aromi”).
Dopo numerosi rinvii e un nuovo passaggio in commissione,  la legge sull‘Albergo  è una realtà. Per la verità anche nelle altre legislature  erano stati presentati diversi DDL, ma erano rimasti solo ed esclusivamente  DDL.      L’isola fa registrare un altro primato:   la prima legge di iniziativa parlamentare di questa legislatura e vede come prima firmataria Claudia La Rocca del gruppo parlamentare M5S
L’albergo diffuso è un nuovo modo di concepire l’ospitalità, complementare al turismo tradizionale, che rilancia la fruibilità dei centri storici delle città e dei paesi e pone le basi per nuova occupazione. La legge punta a dislocare gli alloggi per i turisti nelle abitazioni del centro storico e dei borghi marinari e rurali, garantendo a pochi metri da essi la presenza di locali adibiti a spazi comuni per gli ospiti (ricevimento, sale comuni, bar, punto ristoro)
“I vantaggi principali dell’albergo diffuso –  ha affermato  Claudia La Rocca – sono il recupero del patrimonio edilizio dei centri storici per ricavarne degli alloggi per i turisti e l’argine allo spopolamento dei piccoli comuni, spesso lontani dai circuiti turistici tradizionali. La nascita degli alberghi diffusi punta inoltre a creare nuove opportunità occupazionali”.
“In un difficile momento storico come questo – continua La Rocca – è necessario dare un segnale di novità, di idee che guardino sia allo sviluppo, sia alla sostenibilità. Inoltre il nostro territorio deve puntare sul turismo per la sua rinascita. Come Movimento promuoviamo l’ospitalità diffusa, espressione del concetto di turismo sostenibile. L’iter di questa legge, proposto in maniera trasversale anche da altre forze politiche, dimostra che in parlamento si può lavorare bene su progetti che guardano il bene comune.   Ha ricordato che negli ultimi 50 anni abbiamo quasi triplicato il consumo del suolo   
Concludendo,  ha citato  Pasolini, parlando di "forma delle città"   armonia fra le nostre abitazioni ed il paesaggio, della qualità della nostra vita.
“Questo – afferma il capogruppo M5S Giancarlo Cancelleri – è un provvedimento che favorisce la creazione dei posti di lavoro attraverso lo sviluppo del turismo e delle buone pratiche di decrescita. Servirà a far ripartire l’economia anche nelle piccole realtà che, grazie a questa legge, potranno dotarsi di veri e propri impianti di ricezione senza però dover spendere enormi capitali per la costruzione di mastodontici hotel, e senza far ricorso a nuova cementificazione  a danno del territorio La ricchezza sta nei centri storici e riscoprirla e valorizzarla è un dovere di chi fa le leggi”.
Nel corso del suo intervento Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus ha affermato  quando si parla di patrimonio territoriale, si intende un insieme di beni che costituiscono un "capitale fisso sociale" costruito da beni materiali paesaggi rurali,  storici, immobili,  città,ect.  e risorse immateriali, sapienze e saperi ambientali, agroalimentari ed enogastronomiche, saperi costruttivi, artigiani, rurali, artistici, tecnici; modelli socioculturali.
"Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci,  elaborato dalla Lurss.onlus,  per la salvaguardia, la  valorizzazione e la  promozione dell’identità dei luoghi – aggiunge Nino Sutera,    mette a sistema l’azione consolidata del  D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali, e l’azione innovativa per la valorizzazione e la promozione dell’identità e dell’unicità dei territori, attraverso la De.Co. (Denominazione Comunale)  un atto politico, nelle prerogative del Sindaco.

 La Sicilia è stata la prima Regione in Italia ad approvare ed istituire   con il D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali.  Secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall'UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali (definite dall'UNESCO Intangible Cultural Heritage)  Costituito da quattro Libri, ciascuno dei quali raccoglie una particolare Eredità Immateriale a seconda della sua natura: il Libro dei Saperi,  il Libro delle Celebrazioni,  il Libro delle Espressioni, il Libro dei Tesori Umani Viventi 
Un percorso GeniusLoci,  che rappresenta un  concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali.   I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità del gusto. Elementi questi apprezzati da chi sceglie una vacanza diversa una vacanza negli alberghi diffusi e  nei agriturismi, determinanti a qualificare il biglietto da visita del territorio, conclude Nino Sutera.

