venerdì 26 gennaio 2018

SmartFarm di SmartIsland


SmartIsland è una startup di Niscemi che ha sviluppato SmartFarm, un prodotto digitale per l'agricoltura di precisione dedicato alle principali colture mediterranee



Intelligenza artificiale e Big data possono sembrare mondi lontani dall'agricoltura. E invece una startup siciliana è riuscita nell'impresa di farli incontrare, applicando al settore primario le tecnologie che già da alcuni anni si sono diffuse negli altri comparti produttivi, come l'industria.

SmartIsland è una startup siciliana, di Niscemi, che sta provando a portare in Italia la rivoluzione AgTech (dall'unione di Agricolture e Technology) che in altri paesi, come gli Stati Uniti e Israele, è già esplosa. Registrare e analizzare in maniera 'intelligente' dati provenienti dai sensori in campo per gestire in maniera efficiente le colture, ottenendo produzioni più abbondanti e di qualità, ad un costo inferiore.

"Tutto è iniziato quando, da studentessa di ingegneria informatica, mi sono resa conto della mole enorme di dati che produceva l'azienda agricola dei miei genitori e che non veniva sfruttata", spiega   Maria Luisa Cinquerrui, co-fondatrice di SmartIsland.
"Dall'esterno vedevo l'enorme potenzialità che quei dati racchiudevano e che invece non veniva imbrigliata. E allora ho deciso che dovevo fornire alla mia famiglia e a tutti gli agricoltori gli strumenti per avere produzioni più efficienti".

Di quali dati stiamo parlando?
"Oggi le aziende come quella dei miei genitori, che fanno ortaggi in serra, generano molti dati che riguardano la produttività, la composizione del suolo e la concentrazione di nutrienti, il meteo e la temperatura in serra. Sono informazioni che però non vengono archiviate e gestite per estrarre valore".

Qual è la soluzione che proponete agli agricoltori?
"Noi abbiamo costruito un software che sfrutta l'Intelligenza artificiale per analizzare i Big data provenienti da sensori creati appositamente per raccogliere dati in campo. In questo modo siamo in grado di fornire all'agricoltore tutte le informazioni di cui ha bisogno per gestire al meglio la propria produzione, risparmiando acqua, fertilizzanti, agrofarmaci e così via".

Quali sono i vostri punti di forza?
"Attraverso SmartFarm è possibile monitorare e fare previsioni sulle rese, rilevare in maniera precoce l'insorgenza di malattie, ottimizzare l'utilizzo di acqua e sostanze nutritive".

Quali dati raccolgono i vostri sensori?
"Analizzano la temperatura e l'umidità di aria e terreno, la conducibilità elettrica del suolo, la radiazione solare e la bagnatura fogliare. Inoltre abbiamo sviluppato specialisoftware di riconoscimento delle immagini che analizzando le riprese delle telecamere installate in campo riescono ad individuare precocemente l'insorgenza di malattie".
  
Perché avete chiamato questa piattaforma di agricoltura di precisione SmartFarm?
"Perché grazie all'analisi dei dati è possibile gestire in maniera intelligente le aziende agricole. Gli agricoltori conoscono bene la sfida di avere produzioni di qualità riducendo i costi. Noi aiutiamo gli agricoltori a risparmiare circa il 40% degli input produttivi, dai concimi all'acqua".

Le vostre soluzioni sono già disponibili per gli agricoltori?
"Lo saranno a giugno di quest'anno. Per adesso stiamo portando avanti dei progetti pilota con alcune aziende agricole selezionate nel territorio siciliano".

Dove avete trovato i fondi per sviluppare il progetto?
"Abbiamo utilizzato risorse proprie, ma stiamo partecipando anche a bandi pubblici e ci siamo rivolti anche a fondi privati. La nostra startup è ad esempio accelerata dall'incubatore Digital magic che gestisce anche un fondo di investimento".

