mercoledì 28 giugno 2017

Smart Villages e Borghi GeniusLoci De.Co.

Smart Villages e Borghi GeniusLoci De.Co.

di nucciatornatore


                 Il programma europeo “Smart villages” potrà avvalersi in Italia anche della Strategia Nazionale per le Aree InterneBorghi rurali che creano nuove opportunità di crescita e sviluppo rafforzando i loro punti di forza grazie alle nuove tecnologie e a una migliore applicazione delle conoscenze, a tutto vantaggio di cittadini e imprese. Questo l’obiettivo del Piano di Azione per gli  “Smart villages  lanciato dalla Commissione europea a sostegno delle aree rurali. Si tratta di un concetto emergente nell’ambito dei processi decisionali dell’Ue che punta a garantire l’accesso ai servizi di base, all’applicazione dell’economia circolare, alla risoluzione dei problemi ambientali e alla valorizzazione dei prodotti locali attraverso le TIC. Il tutto coinvolgendo cittadini e portatori di interesse, sulla base dei fabbisogni dei territori. Allo sviluppo degli “borghi intelligenti” concorreranno diverse policy europee, come quella relativa allo sviluppo rurale, la politica di coesione, nonché bandi nell’ambito dei programmi Horizon 2020 e Connecting Europe Facility (Cef), in un’ottica di integrazione dei fondi Ue. La nuova strategia è basata su sedici iniziative con seminari, conferenze e progetti pilota. Fra gli strumenti a disposizione dei futuri “borghi intelligenti” italiani c’è la Strategia Nazionale per le aree interne (SNAI) che punta ad invertire lo spopolamento dei centri minori del paese, molti dei quali rappresentati da borghi rurali, attraverso la riqualificazione delle risorse esistenti, il rafforzamento dei servizi pubblici, un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni con una forte attenzione alla digitalizzazione.