Con queste premesse è nato il  percorso sperimentale (il primo in Italia) che coinvolge un’area vasta di 33 Comuni con il coinvolgimento dei attori dello sviluppo locale, imprese, associazioni, cittadini e amministratori locali,  promosso e coordinato   dal  Gal Madonie  

mercoledì 18 settembre 2013

GeniusLoci, da un iniziativa ad un metodo

NinoSutera                 
            
                                        Prendo spunto da un interessante domanda che mi è stata posta, in occasione di uno degli ultimi seminari a cui ho partecipato. Qual’è la differenza tra De.Co. P.A.T. e R.E.I.?  hanno chiesto    Come ho risposto?  Semplicemente, che  La De.Co  è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per difendere e salvaguardare l’identità del suo  territorio.

 Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT. PAT.ECT) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma tecnocrati.
In realtà so bene che c’è stato e c’è tutt’ora chi lavora incessantemente per rendere la De.Co. o meglio le DE.C.O un atto meramente burocratico, tecnocrate, freddo, e di cattivo gusto, tanto da raggiungere l’obiettivo di renderli banali. Per non parlare di coloro i quali pensano di equiparare le De.Co. o meglio le  De.C.O ai marchi comunitari, e mutuando da quest'ultimi, disciplinari, regolamenti,istanze commissioni, insomma gli strumenti propri previsti nei regolamenti comunitari.
La Sicilia poi è una terra strana.
Tempo fà  ho avuto modo di leggere una singolare richiesta di un solerte consigliere provinciale della provincia autonoma di Trento.  L’Oggetto? Proposta di mozione“Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale del Trentino” In sintesi il Consigliere provinciale Dott. Roberto Bombarda, con la sua mozione ha proposto di adottare il modello  promosso della Regione Sicilia, relativo  alla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003.
Si,  perché la Sicilia è stata la prima Regione in Italia ad approvare ed istituire   con il D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali.  Secondo la Convenzioneper la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall'UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali (definite dall'UNESCO Intangible Cultural Heritage)
Il Registro delle Eredità Immateriali è costituito da quattro Libri, ciascuno dei quali raccoglie una particolare Eredità Immateriale a seconda della sua natura:
- il Libro dei Saperi 
- il Libro delle Celebrazioni 
- il Libro delle Espressioni
- il Libro dei Tesori Umani Viventi  
 Una procedura snella, e bene congeniata ma soprattutto univoca.
Passiamo ai PAT-  il MIPAF ha avviato nel 2000 un percorso per includere  quei settori di nicchia, valorizzando i prodotti tradizionali in cui prodotti agricoli o dell'allevamento, e dell’artigianato, che  venivano lavorati secondo antiche ricette.
L’Unico requisito per essere riconosciuti come (PAT) è quello di essere« ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni »
  La suddivisione per categoria: prodotti lattiero-caseari, prodotti a base di carne, prodotti ortofrutticoli e cereali, prodotti da forno e dolciari, bevande alcoliche, distillati.
Anche in questo caso una procedura univoca e lineare.

Per non parlare della posizione del Mipaf nei confronti delle De.Co. o meglio contro le DE.C.O "La scrivente Amministrazione ha più volte censurato l'ANCI dal continuare ad istituire marchi di qualità comunali, sottolineando la illegittimità di tali procedure. Si ribadisce con forza che non è ammissibile ottenere il riconoscimento di un prodotto agroalimentare con strumenti diversi dalla rigorosa osservanza del reg. CEE n. 2081/92. La Commissione europea, come già sottolineato in precedenti note inviate all'ANCI, ha sempre assunto un atteggiamento di condanna nei confronti di detti marchi, attivando procedure di infrazione ogni volta che un Ente pubblico territoriale ha promosso tali marchi di qualità. Lo stesso Governo italiano è stato oggetto di un ricorso per inadempimento voluto dalla Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi in virtù dell'art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea".
Ma un prodotto già P.A.T. (234 in sicilia) può essere De.Co.? e un prodotto De.Co. può  essere iscritto nel R.E.I dell’Unesco? e ancora, ma se già iscritto i uno dei libri REI può essere nello stesso tempo De.Co.
Con questi presupposti è nato il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci elaborato dalla Libera Università Rurale   inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato  al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa, ma   soprattutto rispettoso delle direttive nazionali e comunitarie in materia.
Ci sono tantissime differenze tra chi lavora per difendere il proprio territorio, in maniera disinteressata,  ma le differenze non solo non devono dividere, ma al contrario possono  creare sinergie. P.A.T- R.E.I. e De.Co.   sono parti integranti del percorso, senza sconfinamenti. 
O siamo capaci di comprendere che  P.A.T. e REI non sono concorrenti, ma strumenti complementari, con ruoli e strategie comuni, ma non uguali, oppure i cecchini sulla De.Co.o meglio sulle DE.C.O. diventeranno talmente tanti da costituire un esercito. Le De.Co. non sono uno strumento di tutela, ma di salvaguardia, di promozione e di valorizzazione dell'identità e delle unicità territoriale.