Quante persone lavorano nel vostro team?
"Siamo un gruppo di dodici persone con competenze differenti, che vanno dall'agronomia, all'informatica, all'economia".

Avete pianificato anche una espansione all'estero?
"Fino a metà 2019 ci concentreremo sul mercato italiano, poi guarderemo anche all'estero, in particolar modo ad EuropaUsa e Cina, in cui abbiamo dei partner che ci aiuteranno a penetrare i rispettivi mercati".

Il settore AgTech sta avendo un boom, soprattutto all'estero. Non temete la concorrenza di società che sono partite prima e che hanno avuto finanziamenti importanti?
"Noi crediamo di poterci battere ad armi pari. Le soluzioni che abbiamo sviluppato sono a 360 gradi lungo tutta la filiera e sul mercato è difficile trovare competitor che offrano dei pacchetti paragonabili ai nostri. Ora stiamo entrando nel mercato con SmartFarm, ma già abbiamo sviluppato altri tre prodotti e non appena riceveremo gli investimenti adeguati aumenteremo la nostra offerta".

Lei ha detto che offrite soluzioni 'lungo tutta la filiera', in che senso?
"I nostri competitor hanno sviluppato delle soluzioni solo per alcuni segmenti della filiera agroalimentare. Noi attraverso FoodTrack offriremo soluzioni digitali di tracciabilità che vanno dal campo alla tavola, dove il consumatore può seguire la storia di un cibo attraverso un QRcode sull'etichetta".

Gli agricoltori come hanno accolto queste innovazioni?
"All'inizio pensavamo che ci sarebbe stata molta diffidenza nell'accettare il cambiamento, invece siamo stati piacevolmente colpiti da come gli agricoltori e anche le associazioni di categoria si siano aperte alla novità. Sentono questa tecnologie come un bisogno, la soluzione al problema di comprimere i costi. La nostra sfida è produrre un prodotto semplice da usare, efficace ed economico".

lunedì 15 gennaio 2018

Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura

I servizi di consulenza nell’ambito del Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura 