Che cos'è un villaggio intelligente?
Smart Villages è un concetto relativamente nuovo all'interno del settore della creazione di politiche comunitarie. Il concetto emergente di Smart Villages si riferisce a aree rurali e comunità che si basano sulle loro forze e risorse esistenti e sullo sviluppo di nuove opportunità. In Smart Villages le reti ei servizi tradizionali e nuovi sono migliorati grazie alle tecnologie digitali, alle telecomunicazioni, alle innovazioni e al miglior uso delle conoscenze, a beneficio degli abitanti e delle imprese. Le tecnologie e le innovazioni digitali possono sostenere la qualità della vita, un elevato standard di vita, servizi pubblici per i cittadini, un migliore utilizzo delle risorse, un minor impatto sull'ambiente e nuove opportunità per le catene di valore rurali in termini di prodotti e processi migliorati. Il concetto di Smart Villages non propone una soluzione di dimensioni uniche. È territorialmente sensibile, basato sulle necessità e potenzialità del rispettivo territorio e sulla strategia, sostenuta da strategie territoriali nuove o esistenti.
La tecnologia è importante e investimenti in infrastrutture, sviluppo di imprese, capitale umano, capacità e costruzione della comunità. Anche la buona governance e il coinvolgimento dei cittadini sono fondamentali.
Un villaggio intelligente dovrebbe prestare attenzione alle abilità di alfabetizzazione elettronica, all'accesso alla salute elettronica e ad altri servizi di base, alle soluzioni innovative per le preoccupazioni ambientali, all'applicazione economica circolare ai rifiuti agricoli, alla promozione di prodotti locali supportati dalla tecnologia e dalle TIC, Beneficio di progetti di agroalimentare specializzati, attività turistiche e culturali, ecc.
Il concetto di Smart Villages copre gli insediamenti umani nelle zone rurali e nei paesaggi circostanti.
Come fa l'UE a sostenere i villaggi intelligenti?
Diverse aree e fondi politici dell'UE promuovono attivamente gli aspetti dello sviluppo dei villaggi intelligenti.
La politica agricola comune - Sviluppo rurale
La politica agricola comune continua ad essere la più importante politica dell'UE che interviene nell'economia rurale dell'UE in termini di finanziamento e di gamma di strumenti. Una parte importante dei redditi dei contadini dipende dalla PAC (sostegno diretto, politica del mercato e politica di sviluppo rurale). Questo ha anche importanti effetti sull'economia rurale e sulla popolazione rurale.
La politica di sviluppo rurale (FEASR) fornisce una vasta gamma di strumenti per sostenere lo sviluppo di villaggi intelligenti nelle zone rurali. Sulla base di approcci strategici integrati che riflettono le priorità dell'UE e le esigenze di un territorio, i programmi di sviluppo rurale sostengono un insieme di misure. Queste misure riguardano lo sviluppo delle imprese rurali, tra cui la modernizzazione delle aziende agricole, gli investimenti in piccole infrastrutture locali e progetti di connettività, il rinnovamento del villaggio, lo sviluppo delle conoscenze, la condivisione delle conoscenze e le iniziative dal basso verso l'alto. Quasi 100 miliardi di euro dal bilancio UE sono stati stanziati per un totale di 118 programmi di sviluppo rurale nel periodo 2014-2020.
La politica di sviluppo rurale è anche sede di LEADER, un approccio bottom-up per lo sviluppo locale che è un mezzo per l'innovazione sociale e per la creazione di capacità, che consente ai cittadini rurali di assumersi la propria responsabilità nello sviluppo e nella realizzazione di strategie e progetti. Nel periodo 2014-2020 il metodo LEADER è stato esteso in ambito e ad altri fondi e politiche per sostenere lo sviluppo locale del territorio (CLLD).
Un nuovo elemento nella politica di sviluppo rurale è il partenariato europeo per l'innovazione per l'agricoltura (EIP-AGRI) che è stato progettato per accelerare l'innovazione sul terreno. Attraverso attività di networking e progetti, l'EIP-AGRI sostiene lo sviluppo e la diffusione di nuove conoscenze, pratiche, processi e tecnologie nelle catene di valore agroalimentare e forestale.
La rete europea per lo sviluppo rurale è una rete a livello comunitario che riunisce gli attori di sviluppo rurale (autorità di gestione, parti interessate, ricercatori, consulenti, imprese, autorità locali, GAL, ecc.) Al fine di migliorare la qualità dei programmi di sviluppo rurale e rafforzare la partecipazione . Un certo numero di flussi di lavoro nell'ambito dell'ENRD si riferiscono a villaggi intelligenti.
Politica di coesione dell'UE
La politica di coesione per la crescita e l'occupazione è attuata in tutto il territorio dell'UE, sia nelle aree urbane che rurali, con un bilancio di 352 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.
Il sostegno finanziario del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (CF) è incentrato sulla ricerca e l'innovazione, sulle TIC, sulla competitività delle PMI e sulla bassa economia del carbonio. Questi Fondi forniscono anche importanti investimenti nei settori dell'ambiente, dell'azione climatica, dei trasporti, della riduzione della povertà e della capacità amministrativa. Esiste una stretta collaborazione con il Fondo sociale europeo.
La politica di coesione è attuata attraverso programmi a livello nazionale, regionale e locale, basati su un'analisi approfondita delle esigenze tematiche e territoriali e utilizzando un approccio integrato. Strumenti e strumenti specifici quali strategie di specializzazione intelligenti, investimenti territoriali integrati (ITI) e sviluppo locale locale (CLLD) permettono di orientare ulteriormente le risorse del programma alle esigenze territoriali e combinare il supporto di diverse fonti e fondi. I programmi e gli strumenti della politica di coesione potrebbero favorire i villaggi intelligenti.
Esistono importanti opportunità di investimento per promuovere i legami urbano-rurali. Circa 15 miliardi di euro sono gestiti direttamente da circa 700 autorità urbane nel quadro di "Sviluppo Urbano Sostenibile", anche tenuto conto dei collegamenti urbano-rurali. Circa il 10% riguarda le entità con meno di 20.000 abitanti. Pertanto le piccole città ei villaggi svolgono un ruolo importante nel sostegno del FESR per lo sviluppo urbano sostenibile. 20 Stati membri stanno utilizzando lo strumento ITI a varie scale territoriali (quartiere, urbano, metropolitano, subregionale o regionale). 18 Stati membri applicano il CLLD, targeting diversi tipi di territori (rurali / urbani).
Il gran numero di piccole città coinvolte nell'attuazione del FESR genera la necessità di investire nella creazione di capacità amministrative e nello scambio di conoscenze. La rete di sviluppo urbano è costituita soprattutto per questo. Per le città vengono organizzati eventi a livello nazionale, nazionale e tematico, con argomenti quali lo sviluppo di strategie urbane integrate.
Orizzonte 2020 - l'ottavo programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione
Il programma di lavoro 2016-2017 dell'8 ° programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020, comprende diversi elementi importanti per lo sviluppo di villaggi intelligenti. Sotto la Societal Challenge 2, una chiamata particolare su "renaissance rurale" è strettamente legata allo sviluppo della base di conoscenza per i villaggi intelligenti. Il programma di lavoro per il trasporto fornisce anche elementi per villaggi intelligenti.
Struttura europea di collegamento e reti transeuropee per i trasporti
I fondi del Fondo europeo per il collegamento (CEF) mirano agli investimenti in infrastrutture a livello europeo. Sostiene lo sviluppo di reti transeuropee ad alto rendimento, sostenibili ed efficienti, in materia di trasporti, energia e servizi digitali. Gli investimenti di CEF riempiono i collegamenti mancanti nell'energia, nel trasporto e nella spina dorsale digitale dell'Europa.