Un modello   per la Sicilia, che valorizza il territorio, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa.   Un concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali.   I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità del gusto. Le caratteristiche del prodotto sono irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto del territorio è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.

giovedì 12 settembre 2013

Gal Isc Madonie: si insedia tavolo tecnico De.Co


                                            E’ previsto per venerdì prossimo (13 settembre), alle ore 15,30, nell’aula consiliare del Comune di Castellana Sicula, l’insediamento del tavolo tecnico per l’avvio delle De.Co, Denominazione Comunale   La carta d’identità, che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine. Al tavolo parteciperanno: Bartolo Vienna – presidente GAL ISC MADONIE, Nino Sutera  – assessorato delle risorse agricole e alimentari e Giuseppe Bivona Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus,  Dario Costanzo – responsabile di piano del GAL ISC Madonie, sindaci e amministratori dei 33 comuni coinvolti.
L’iniziativa è promossa da Gal Madonie che ha avviato un’azione di coordinamento, finalizzata all’attuazione sul territorio madonita di un percorso univoco sulle Denominazioni Comunali.
Un percorso sperimentale (il primo in Italia) che coinvolge un’area vasta di 33 Comuni con il coinvolgimento dei principali attori dello sviluppo locale, imprese, associazioni, cittadini e amministratori locali afferma Nino Sutera.
Il Gal Isc Madonie intende adottare il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. per la Sicilia, elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus e presentato nelle scorse settimane a Pollina. Il format è stato inserito tra gli esempi virtuosi del – Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” e presentato al poster session del Forum P.A. 2013 di Roma. Un percorso, composto da 12 steps, con un modello dove gli elementi essenziali delle De.Co. sono: “Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza”.
Il tutto nel pieno rispetto delle normative vigenti, quali: La legge 8 giugno 1990 n. 142 (e successiva legge del 3 agosto 1999 n. 265) che attribuisce ai comuni la facoltà di disciplinare, nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la materia della valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali che risultano presenti nelle realtà territoriali; il D.A. n. 77 del 26 luglio 2005 con il quale l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione ha provveduto a istituire il Registro delle Eredità Immateriali (REI).

Per Bartolo Vienna presidente del Gal Isc Madonie: “La valorizzazione dei prodotti tipici locali, realizzati e ottenuti sul territorio comunale secondo modalità consolidate nei costumi e nelle consuetudini,  il nostro territorio ancora una volta è antesignano nell’avviare questo processo virtuoso che coinvolge 33 municipalità”.

martedì 10 settembre 2013

Sviluppo: incontro-dibattito “Rotta verso l’Expo 2015”,


 

Al Centro culturale polivalente “Cambio Rotta”  di Altavilla Milicia (Via Consolare) si terrà, mercoledì 11 settembre, alle ore 17.00, l’incontro-dibattito “Rotta verso l’Expo 2015 – Identità, Salute e Sviluppo”, organizzato dall’I.Di.Med. (Istituto per la promozione e la valorizzazione della Dieta del Mediterraneo), in partnership con GAL Elimos, GAL Madonie, GAL Metropoli Est.