La presente nota si colloca fra le attività che il Centro di ricerca CREA Politiche e bioeconomia è tenuto a realizzare nei confronti del MIPAAF e delle Regioni quale supporto metodologico all’attuazione delle Misure dei PSR. In particolare, il tema dei servizi di consulenza è un ambito cruciale con riferimento alla crescita del capitale umano e alla diffusione delle innovazioni a favore del tessuto imprenditoriale agricolo. E’ in generale riconosciuta l’importanza e l’apporto essenziale dei suddetti servizi per promuovere i cambiamenti auspicati dalle politiche europee e per attivare processi di azione innovativi come l’European Innovation Partnership per la produttività e le sostenibilità in agricoltura (PEI AGRI). Tuttavia il loro inserimento nei costituendi Gruppi Operativi del PEI non sempre è facile sia per questioni legate ad aspetti amministrativi sia per alcuni equivoci legati ai contenuti e alle modalità di lavoro dei consulenti. Di seguito si propone un approfondimento che spazia dalle definizioni maggiormente condivise, alla applicazione operativa nell’ambito dei dispositivi regolamentari delle politiche per proporre infine alcune modalità di classificazione della consulenza sulla base delle azioni e degli strumenti utilizzati. 1. I servizi di consulenza per l’agricoltura a. Alcune definizioni I servizi di consulenza (o di assistenza tecnica o di divulgazione a seconda delle epoche a cui si fa riferimento) per l’agricoltura erogati con il sostegno finanziario delle politiche pubbliche sono l’insieme di interventi a supporto delle imprese agricole che hanno l’obiettivo di accompagnarle nella realizzazione dei cambiamenti necessari al loro sviluppo produttivo, economico e sociale. La definizione sopra riportata, necessariamente generale a causa dei nuovi contesti in cui i servizi di consulenza esplicano la propria attività, richiede alcune specificazioni. Infatti, con riferimento agli utenti, tenendo conto dell’attuale accezione di territorio rurale, i servizi di consulenza ampliano la platea dei propri referenti anche alle imprese forestali e alle PMI di prima trasformazione o distribuzione alimentare. In relazione, invece, al contenuto dell’attività, essi spaziano in un ambito molto ampio che comprende il tradizionale supporto all’attuazione dei processi tecnici e delle eventuali riconversioni produttive, ma riguarda anche: il sostegno all’adeguamento normativo, l’impostazione di un razionale percorso di gestione finanziaria ed economica d’impresa, la progettazione di piani di comunicazione e marketing, l’utilizzo a fini produttivi e gestionali di dati e informazioni, l’introduzione nell’attività di impresa di servizi alla collettività. L’insieme dei suddetti contenuti può essere sintetizzata nell’accompagnamento all’adozione delle innovazioni1 . Si tratta quindi di sostenere soggetti adulti e responsabili d’impresa nella realizzazione di cambiamenti tecnologici/gestionali/di mercato. Tale attività operativamente consiste nell’individuare soluzioni a problemi o nel valorizzare opportunità di contesto avendo sempre ben presente le esigenze reali 1 La definizione di innovazione del Manuale di Oslo dell’OECD recita: “Un'innovazione è l'implementazione di un prodotto (bene o servizio), o processo, un nuovo metodo di marketing, o una nuova organizzazione gestionale, del posto di lavoro o delle relazioni esterne, nuovo o significativamente migliorato”. Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 dell’imprenditore, i vincoli nei quali opera e le disponibilità di competenze e risorse che può mettere a disposizione. Coerentemente a tale impostazione, nel regolamento sullo sviluppo rurale (Reg. UE 1305/2013 art.15), il sostegno all’uso dei servizi di consulenza con finanziamenti specifici prevede che essi siano erogati con un approccio “tailor made” cioè su misura rispetto alle diverse necessità delle imprese2 . b. Come lavorano La letteratura scientifica (INEA 1999, Leeuwis C. 2004)3 auspica da tempo che l’approccio dei servizi di consulenza nei riguardi dei propri utenti si evolva passando dal cosiddetto “trasferimento delle innovazioni” all’adozione tramite il coinvolgimento. E’ stato infatti verificato che l’implementazione delle innovazioni nei processi aziendali avviene con maggiore efficacia se la consulenza imposta la propria attività promuovendo un’intensa collaborazione e un contatto diretto con l’imprenditore e i lavoratori dell’azienda. I servizi di consulenza sono a tal fine resi disponibili