giovedì 22 giugno 2017

1° luglio Montevago, CarbojCarbonCup

 L'iniziativa verrà presentata

Sabato 1 Luglio alle ore10.30 


a Montevago




  L'iniziativa ha già ottenuto il patrocinio della Soil Carbon Coalition, organizzazione no profit degli USA, che consentirà alle aziende  partecipanti di essere geolocalizzate sulla loro mappa e visibili a livello mondiale, così come visibili saranno i progressi e i risultati raggiunti. 

Così come il Consiglio di Amministrazione dell'Ente di Sviluppo Agricolo, guidato dalla Dr.ssa. Vitalba Vaccaro, ha concesso il patrocinio all'iniziativa  "Carboj Carbon Cup" su proposta del Direttore Generale 
Fabio Marino.

La Soil Carbon Coalition, pioniere mondiale 


nella promozione di pratiche innovative

funzionali al sequestro del carbonio 

atmosferico nel terreno ai fini di aumentare

la capacità di ritenzione idrica, la 

fertilità e il contenuto di sostanza 

organica e humus.



Project proposal based on Soil Carbon Challenge
  
CARBOJ CARBON CUP 
  


 



























lunedì 19 giugno 2017

PEI & AGRICOLTURA


Anna Vagnozzi - Ricercatore CREA

Innovazione e Gruppi operativi:
istruzioni d'uso 


 Si parte dal basso, ma poi i risultati vanno comunicati con un'informazione circolare a beneficio dell'intera comunità I Gruppi Operativi (GO) dell'European Innovation Partnership sono una delle novità promosse dal regolamento sullo sviluppo rurale per le quali c'è maggiore attesa e aspettative. Le istituzioni europee, nazionali e regionali sperano che questo strumento aiuti il nostro settore agroalimentare e forestale a fare un passo avanti verso lo sviluppo economico; i soggetti potenzialmente interessati a entrare a far parte delle partnership dei GO si stanno organizzando per valorizzare le proprie competenze e conoscenze.  In questa fase, possono essere di estrema utilità alcune indicazioni puntuali di tipo operativo su: - modalità di erogazione dei finanziamenti da parte delle Regioni - composizione e caratteristiche dei partenariati - obiettivi e contenuti dei progetti - risultati attesi Solo un aspetto generale è importante ribadire a corredo di quanto sarà sviluppato di seguito: un Gruppo Operativo è uno strumento interattivo per la diffusione delle innovazioni nel settore agroalimentare e forestale; al suo interno sono presenti gli attori della filiera dell'innovazione che sono in grado, in un determinato contesto, di individuare soluzioni a specifici problemi o di promuovere specifiche opportunità. Dunque non è un gruppo di rappresentanza di settori produttivi o ambiti, non si occupa di sviluppo locale, non realizza ricerca e sperimentazione. I diversi approcci utilizzati dalle Regioni Le Regioni finanzieranno i Gruppi Operativi scegliendo fra due modalità procedurali: - la "sovvenzione globale" cioè addebitando l'intero costo dei progetti dei GO alla Misura 16.1 del Psr, - i cosiddetti "pacchetti di misure" cioè imputando quote parti del costo del progetto a Misure diverse del Programma di Sviluppo Rurale in base alla pertinenza: il collaudo dell'innovazione alla Misura 16.2, la consulenza alla Misura 2, la gestione del progetto alla Misura 16.1, gli investimenti alla Misura 4 ecc. In Italia, su 20 Regioni e Province autonome che hanno attivato i Gruppi Operativi, 6 utilizzeranno il pacchetto di Misure: Bolzano, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Veneto. La selezione dei G.O. avverrà mediante avvisi pubblici. Le Regioni potranno scegliere se realizzare direttamente il bando per individuare i progetti da finanziare, oppure se operare tale selezione in due step: il primo che selezioni idee innovative e finanzi la costituzione del partenariato e la redazione del progetto, il secondo che scelga i G.O. e i relativi progetti e ne finanzi l'attuazione. Nel secondo caso non dovrebbe essere obbligatorio essere scelti al primo step per partecipare al secondo. I partenariati I componenti dei partenariati sono i tradizionali attori del processo di definizione, diffusione e adozione dell'innovazione e altri attori ritenuti utili alla migliore riuscita del progetto. Pertanto, i partecipanti che ci si aspetta sicuramente di trovare in un G.O. sono: le imprese agricole, forestali alimentari; i ricercatori; i consulenti/tecnici specializzati. Le prime, presenti singolarmente o in forma associata, sono gli attori primari del progetto in quanto è sulla base dei loro problemi e/o delle loro opportunità che il partenariato si costituisce e il