Un momento di confronto per provare a ragionare insieme riguardo al valore e al significato che l’Expo 2015 può rappresentare per la Sicilia, per sfruttare sistemicamente le potenzialità del nostro territorio: prodotti agroalimentari, servizi turistici ricettivi, patrimonio culturale e naturalistico, identità, salute e benessere sociale. L’evento ha l’obiettivo di presentare il modello di sviluppo costruito: individua le risorse, organizza il territorio, promuove la partecipazione, prepara la comunità a “comunicarsi” e ad “accogliere”.
Il dibattito sarà moderato da Emilio Galbo e vedrà la partecipazione di esperti del settore: Giuseppe Carruba: La Dieta del Mediterraneo come modello di identità, sviluppo e salute; Alessandro Ficile: Sviluppo integrato e sostenibile del territorio; Salvatore Amato: La medicina della Salute; Ernesto Burgio: Ambiente e tumori, il caso Sicilia; Mario Enea: Innovazione, Ricerca e Sviluppo: l’esperienza del Distretto AgroBio; Salvo Cacciola: Agricoltura sociale in Sicilia; Maurilio Caracci: Nuovi modelli di comunicazione; Nino Sutera: Genius loci  De.Co: La carta d’identità di un territorio; Rosario Schicchi: Biodiversità e sviluppo compatibile; Mario Cicero: I prodotti del territorio per uno sviluppo dal basso; Salvatore Costantino: Attrattori turistici e sviluppo locale; Emilio Giammusso: Il marketing dell’affettività: strategie emozionali per le organizzazioni ed i mercati. Conclusioni di Francesca Cerami.

lunedì 9 settembre 2013

Carini, Città De.Co.


 GeniusLoci De.Co. Percorso di programmazione partecipata per la promozione dei  luoghi ha fatto tappa a Carini, elaborato dalla  Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus. ha l’obiettivo di realizzare una rete dei comuni De.Co. - Denominazione Comunale, per valorizzare quei  elementi di unicità che inducono gli appassionati viaggiatori   per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci. Un percorso condiviso e da condividere con il territorio che molte amministrazioni lungimiranti stanno percorrendo.   Ogni singolo comune,   possiede un patrimonio concreto che è l'espressione della propria tradizione culturale; affinché questa tradizione, non sparisca sono state ideate, da Luigi Veronelli, le De.Co.  Una nuova frontiera sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare l'identità di un territorio  con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.
                                                   Alla serata hanno partecipato il Sindaco della Città, Giuseppe Agrusa,  l'Assessore Monia Arizzi, lo Chef Aurelio Garonna,   Giuseppe Bivona Presidente della Lurss Onlus,  il giornalista Ambrogio Conigliaro, lo Chef Pippo Ganci e Nino Sutera.

Il Sindaco ha annunciato l’intendimento dell’avvio della procedura per l’istituzione della De.Co. in uno degli elementi di unicità e di riconoscibilità  del territorio, tra storia e leggenda legato alla Baronessa di Carini.
 La De.Co rappresenta un valore aggiunto che và a supportare le altre iniziative dedicate,   per accrescere la notorietà del territorio.
 Le De.Co. afferma Nino Sutera,   sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ricerca un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il percorso per l’istituzione di una De.Co. (Denominazione Comunale) come strumento di salvaguardia e valorizzazione, ma al tempo stesso anche come mezzo per promuovere all’esterno le specificità culturali e storiche   del proprio territorio, in questo le De.Co sono uno strumento prezioso.   Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia, è stato   presentato   al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma.

Ci sono tantissime differenze tra chi lavora per difendere il proprio territorio, in maniera disinteressata,  ma le differenze non solo non devono dividere, ma al contrario possono  creare sinergie.    La De.Co  è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per difendere e salvaguardare l’unicità  di un luogo.  Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT. PAT.ECT) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma atti meramente tecnocrati.

domenica 8 settembre 2013

I Sindaci e l'identità territoriale

Le De.Co. non sono un marchio, ne strumento di tutela


Erroneamente  qualcuno  crede  di poter equiparare la DE.C.O. ai marchi di qualità; in realtà la Denominazione Comunale nulla ha a che fare con le denominazioni istituzionalizzate come D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) o I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), per citarne alcune.