da professionalità4 che, oltre al necessario bagaglio di conoscenze tecniche nei diversi ambiti dell’attività produttiva agricola, forestale e alimentare, sono in grado di:  cogliere e diagnosticare situazioni reali,  elaborare dati e informazioni di contesto,  utilizzare gli strumenti di comunicazione più idonei a dialogare con gli imprenditori,  aiutare i lavoratori a modificare modalità e processi di produzione/gestione,  svolgere un ruolo di intermediazione rispetto alle istituzioni locali, alle strutture scientifiche (pubbliche e private), al tessuto imprenditoriale e ai soggetti che lo rappresentano. c. Quali strumenti utilizzano E’ evidente che l’insieme delle competenze su esposte richiede l’attuazione di azioni e la messa in campo di strumenti diversificati e giustifica l’espressione plurale che definisce questo ambito, i servizi di consulenza. Occorre infatti: realizzare analisi di contesto (fattibilità), promuovere la diffusione di informazione (strumenti cartacei, video, web, seminari, convegni), realizzare interventi che visualizzino e rendano tangibile la bontà delle innovazioni proposte (collaudo e dimostrazione), curare il rapporto personale con le imprese (rapporto peer to peer), promuovere il confronto fra imprese omogenee (confronto), far crescere professionalmente il capitale umano che lavora presso l’impresa (formazione). Come accade a tutte le altre professionalità di servizio, i consulenti, con la formazione e l’esperienza, sviluppano capacità che consentono loro di:  effettuare diagnosi circostanziate dei bisogni dell’utenza,  scegliere, fra le azioni e gli strumenti su indicati, quelli più idonei alle diverse situazioni,  organizzare temporalmente la sequenza delle attività (prima informazione, poi dimostrazione e infine confronto; peer to peer e formazione; fattibilità, collaudo e peer to peer ecc.). 2 Measure fiche “Advisory services, farm management and farm relief services” Measure 2, Article 15 of Regulation (EU) No 1305/2013, October 2014. 3 INEA, A proposito di servizi … e di sviluppo, I quaderni del POM Servizi di sviluppo per l’agricoltura, Roma 1999 Leeuwis C., Communication for rural innovation. Rethinking agricultural extension, Blacwell Publishing and CTA, 2004 4 Standing Committee on Agricultural Research, Collaborative Working Group (CWG) AKIS, Policy Brief on the Future of Advisory Services, 2017 Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 Di norma tali capacità professionali e dotazioni strumentali sono meglio disponibili presso organismi collettivi i quali operano in maniera più efficace se possono a loro volta usufruire di servizi di supporto con funzioni di informazione tecnica ed economica, quali ad esempio le reti agrometeorologiche, le analisi di mercato, la calibratura e taratura delle macchine, le analisi di laboratorio ecc.. d. Il contesto in cui operano I servizi di consulenza infine sono una delle componenti del cosiddetto Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura (SCIA) unitamente alla ricerca scientifica e alla formazione professionale e tecnica. Come è intuibile dalle descrizione sopra riportata quello della consulenza è un ambito professionale ad alta intensità di relazioni e che necessita di input continui dalle proprie relazioni: - perché il contenuto della propria attività deriva da quanto elaborato altrove, - perché alcuni soggetti specializzati possono cooperare con la consulenza per rafforzare opinioni, convincimenti e competenze degli imprenditori. Obiettivo generale dello SCIA è il sostegno allo sviluppo mediante la diffusione della conoscenza e la crescita del capitale umano. Pertanto, esso è per le politiche pubbliche un importante strumento per imprimere ai sistemi produttivi e territoriali accelerazioni verso direzioni specifiche quali ad esempio la competitività e la sostenibilità. Tale ruolo sarà più efficace se le sue componenti sono in grado di coordinarsi e promuovere una programmazione e un’azione sinergica. 