progetto si struttura. I secondi hanno il compito di mettere a disposizione i risultati innovativi delle proprie ricerche e di adeguarli alle condizioni di contesto, i terzi hanno il ruolo di supporto alle imprese per l'introduzione delle innovazioni proposte e di interlocutori della ricerca per eventuali richieste di adeguamento e/o di modifica, nonché di diffusori dei risultati del progetto alle altre imprese del territorio e al sistema della conoscenza nazionale ed europeo nel suo complesso. Altri componenti del partenariato sono correlati ai temi affrontati e si rendono più o meno necessari sulla base della tipologia delle problematiche e delle opportunità da sviluppare, Risorse finanziarie pubbliche previste nei PSR per le Misure relative al PEI e all'innovazione - € potrebbero essere: rappresentanti della società civile, altre imprese, istituzioni pubbliche, strutture di vendita, associazioni di rappresentanza ecc.. Poiché il modello di diffusione delle innovazioni che la Commissione europea ha indicato più utile è quello interattivo (Linee guida EIP Dicembre 2014), un altro partecipante al partenariato potrebbe essere (non è obbligatorio) il cosiddetto "innovation broker" cioè un professionista che curi la creazione del partenariato più idoneo in fase di definizione del progetto e ne animi i rapporti e i confronti fra partner durante l'attuazione del progetto. Non esiste pertanto un numero ideale di componenti del partenariato di un Gruppo Operativo, è variabile in base al contesto e ai compiti di ciascuno. I progetti Il progetto di un G.O. è quindi un insieme complesso di azioni volte a: - individuare le soluzioni innovative in grado di rispondere alle problematiche concrete delle imprese partecipanti, - verificare nella pratica tali soluzioni mediante il coinvolgimento delle imprese stesse e modificarle per renderle più idonee alle esigenze operative reali, - promuovere l'adozione delle innovazioni ritenute di successo presso le imprese partecipanti al progetto e presso altre imprese similari del territorio, - diffondere i risultati del progetto a livello regionale, nazionale ed europeo mediante gli strumenti messi a disposizione dalla Rete rurale nazionale e dalla Rete europea dell'EIP. L'attuazione dei progetti richiederà il coinvolgimento di risorse umane specializzate che: - impegneranno il proprio tempo nel collaudo di tecniche, macchine, sistemi produttivi, modelli organizzativi, modalità di lavoro, prodotti chimici, - necessiteranno di strumenti tecnologici specializzati, laboratori, prove in campo, - incontreranno le imprese singolarmente e in gruppo per dimostrare agli imprenditori l'efficacia di specifici prodotti, pratiche colturali, macchine ecc. e per coadiuvarli nella realizzazione quotidiana delle nuove applicazioni, - organizzeranno occasioni pubbliche per la verifica sociale delle innovazioni. Le imprese coinvolte potranno sì giovare della partecipazione a processi innovativi di produzione, ma saranno distolte nel lavoro e potranno dover mettere a disposizione spazi e terreni per la realizzazione delle prove di collaudo e dimostrative. A tutti i componenti del partenariato sarà richiesto di realizzare periodici check del progetto per verificarne i risultati parziali e finali, gli aggiustamenti necessari, le modalità più idonee di divulgazione. I risultati Il risultato atteso del progetto di un G.O. è l'individuazione di una o più innovazioni utili alla soluzione delle problematiche affrontate e la verifica positiva della loro adozione nella pratica. Di grande interesse potranno essere soprattutto i dati di contesto e le condizioni peculiari nelle quali sono state realizzate le azioni di collaudo e verifica dell'innovazione presso le imprese perché essi potranno essere molto utili alla applicazione delle stesse innovazioni altrove, in contesti analoghi o in situazioni diverse. Il progetto di un G.O. può chiudersi, probabilmente in anticipo, anche con un risultato negativo. I documenti della Commissione europea in più casi evidenziano l'impossibilità di prevedere in sede di progettazione la sicurezza del successo. Un risultato indiretto auspicato sono anche le relazioni e i rapporti che i partner hanno instaurato fra loro e la modalità interattiva di procedere. La diffusione della prassi di lavorare in gruppi compositi di soggetti per diffondere l'innovazione sarà molto utile a far innescare processi virtuosi che potranno essere replicati anche a conclusione dell'intervento.  