La legittimità del "marchio" De.C.O. è stata, sin dalle prime iniziative  intraprese per la sua istituzione, assai contestata, dibattuta ed ostacolata. Da  più parti si è ritenuto, infatti che il Comune non abbia il potere di  disciplinare organi e procedure per attestare la provenienza di un prodotto (odei suoi ingredienti base) dal proprio territorio e che, pertanto, nell'istituire  la De.C.O. ecceda i suoi poteri istituzionali, ponendosi in contrasto con le  norme comunitarie, gerarchicamente sovraordinate a quelle di diritto interno. In particolare, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali  (Direzione Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore), in una nota del 5 febbraio 2004 - indirizzata, tra gli altri, all'  ANCI, alle Regioni ed alle Province autonome - ha ribadito la propria  posizione di netto dissenso dal "Progetto De.C.O." promosso dall' ANCI,  ritenendolo in contrasto con quanto stabilito dalla Commissione europea in merito ai riconoscimenti DOP e IGP.
Detta nota ministeriale testualmente recita:
"La scrivente Amministrazione ha più volte censurato l'ANCI dal continuare ad istituire marchi di qualità comunali, sottolineando la illegittimità di tali procedure. Si ribadisce con forza che non è ammissibile ottenere il riconoscimento di un prodotto agroalimentare con strumenti diversi dalla rigorosa osservanza del reg. CEE n. 2081/92. La Commissione europea, come già sottolineato in precedenti note inviate all'ANCI, ha sempre assunto un atteggiamento di condanna nei confronti di detti marchi, attivando procedure di infrazione ogni volta che un Ente pubblico territoriale ha promosso tali marchi di qualità. Lo stesso Governo italiano è stato oggetto di un ricorso per inadempimento voluto dalla Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi in virtù dell'art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea".
Dal testo della nota, si evince che la questione di legittimità concerne  l'ammissibilità di procedure comunali che attestano la qualità d'origine di un  prodotto, posto che il riconoscimento dell'origine dei prodotti agroalimentari da parte di soggetti pubblici è disciplinato - come si è visto nei paragrafi che  precedono - dal reg. CE n. 2081/92 relativo alla "protezione delle  indicazioni geografiche e delle denominazioni  d'origine dei prodotti agricoli  ed alimentari". In altri termini, le procedure e gli organi previsti dal reg. CE  n. 2081/92 sarebbero l'unico strumento legittimo per attestare un nesso fra  un prodotto agroalimentare e la sua origine geografica, sicché ogni altro  strumento di certificazione riferito alla provenienza geografica sarebbe  incompatibile con il diritto comunitario.
Assumendo questa posizione, il MIPAF si allinea agli orientamenti della  Commissione europea e di una parte della dottrina, che ha sempre ritenuto  che gli Stati membri non possano disciplinare in modo autonomo, mediante  provvedimenti interni, le denominazioni di origine geografica dei prodotti  agro-alimentari nazionali, in quanto tale potere sarebbe stato attribuito in via esclusiva alla Comunità europea dal reg. CE n. 2081/92.  In ragione di tale competenza esclusiva, quando un marchio - al di fuori dei  sistemi DOP/IGP - identifica prodotti provenienti da una determinata zona  geografica (territorio regionale, provinciale, comunale) di uno Stato membro, esso è incompatibile con l'art. 28 (4) del Trattato CE, che vieta  l'introduzione di qualsiasi misura di natura pubblica che possa ostacolare le  importazioni da altri Paesi comunitari, nonché qualsiasi misura di effetto  equivalente, e con l'art. 87 (5), relativo agli aiuti concessi dagli Stati.
Ne consegue che è errato istituire la De.C.O. e nello stesso tempo prevedere un disciplinare di produzione, regolamenti, e quant’altro emulano in negativo  le normative comunitarie, come taluni ancora fanno.
Quando meno appropriata nel Maggio 2005 la svolta a seguito  del  Convegno di Alessandria,  Le denominazioni comunali di origine DE.C.O. diventano denominazioni comunali (acronimo De.Co.).
La sintesi di Alessandria
Le De.Co. non sono marchi di qualità, ma delle attestazioni che legano in maniera anagrafica la derivazione di un prodotto/produzione dal luogo storico; sono dei certificati notarili contrassegnati dal Sindaco a seguito di una delibera Comunale; sono dei censimenti di produzioni che hanno un valore identitario per una comunità. Sono dunque strumenti flessibili per valorizzare le risorse della propria terra nel tentativo di garantire la biodiversità, traendone talvolta vantaggi anche sul piano turistico ed economico. Rappresentano, insomma, il vero, autentico passaggio dal generico “prodotto tipico” al “prodotto del territorio”.
L’allora Ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno che nel suo intervento ricordò che “Le De.Co., intese come censimento dei prodotti che identificano un Comune, sono un ulteriore elemento di distinzione che sicuramente rafforza il valore identitario di un territorio. [...] Debbono essere uno stimolo, una semplice delibera, che non fa riferimento ad aspetti qualitativi o a disciplinari richiesti invece per altre denominazioni di valenza comunitaria, ma che censisce, in un dato momento storico, un bene identitario legato all’artigianità o alla vocazione agricola di un Comune”
Ogni singolo comune, degli 8.000 sparsi in tutta Italia, possiede un patrimonio concreto che è l'espressione della propria tradizione culturale; affinché questa tradizione, gastronomica in primis, non sparisca sono state ideate, da Luigi Veronelli, le De.Co.
Per chiarire, se un prodotto è originario solo ed esclusivamente di quel comune, la sua amministrazione, dopo verifiche e attente analisi, ha facoltà di rilasciare una dichiarazione che ne attesti e, allo stesso tempo, ne enfatizzi la provenienza. Ciò grazie anche alla Legge Costituzionale n. 3, emanata il 18 ottobre 2001 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 24 ottobre 2001. Tale azione diventa un riconoscimento di grande valore in quanto consente la conservazione e lo sviluppo della cultura autoctona del territorio, favorendo contemporaneamente anche la protezione del prodotto stesso.