2. I servizi di consulenza nel regolamento UE per lo sviluppo rurale 2014-2020 a. Cosa è previsto Il regolamento UE 1305/2013 per lo sviluppo rurale reca i finanziamenti necessari al sostegno e alla promozione del sistema di consulenza aziendale la cui istituzione da parte degli Stati membri ai fini dell’attuazione della politica agricola comunitaria è richiesta nel reg. UE 1306/2013, Titolo III art.12-14. All’art.15, il regolamento per lo sviluppo rurale, oltre alle regole amministrative di attuazione, fornisce indicazioni su: - le finalità dei servizi di consulenza, - le caratteristiche degli organismi che si candidano ad erogarli soprattutto in termini di risorse umane e di esperienza, - i contenuti della consulenza, i quali riguardano gli obiettivi principali della PAC con riferimento alle imprese agricole, forestali e alle PMI, - la possibilità di erogazione collettiva dei servizi di consulenza. Alcuni elementi in più sulle modalità di erogazione della consulenza sono riportati nella scheda a supporto dell’attuazione che la Commissione europea ha fornito agli Stati membri nell’ottobre del 20145 . In essa é più volte ribadito che il servizio di consulenza deve essere accuratamente demarcato dall’attività di informazione e formazione di cui all’art 14 del regolamento e quindi non può limitarsi ad una generica attività di informazione/ formazione rivolta ad un pubblico vasto. Il servizio di consulenza deve “valutare la situazione specifica dell’agricoltore” e deve essere “su misura” cioè orientato a risolvere una richiesta specifica di un agricoltore (o forestale o titolare di una PMI) riguardante un particolare problema. È una 5 Vedi nota 2 Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 valutazione puntuale, accurata e di qualità su un problema tecnico che dovrebbe essere realizzata da personale ben addestrato. Inoltre si fa cenno ai costi eleggibili nell’ambito del finanziamento all’attività di consulenza chiarendo che di essi fanno parte gli stipendi dei dipendenti dell’organismo di consulenza, le spese di viaggio, le spese dei materiali utilizzati, i costi relativi al luogo in cui viene fornita la consulenza. L’insieme delle suddette indicazioni ha consentito alle Regioni di programmare l’intervento sui servizi di consulenza nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) ed in particolare di redigere la scheda denominata Misura 2 “Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole”. I servizi di consulenza sono un attore fondamentale anche del PEI AGRI. Il regolamento sullo sviluppo rurale all’art. 55 chiarisce che tale iniziativa è un acceleratore delle finalità generali delle politiche mediante il sostegno alla diffusione delle innovazioni, ma è anche uno strumento per creare ponti e collaborazioni fra la ricerca/sperimentazione, i servizi di consulenza e le diverse componenti del tessuto imprenditoriale rurale. b. Quali correlazioni e/o differenze con le definizioni generali L’approccio che il regolamento UE 1305/2013 e i documenti relativi ha nei confronti della consulenza è sostanzialmente coerente con le definizioni della letteratura scientifica e istituzionale. Tuttavia, ne limita in parte l’operatività perché inserisce alcune azioni ed alcuni strumenti tipici dell’attività di consulenza nell’ambito dell’intervento che finanzia l’informazione e la formazione (art. 14 – Misura 1 dei PSR); si fa riferimento alle attività di informazione, di dimostrazione, di formazione/coaching, agli scambi interaziendali e alle visite aziendali, azioni che di norma il team di consulenza utilizza per realizzare un processo che va dalla sensibilizzazione dell’imprenditore al cambiamento di una o più prassi operative nell’ambito del processo produttivo o della gestione dell’azienda. 3. Esigenze delle imprese e tipologie di consulenza a. Azioni di consulenza Con riferimento a quanto esposto sopra, i servizi di consulenza promossi dalle attuali politiche di sviluppo rurale si possono applicare alla totalità degli ambiti produttivi e gestionali che riguardano le imprese dei territori rurali. Pertanto essi non differiscono tanto in base ai contenuti del loro intervento, semmai rispetto alle esigenze specifiche dell’azienda o del gruppo di aziende a cui sono rivolti. I soggetti erogatori di consulenza, infatti, realizzano un’attività che si esprime con proprie specifiche metodiche e strumentazioni la cui tipologia e intensità di utilizzo si modifica sulla base delle necessità espresse e/o latenti degli utenti. Correlando le caratteristiche tecniche e gestionali dell’attività di un team di consulenti alle possibilità di intervento offerte dalla Misura 2 dei PSR, le azioni che possono essere messe in campo sono le seguenti: i. confronto diretto con il singolo imprenditore da svolgersi presso l’azienda o presso l’ufficio del tecnico, ii. confronto diretto con un gruppo di imprenditori aventi la stessa problematica da risolvere da svolgersi presso un’azienda, presso l’ufficio del tecnico o presso altro