domenica 18 giugno 2017

Palermo - Identità e ricchezza del vigneto Sicilia




Presso la Sala Mattarella (ex Sala Gialla) di Palazzo dei Normanni  
VENERDI' 23 GIUGNO 2017 ORE 10.00

verrà presentato il volume

"Identità e ricchezza del vigneto 

Sicilia",

 un lavoro decennale frutto della collaborazione tra le migliori professionalità del mondo universitario e di questa amministrazione regionale.
Il volume racchiude i risultati di una lunga indagine eseguita su migliaia di rilievi agronomici e micro vinificazioni sperimentali, che hanno permesso di ampliare le conoscenze sulle principali varietà autoctone, e restituire anche l'identità a importanti varietà antiche di cui si erano perse le tracce.
Per poter partecipare all'Evento, è necessario registrarsi inviando una mail all'indirizzo: 
segreteri-a.assessorerisorseagricole@regione.sicilia.it, indicando il nominativo di chi prenderà parte alla pre-sentazione.
Considerato che l'ingresso nei locali sarà consentito fino al limite di centoventi persone, cui verrà fatto omaggio del volume presentato, sarà data priorità secondo l'ordine di arrivo delle iscrizioni.

L'ASSESSORE

On.le A. Cracolici



sabato 17 giugno 2017

Misura 16 del PSR 2014/2020

di ninosutera

Per vincere le sfide di un’economia sempre 

più globalizzata, occorre investire 

in competenze, dare maggiore spazio alla 

produzione di idee e beni immateriali per

 uno sviluppo territoriale più innovativo e 

competitivo, promuovendo il trasferimento 

di 

conoscenze e l’innovazione nel settore 

agricolo e forestale e nelle zone rurali






Il Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI) è una delle grandi novità della politica di sviluppo rurale per il 2014-2020.
Il PEI è stato istituito dalla Commissione Europea per rimuovere uno dei principali ostacoli ai processi innovativi, la distanza tra i risultati della ricerca e l'adozione di nuove pratiche/tecnologie da parte degli agricoltori e delle imprese (Reg. (UE) n. 1305/2013 – art. 55).
Infatti, spesso le nuove metodologie impiegano troppo tempo per arrivare sul terreno e i bisogni pratici degli agricoltori non sono comunicati in modo efficace alla comunità scientifica, per cui l'applicazione pratica di innovazioni importanti non avviene su scala sufficientemente ampia e settori di ricerca promettenti non sempre ricevono l'attenzione che meriterebbero.
Il Partenariato Europeo per l’Innovazione ha i seguenti obiettivi:
  • promuovere un settore agricolo efficiente, produttivo e a basso impatto ambientale;
  • contribuire a fornire una costante fornitura di alimenti, mangimi e biomateriali;
  • promuovere processi che preservano l’ambiente e adattano e mitigano il clima;
  • costruire rapporti fra ricerca, conoscenza, tecnologia e imprese;
  • collegare ricerca e pratica agricola incoraggiando anche l’uso delle misure sull’innovazione;
  • promuovere una più rapida e più ampia diffusione delle innovazioni nella pratica;
  • informare la comunità scientifica delle necessità delle imprese agricole.
Per raggiungere questi obiettivi, il Partenariato Europeo per l’Innovazione riunisce gli attori dell’innovazione (agricoltori, ricercatori, consulenti, aziende di commercializzazione e trasformazione) e li aiuta a costruire ponti tra la ricerca e la pratica attraverso un modello di innovazione interattivo che prevede la costituzione di Gruppi Operativi.
Un ruolo di cerniera, fondamentale per la buona riuscita dell'iniziativa, sarà svolto dalla Rete PEI-Agri, istituita dall’articolo 53 del Regolamento UE n. 1305/2013, con lo scopo di favorire gli scambi di esperienze e di buone pratiche e stabilire un dialogo tra gli agricoltori e la comunità della ricerca e favorire la partecipazione di tutti i portatori d'interesse al processo di scambio delle conoscenze.
Tra i suoi vari compiti avrà anche quello di comunicare tempestivamente al mondo dei "Gruppi operativi" i risultati della ricerca maturati nel contesto del quadro strategico "Orizzonte 2020", supportando l'implementazione degli interventi innovativi e tenendo i rapporti con la comunità scientifica.