A livello economico la  DE.CO.,   non porta alcun beneficio diretto e ovviamente se non utilizzato e diffuso, non significa nulla e non aggiunge alcun valore al prodotto, nella realtà dei fatti, però, può diventare un grande e potente strumento di marketing territoriale, di riconoscimento per la destinazione nei confronti dei turisti e di autocoscienza per gli stessi cittadini.
Con questi presupposti è nato il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato  al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma,  prevede un modello di De.Co   dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa, ma   soprattutto rispettose delle direttive nazionali e comunitarie in materia
Ci sono tantissime differenze tra chi lavora per difendere il proprio territorio, in maniera disinteressata,  ma le differenze non solo non devono dividere, ma al contrario possono  creare sinergie.    La De.Co  è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per difendere e salvaguardare l’identità del territorio.
"Attraverso una semplice delibera   il Sindaco certifica la provenienza di ogni prodotto della sua terra" così Luigi Veronelli spiegava la De.Co. Un'idea nata dal basso per valorizzare quegli immensi giacimenti enogastronomici che racchiude l'Italia. Risorse e ricchezze che appartengono alla terra, al proprio luogo. 
 Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT. PAT.ECT) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma tecnocrati.

 Vogliamo impedire ai Sindaci di continuare a occuparsi dei territori?

martedì 3 settembre 2013

Carini ...in pasta

Carini in ….pasta.

Un evento enogastronomico per amanti della buona cucina, presso il Castello e la Piazza Duomo a Carini.
Domenica 8 settembre a partire dalle ore 10.00 un’insieme di eventi per tutti i gusti, si inizia con la gara massaie “io ni fazzo chio  sai”, a seguire Concorso Chef “i maccarruna ra Baronessa” in fine gara pizzaioli “A Pizza ra Baronessa”   . Insomma una giornata da trascorre in tanta allegria,  
 Faranno parte della “squadra” gli Chef dell'Accademia della Cucina Siciliana che realizzeranno preparazioni gastronomiche utilizzando i prodotti tipici secondo uno schema ormai collaudato e molto apprezzato dal pubblico.
La manifestazione, diretta a promuovere l'eccellenza della produzione   come espressione unica di gusto, storia, qualità e tradizione, è anche una occasione per rendere omaggio alle produzioni di alta qualità .
Prima della serata finale con degustazioni delle prelibatezze delle aziende partecipanti, spazio alla tavola rotonda: Identità, cibo e salute alle ore 18.00 con il Sindaco della Città Giuseppe Agrusa, l’assessore alle Attività produttive Monia Arizzi, lo Chef Aurelio Garonna, Bonetta dell’Oglio,  Pippo Ganci, Giuseppe Bivona, Nino Sutera.


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