luogo, Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 iii. raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante strumenti multimediali, iv. raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante confronto diretto con soggetti diversi (ricerca, istituzioni, ecc.), v. utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.), vi. esecuzione prova presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata in forma singola o collettiva, vii. progettazione, gestione e coordinamento delle azioni di consulenza b. Strumenti e costi di consulenza per ogni tipologia di azione Di seguito si riportano gli eventuali strumenti e relativi costi di cui le azioni su proposte necessitano per essere realizzate. i. Confronto diretto con il singolo imprenditore da svolgersi presso l’azienda o presso l’ufficio del tecnico. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto ii. Confronto diretto con un gruppo di imprenditori aventi la stessa problematica da risolvere da svolgersi presso un’azienda, presso l’ufficio del tecnico o presso altro luogo. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto Affitto struttura ospitante iii. Raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante strumenti multimediali. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo di accesso alle fonti informative (a domanda o in abbonamento) iv. Raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante confronto diretto con soggetti diversi (ricerca, istituzioni, ecc.) Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto v. Utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.) Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo servizio di diagnostica vi. Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Materiali d’uso (strumenti di lavoro, presidi chimici, ecc.) Affitto struttura ospitante Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 vii. Progettazione, gestione e coordinamento delle azioni di consulenza Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Spese generali c. Possibili combinazioni di azioni, strumenti e costi Considerando le esperienze di consulenza realizzate nella scorsa programmazione e la consuetudine lavorativa dei team di consulenza più rodati, si propongono di seguito tre tipologie di servizio di consulenza che combinano in maniera varia le azioni e gli strumenti sopra elencati. Le seguenti tipologie non rappresentano una lista esaustiva delle azioni e degli strumenti utilizzabili e ammissibili, ma sono il risultato di una mediazione fra quanto descritto nella prima parte del presente documento e l’opportunità di standardizzare i costi dei servizi di consulenza in modo da semplificare le procedure di gestione di questo intervento nei PSR. Qualora si concordasse con le suddette tipologie di consulenza la realizzazione delle azioni di cui si compongono dovranno essere tracciabili e controllabili. Servizio di consulenza di base Obiettivo: soluzioni a problematiche legate a tecniche e adempimenti dei quali l’imprenditore/i è/sono competente/i, ma necessita/no soltanto di consigli, migliorie, aggiustamenti  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico o presso l’azienda  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende  Progettazione, gestione e coordinamento Servizio di consulenza specialistica Obiettivo: soluzioni a problematiche che necessitano l’utilizzo di una tecnica, strumento o modalità di gestione mai utilizzato all’interno di un processo produttivo consueto  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico o presso l’azienda  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende  Progettazione, gestione e coordinamento Servizio per la riconversione Obiettivo: introduzione di un processo produttivo e/o servizio nuovo per l’impresa  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico  Confronto diretto fra imprese con medesima problematica in altro luogo  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.)*  Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende per verifica avvio riconversione  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende per verifica attuazione del processo  Progettazione, gestione e coordinamento * La standardizzazione dei costi dell’utilizzo di strumenti di diagnostica è estremamente complesso, nel caso si ritenesse utile si procederà ad individuare categorie omogenee e specifiche (p.e. analisi chimiche...) e conseguentemente a stabilire dei costi da addebbitare in caso di effettivo/documentato utilizzo