Un aspetto decisivo per il successo dell'iniziativa PEI sarà infatti la mobilitazione del settore privato e delle imprese agricole, che dovranno sfruttare le possibilità di incremento della redditività e della crescita sostenibile offerte dai nuovi settori e dalle nuove tecniche.

giovedì 15 giugno 2017

La Sicilia che produce

INNOVAZIONE E CONOSCENZA NELLO SVILUPPO RURALE:

il Progetto "SERVAGRI Robot" vince il Concorso di Idee "Sud Innova" d'innovazione per l'agricoltura del sud promosso dal MIPAAF nell'ambito della
Rete Rurale Nazionale
Il progetto "SERVAGRI Robot" è nato da una collaborazione tra l'Istituto di Istruzione Superiore "A-Ruiz" di Augusta, il GAL Eloro, IRS Ingegneria Ricerca e Sistemi e G.I.S. Service, nell'ambito di una convenzione per un percorso di alternanza scuola lavoro che ha posto le basi per uno studio delle problematiche inerenti al settore agricolo, affrontate nell'ottica di una proficua collaborazione tra scuola e comparto agricolo produttivo, attraverso l'applicazione di nuove tecnologie al settore dell'agricoltura di qualità.

Il settore ortofrutticolo interessato dalle aree di competenza del GAL Eloro è caratterizzato da produzioni locali quali la mandorla, il vino, l'olio di qualità, insieme a quello ortofrutticolo, già organizzato in "Distretto Ortofrutticolo Di Qualità Del Val Di Noto (D.O.Q.V.N.)" di cui il GAL Eloro detiene la legale rappresentanza, oltre al ruolo di soggetto promotore e responsabile del distretto medesimo.

Il progetto "SERVAGRI Robot", grazie all'applicazione dei concetti di"Agricoltura di Qualità e Precisione" punta ad applicare quel concetto di "Tracciabilità di filiera" secondo il quale si identificano le aziende che hanno contribuito alla formazione di un dato prodotto alimentare. Tale identificazione è basata sul monitoraggio dei flussi materiali "dal campo alla tavola", cioè dal produttore della materia prima al consumatore finale", flussi in cui il GAL Eloro è attivamente impegnato da anni.
Il progetto"SERVAGRI Robot" si propone, dunque, di offrire al consumatore finale una vera e propria scheda tecnica del prodotto identificandone la provenienza,la genuinità, la qualità (anche in base alla quantità di pesticidi impiegati) fino alla geolocalizzazione della pianta di provenienza e si inserisce in un ambito in cui l'esperienza maturata dal GAL ELORO nei periodi 1998- 2000(Leader II), 2000-2006 (LEADER +), 2007-2013 (Asse IV PSR "Sicilia" Approccio LEADER) è riuscita a dimostrare la validità di un approccio fondato sul sostegno alla creazione e lo sviluppo di attività extra agricole, orientandole al completamento di filiere locali di qualità, anche valorizzando le reti di cooperazione transnazionale promosse dal GAL ELORO  

mercoledì 14 giugno 2017

Farm Advisory System

Il Sistema di Consulenza Aziendale 
(Farm Advisory System) 

  Dalla demarcazione delle funzioni alla formazione  e 

aggiornamento dei  consulenti

di  Nino Sutera




 L’indiscutibile ruolo di

supporto orizzontale di questa

misura per raggiungere diversi

obiettivi dello sviluppo

rurale,  trova nella sempre

verde legge 73/77    la

mission e la vision  

determinante, che attribuisce 

all’ESA attraverso le SOPAT 

un ruolo istituzionale

di primissimo piano a favore

del mondo agricolo e rurale

dell’isola, se pur nel

rispetto del principio della


separatezza delle funzioni.



                                           Nella programmazione dello sviluppo rurale 2014-2010, la misura sui servizi di consulenza - misura 2 dei PSR - è tra quelle che hanno particolare rilevanza per diverse priorità dell’Unione in materia di sviluppo rurale  . L’obiettivo è promuovere l’utilizzo dei servizi di consulenza per migliorare la gestione sostenibile e la performance economica e ambientale delle aziende agricole e forestali e delle piccole e medie imprese (PMI) che operano nelle aree rurali, oltre a promuovere la formazione e l’aggiornamento dei consulenti per aumentare la qualità e efficacia della consulenza offerta, novità quest’ultima introdotta nella nuova programmazione. Prevista nel Regolamento dello sviluppo rurale n. 1305/2013, all’articolo 15, essa mira a completare il Sistema di Consulenza Aziendale (Farm Advisory System) istituito dal Regolamento orizzontale (UE) 1306/20132 , ampliandone gli ambiti e la portata per quanto riguarda lo sviluppo rurale. La misura contribuisce soprattutto alla priorità orizzontale di promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (Priorità 1) e, in particolare, alla Focus Area 1A (stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali); infatti, la spesa pubblica complessiva per la misura 2 entra nell’indicatore di obiettivo per questa FA insieme alla spesa prevista per la formazione (misura 1) e per la cooperazione (misura 16) 

La sottomisura 2.3 è rivolta mentre alla formazione dei tecnici consulenti . La finalità è quella di prevedere percorsi didattici che consentano l’elevazione della conoscenza specifica dei partecipanti sulle tematiche oggetto della consulenza,   in coerenza con gli obiettivi specifici delle Focus Area. Per assicurare un servizio di consulenza di elevata qualità, infatti, occorre curare la formazione e l’aggiornamento dei tecnici con uno specifico programma formativo.

L’operazione prevista nella presente sottomisura è il sostegno alla prestazione di servizi di formazione ai tecnici consulenti  . L’intervento comprende corsi formativi e di aggiornamento (in presenza, sia in aula che in campo, e e-learning) su argomenti specifici e generali, per garantire la qualità e la pertinenza della consulenza da fornire agli agricoltori, ai giovani agricoltori, ai detentori di aree forestali, altri gestori del territorio e imprenditori di PMI insediate in zone rurali. I corsi potranno prevedere anche forme di apprendimento on line, mediante l’uso di tecnologie multimediali, visite didattiche e di studio, stages.





In fine il principio della saparatezza delle funzioni.





domenica 11 giugno 2017

La rivoluzione delle tre P

                                                                                                                                           ninosutera
 Investimento in risorse 

immateriali

Rivoluzione nelle tre “P”

Pac, Pan e Psr. costituiscono una vera sfida per  le imprese agricole  e più in generale per il mondo rurale 
Il ruolo dei  servizi di sviluppo rurale.




          L’olandese Roeling negli anni ’80 sottolineava come la conoscenza agricola non fosse un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma sia il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate. La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza, che almeno in un primo momento dovrebbero essere a carico del pubblico. Ecco quindi che negli ultimi tempi, nella stampa internazionale e anche negli ambienti più market oriented (USA, Olanda, Banca Mondiale, ecc.) vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza, Si parla sempre di più di tecnici che siano animatori o facilitatori, che favoriscano la formazione di gruppi e di reti, collegando ricerca, pratica e istituzioni, stimolando così una crescita “dal basso verso l’alto” e la messa a punto di innovazioni appropriate (tecniche, organizzative, individuali e di gruppo, etc.).  

La l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attivitàpromozionali in agricoltura” autorizza
l'Ente di Sviluppo Agricolo 
adattuare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica rivolta eslusivamente alle aziende agricole e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali - che operano su larghe basi territoriali.
  Infine il principio della separatezza delle funzioni, introdotte
 dalle recenti dispositivi di legge consegnano 
all'Ente di Sviluppo Agricolo, 
come ente pubblico, l'esclusività nell'attuazione 
degli interventi in termini 
di investimenti immateriali.


Disposizioni attuative del sistema di consulenza aziendale in agricoltura istituito dall’art. 1 ter, comma 5, del D.L. 24 giugno 2014, n. 91 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116 all’Articolo 3 stabilisce il (Principio di separatezza)1. Al fine di garantire il principio di cui all’art. 1 ter, comma 3, del D.L. 24 giugno 2014, n. 91 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, l’organismo di consulenza non può svolgere alcuna funzione di controllo finalizzata all’erogazione di finanziamenti pubblici in agricoltura nel settore agricolo e agroalimentare.
2. I consulenti non possono:1.    essere coinvolti in attività di controllo dei procedimenti amministrativi e tecnici finalizzati all’erogazione di finanziamenti pubblici o in attività di controllo sanitario;
2.    essere dipendenti del beneficiario a favore del quale viene reso il servizio di consulenza, ovvero trovarsi nei confronti dello stesso in qualsiasi situazione di conflitto di interesse;3.   
avere rapporti di dipendenza o di collaborazione diretta a titolo oneroso con soggetti titolari di attività di produzione o vendita di mezzi tecnici per l’agricoltura, la selvicoltura e la zootecnia.