venerdì 12 gennaio 2018

I Borghi rurali dell'ESA





Nell’immaginario collettivo il binomio Latifondo-Sicilia è un concetto storicizzato che accompagna spesso argomentazioni tristemente note, dalla questione meridionale in poi. Tra gli aspetti, al contrario meno conosciuti, di queste vicende, sono però incluse quelle opere di bonifica e politica sociale volte proprio a contrastare tale fenomeno.
I borghi rurali siciliani rappresentano il segno e l’eredità architettonica di tali interventi ed al contempo attestano il declino di quella stessa politica di riforma agraria che li ha ancorati a politiche assistenzialistiche fallimentari. La volontà di una ri-acquisizione, prima sul piano della memoria, e successivamente su quello operativo, del prezioso patrimonio costruito che ancora, e soprattutto oggi, i borghi rurali costituiscono, è il motore che ha portato all’inserimento dell’ Archivio dell’Ente Sviluppo Agricolo all’interno del progetto Sapere Tecnico Condiviso.

I borghi rurali si configurano come fenomeno capillare e diffuso sul territorio nazionale ed in Sicilia la questione assume un’entità ancor più consistente, attestata dalla realizzazione, in appena trent’anni, di circa sessantotto borghi rurali: è tale diffusione a renderli elementi caratteristici dell’entroterra e delle campagne locali. L’abbandono che affligge questi manufatti si radica profondamente sia nelle questioni relative alla loro fondazione, alle politiche ed ai ritardi connessi alla pianificazione degli interventi, che in un breve lasso temporale finivano col rapportarsi ad un contesto sociale – quello contadino – già profondamente mutato, sia nel rifiuto culturale che gli è stato inflitto nel trentennio successivo alla caduta del regime.
Da tempo si è finalmente avviato un processo culturale volto alla riscoperta di tali manufatti ed attraverso il ruolo attivo dell’ESA, che ha aperto a studiosi e studenti le porte dei propri archivi storici, nel comune di Prizzi, i borghi rurali siciliani sono nuovamente al centro del dibattito architettonico locale, quale patrimonio collettivo e grande risorsa architettonica. In questa sezione – tutt’ora in via di costruzione – è possibile accedere ai documenti, elaborati grafici, fotografie, scritti e raccolte epistolari, che costituiscono il prezioso archivio storico dell’ESA, attraverso il quale è possibile ricostruire la genesi e l’anatomia costruttiva dei manufatti ed avere contezza dei processi costruttivi innovativi, della qualità architettonica e dei tentativi di integrarsi nel contesto pre-esistente che caratterizzano ciascun insediamento.

L’archivio era già stato oggetto di interventi di riordino, nel 2006 e nel 2007, quando circa 3500 pezzi archivistici (buste, faldoni e fascicoli) furono trasferiti dalla sede di Portella della Croce negli attuali locali. L’operazione di classificazione, cui vanno riconosciuti parecchi meriti, non ultimo il mantenimento dell’impostazione originaria nel censimento dei fascicoli, dei quali si riportano in genere il titolo originale ed una descrizione sintetica dei contenuti, non entrava però nel dettaglio dei singoli documenti.
Queste sono quindi le operazioni in corso d’opera, strutturate progressivamente per provincia e volte ad un censimento puntuale dei documenti, nonché alla loro digitalizzazione.
L’archivio abbraccia un arco temporale che va dagli anni Venti del Novecento sino ai primi anni Sessanta, quando il progetto di riforma agraria, proseguito dall’ERAS, fu in parte abbandonato, limitandosi alle operazioni di gestione e manutenzione dei manufatti esistenti.

il lavoro è consultabile su:
http://www.saperetecnicocondiviso.it/archivi/percorsi-tematici/borghi-rurali/documenti/





giovedì 11 gennaio 2018

Al via il Concorso regionale olio extravergine di oliva Morgantinon, ideato e organizzato dall'ESA


Concorso regionale olio extravergine di oliva Morgantinon  



 L'Ente di Sviluppo Agricolo  organizza  la settima edizione del Concorso degli oli extravergini d'oliva siciliani Morgantìnon – produzione 2017/2018.

Nell’anno  del cibo italiano,   assumono un significato molto pregnante  iniziative come “Morgantinon” per la capacità di educare al gusto e far conoscere il potenziale nutraceutico della produzione olivicola siciliana. Elemento caratterizzante della Dieta Mediterranea, l’olio di oliva siciliano infatti, presente nelle nostre campagne con il più alto spettro di biodiversità al mondo, è oggi con i 6 DOP riconosciuti e l’IGP Sicilia un elemento  importante e fortemente caratterizzante della nostra produzione agricola. Educare al gusto insegnando ai giovani ed agli operatori del food il valore dell’olio extravergine di oliva nelle sue molteplici sfumature è un passo indispensabile verso la valorizzazione – anche commerciale.   L’Assessorato Regionale dell’Agricoltura anche attraverso il PSR 2014/2020 punta a proteggere il patrimonio olivicolo siciliano, valorizzare il prodotto e sostenere le aziende che avvieranno iniziative di certificazione, miglioramento qualitativo e commercializzazione dell’olio”.
maggiori dettagli  
 www.entesviluppoagricolo.it 