La nuova mission

La conoscenza è considerata oggi la risorsa più importante nello sviluppo economico. La strategia di Lisbona, elaborata dal consiglio europeo, si pone l’obiettivo di trasformare l’Unione Europea nell’economia della conoscenza più dinamica e competitiva entro il 2020.
I mutamenti socio-economici degli ultimi decenni hanno contribuito a modificare il modo di essere e di operare delle aziende, in primis, ed è auspicabile che prima o poi il modus operandi interessi anche il contesto  politico amministrativo dei territori. In particolare, si è assistito ad un progressivo spostamento del baricentro dalle risorse materiali alle risorse immateriali. Molti sono i contributi teorici che hanno fatto assurgere le risorse immateriali e il fattore primigenio che le costituisce, la conoscenza, a ruolo centrale dei modelli esplicativi del modo di essere e di agire. 
La stessa Unione europea ha riaffermato, tra le priorità della politica di coesione, l’obiettivo strategico di promuovere lo sviluppo dell’economia della conoscenza insieme con la crescita dell’innovazione e dell’imprenditoria. Ha, inoltre, riconosciuto il miglioramento degli investimenti nel capitale umano (attraverso il miglioramento dell’istruzione e delle competenze) come strumentale e necessario alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro.
Ad oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in conoscenza, nella produzione di idee e talenti, quantificando il valore economico prodotto e scambiato sul mercato in termini non più solo di beni fisici ma soprattutto di beni immateriali. Le competenze, il know how, le conoscenze tacite e strutturate, la capacità innovativa, il marchio, la reputazione, la cultura aziendale, le relazioni con altri stakeholders hanno assunto un’importanza fondamentale nel processo di creazione di valore e, di conseguenza, nel decretare il successo.


Per definire una proposta di rinnovo dei servizi di sviluppo agricolo dobbiamo avere chiaro lo scopo del nostro lavoro. Infatti, “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca).  Gli obiettivi del nostro lavoro derivano da strategie,  visioni e metodi di Politica agricola.  Non mi sembra che in ambito nazionale e tantomeno regionale abbiamo delle linee guida in merito. L’unica visione, strategia e metodo ci viene dalla Politica Agricola Comune (PAC) che ci fornisce obiettivi chiari e definiti.
Gli obiettivi centrali delle ultime riforme della Pac possono essere riassunti in quattro parole chiave: orientamento al mercato (competitività), sostenibilità esterna, beni pubblici e sviluppo rurale.
L’obiettivo della competitività è stato perseguito con l’eliminazione della maggior parte degli aiuti accoppiati, il loro disaccoppiamento, la riduzione dei prezzi istituzionali del latte e dello zucchero, la progressiva eliminazione dell’intervento pubblico sui mercati e l’abolizione di tutte le forme di aggiustamento della produzione (quote latte, quote zucchero, diritti di impianto dei vigneti).
La sostenibilità esterna della Pac - che l’Unione europea intende perseguire indipendentemente dall’esito dei negoziati internazionali del Doha Round - è stata accresciuta attraverso la riforma dei meccanismi di sostegno, con il passaggio da aiuti distorsivi del mercato ad aiuti meno o affatto distorsivi, compatibili con le regole degli accordi commerciali internazionali, e il trasferimento della maggior parte del sostegno dalle scatole gialla e blu alla scatola verde.
La promozione dei beni pubblici prodotti dall’agricoltura ovvero la risposta ai nuovi bisogni collettivi (ambiente, benessere degli animali, sicurezza alimentare, salvaguardia del patrimonio culturale e del ruolo sociale dell’agricoltura europea) è stata concretizzata attraverso l’introduzione della condizionalità e del pagamento “verde” detto comunemente pagamento greening.
Il valore ed il ruolo delle economie locali nelle zone rurali sono sostenuti attraverso il miglioramento degli strumenti della politica di sviluppo rurale, le cui risorse finanziarie sono progressivamente aumentate da Agenda 2000 alle riforme più recenti.
 La nuova Pac 2014-2020 ha confermato le scelte precedenti con l’abolizione degli ultimi strumenti di controllo dell’offerta (quote latte, quote zucchero e diritti di impianto dei vigneti).  In altre parole, i prezzi garantiti, gli ammassi, le quote, gli aiuti settoriali non faranno parte della nuova Pac, ad eccezione di situazioni di crisi grave.
Queste riforme della politica dei mercati mettono in luce che la stagione della Pac come politica settoriale si è conclusa. Con l’eliminazione degli aiuti accoppiati, dei sussidi all’esportazione, delle quote latte, dei prezzi di intervento, di fatto è stata smantellata la Pac degli anni ‘60, quella che era stata scritta alla Conferenza di Stresa.
Per conseguire obiettivi così importanti ed ambiziosi, l’Ue prevede di intervenire a due livelli:
1.      l’adattamento degli strumenti di intervento della vecchia politica dei mercati;
2.      il miglioramento del funzionamento delle filiere agroalimentari.

Ma quanti sistemi territoriali,  ne sono pienamente consapevoli assumendosi l’impegno concreto di implementare politiche che incentivino questa direzione di sviluppo? e soprattutto  le modalità di approccio metodologico, organizzativo,comunicativo,formativo,professionale,sono adeguate ?


























































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