martedì 9 gennaio 2018

La manovra finanziaria 2018


La manovra finanziaria 2018 per l’agricoltura: ecco le novità

La manovra finanziaria 2018 per l’agricoltura, prevede che gli agricoltori potranno vendere i loro prodotti in un rapporto diretto dal produttore al consumatore, anche in forma itinerante. Una manovra importante che difende l’identità alimentare nazionale, messa a rischio dai kebab e dal sushi che proliferano nelle piazze italiane.
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, nell’ultimo anno un italiano su due ha mangiato cibo da strada in tutte le sue forme. Adesso si potrà in modo più genuino, acquistando direttamente dagli agricoltori e dagli allevatori, prodotti a chilometro zero garantiti per genuinità e qualità, nel rispetto degli ingredienti e della vera tradizione enogastronomica Made in Italy.
Tra le novità previste questa non è l’unica, la manovra introduce, infatti, altri importanti cambiamenti per l’intero settore agricolo. Vediamo quali sono.

Bonus verde

Una detrazione fiscale ai fini Irpef del 36% per lavori di “sistemazione a verde” di aree private, edifici, unità immobiliari, impianti di irrigazione, realizzazione pozzi, e per le coperture a verde o la creazione di giardini pensili. Questo bonus è disponibile per spese con un tetto massimo di 5000 euro, applicato a ogni unità immobiliare o sulle pareti esterne dei condomini.

Provvedimenti per i giovani agricoltori under 40

La manovra prevede l’esonero triennale dal pagamento dei contributi previdenziali e una riduzione contributiva fino al 66% per il successivo anno e del 50% per un ulteriore anno. Questa misura favorisce l’accesso all’impresa agricola dei giovani che negli ultimi anni si avvicinano sempre di più all’agricoltura. Secondo i dati della Coldiretti, solo l’Italia può contare su 53.475 imprese agricole condotte da under 35 con un aumento record del 9,3% nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo scorso anno.

Pesca

La normativa riguarda anche la pesca e prevede una indennità di 30 euro al giorno in caso di sospensione per misure di fermo, fino a un massimo di 40 giorni. La misura riguarda i lavoratori della pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, con uno stanziamento di 5 milioni all’anno. Inoltre, il programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2017-2019 ha ricevuto una integrazione di 12 milioni di euro.

Allevamento

Gli allevatori che cedono animali vivi della specie bovina e suina ricevono una compensazione sulle percentuali IVA rispettivamente non superiore al 7,7% e all’8% per ogni anno nel 2018, 2019 e 2020. Inoltre, per interventi urgenti in caso di emergenze nel settore avicolo, è stato istituito un Fondo per l’emergenza avicola, con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2018 e 5 milioni di euro per l’anno 2019.

Settore agrumicolo

È stato istituito un Fondo in favore del settore agrumicolo e delle imprese agrumicole, per incentivare l’aggregazione, la competitività delle produzioni e gli interventi a sostegno delle imprese colpite da Xylella che comprende risorse da destinare al ricollocamento di piante non sensibili al batterio.

Beni di prima necessità

La manovra blocca gli aumenti dell’IVA e delle accise sui beni di prima necessità come la carne, il pesce, lo yogurt, le uova, il riso, il miele e lo zucchero, con una aliquota al 10%. Nella manovra sono compresi il vino e la birra che si fermeranno al 22%, ritenuti prodotti di consumo importanti nelle famiglie italiane.

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