venerdì 31 gennaio 2014

Ambrosia, attribuiti i riconoscimenti Custode dell’identità Territoriale GeniusLoci De.Co.


  Ambrosia l’evento, che si è tenuto presso il Baglio Trinità, ha raccolto le più grandi eccellenze della cucina siciliana e non solo . L’obiettivo dello Chef Angelo Franzò è stato dunque centrato in pieno, in una giornata domenicale dedicata esclusivamente al cibo sono stati rinnovati i propositi per una maggiore collaborazione ed esaltazione dei nostri prodotti regionali, ancora fin troppo nascosti.
 La (De.Co.)  Denominazione Comunale, afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus,  rappresenta un’opportunità per salvaguardare l'identità di un territorio legato a una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto, che ha un forte ed efficace valore identitario per una Comunità.      
  Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da una idea semplice e geniale del  grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità",    rappresentando un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la  valorizzazione delle identità e le unicità locali.
 Il format GeniusLoci De.Co recentemente è stato inserito tra gli esempi virtuosi del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio - Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori. Un Percorso di programmazione partecipata che prevede un modello di De.Co. che valorizzi il prodotto identitario del territorio,(un sapere, un luogo, una prelibatezza, ect.ect) 
  L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci”.
Nel legame tra l’alimentazione e l’identità, il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei valori, delle tradizioni, dei riti
Il format elaborato della Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dell’identità territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali.

In questo percorso, chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’Identità Territoriale  


































martedì 14 gennaio 2014

Torna “Ambrosia” domenica 26 gennaio

Manifestazione Regionale per la promozione e valorizzazione dell'enogastronomia Siciliana
IL 26 GENNAIO CASTELVETRANO ACCOGLIERÀ GLI CHEF E PASTRY CHEF PROVENIENTI DA TUTTA LA SICILIA
È ormai alle porte la “Ambrosia”  II* Manifestazione Regionale per la promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio Siciliano. La manifestazione è organizzata dallo Chef Angelo Franzò, collaborato dalla Dott. ssa Giovanna Gebbia e il Dott. Nino Sutera  
Domenica 26 gennaio 2014, presso il Baglio Trinità accoglierà gli chef e pastry chef provenienti da tutta la Sicilia.

Le diverse associazioni di categoria che saranno presenti all'iniziativa saranno: Arte Cucina Enna (EN) con il presidente, Giovanni Bilello; Ristoworld con il presidente, Andrea Finocchiaro (CT); Ambrosia con il presidente, Angelo Franzò (TP); Accademia Della Cucina Siciliana (PA), con il vice presidente Salvo Balsano.

I nomi dei relatori:
Avv. Felice Errante Sindaco di Castelvetrano Chef Angelo Franzò organizzatore
Dott. Nino Sutera Direttore Lurss Onlus Dott.ssa  Francesca Cerami    Segretario Generale Istituto  IDi.Med. Dott.ssa Antonella Italia Presidente di ITIMED Itinerari Turistici Integrati Relazionali sul Mediterraneo Dott.ssa Roberta Urso Responsabile Pubbliche Relazioni e Comunicazione.  Luigi Salvo Sommelier AIS – Giornalista Giovanni Fichera docente enogastronomo Avv. Patrick Cirrincione sviluppo e marketing territoriale Dott. Francesco Pecoraro  Filippo Drago ultimo mugnaio Maestro Giovanni Lorenzo Montemaggiore Segretario  Regionale A. Escoffier. Luigi Salvo Sommelier AIS – Giornalista
Chef Matteo Giurlanda Presidente Associazione Cuochi Trapanesi.  Chef Paolo Austero Vice Presidente Associazione Cuochi Trapanesi.  Dott. Nicolò Cesarò enogastronomo.
Giovanni Fichera docente enogastronomo Giovanni Billello  Presidente Arte Cucina Enna.
Pietro Guarnera presidente accademia pasticceri siciliani Amps  Andrea Finocchiaro Presidente RISTOWORD
Modera i lavori la Dott.ssa Antonella Giovinco Giornalista


Le iscrizioni sono aperte per la cena di gala.
Per tutte le informazioni potrete fare riferimento allo chef Angelo Franzò.
E-mail: angelofra2011@libero.it
Telefono: 3209005435 – 3318579231



giovedì 9 gennaio 2014

Il mondo salvato dai ….contadini


di Giuseppe Bivona

                                                                  Da qualche mese è in libreria  un appassionante saggio di Silvia Perez-Vitoria “Il ritorno dei contadini” pubblicato dalla battagliera casa editrice Jaca Book .
Ma come? Ci siamo chiesti stupiti ! Non erano stati sradicati ed espulsi dalle campagne , imbarcati sui bastimenti, negli anni a cavallo tra l’ottocento e il novecento, verso le Americhe, alimentando un flusso migratorio di proporzioni bibliche?
Non ne avevano sterminato abbastanza i bolscevichi  durante e dopo la rivoluzione russa perché controrivoluzionari?.
E le campagne cambogiane non furono trasformate in un vero e proprio “inferno” in cui gettare milioni di” borghesi” da epurare e massacrare, restii ai programmi di rieducazione imposti dalla brillante follia “intellettuale” di Pol Pot ?.

Comunque sia, accomunate dall’ onda lunga della “modernità”, sia  la rivoluzione industriale che le ideologie rivoluzionarie, in nome del sol dell’avvenir, sovvertirono e cancellarono tutto ciò che si legava alla vecchia e vituperata civiltà contadina :dalla famiglia , all’idea di lavoro ,dal risparmio alla gerarchia dei valori ecc Il contadino era l’incarnazione del vecchio , una figura sociale retriva ,restia al cambiamento ,insomma un ostacolo da eliminare  senza indugio , se si voleva costruire l’”uomo nuovo”!
Stranamente ,negli anni del dopoguerra il mondo contadino subì un’eutanasia, apparentemente indolore e volontaria, assunse sempre più i connotati di un suicidio collettivo , una diffusa volontà di annientarsi ,scomparire . Come un fiume alla deriva, abbandonarono in massa le campagne , attratti  dal luccichio ingannevole delle città! Non volevano essere più tali! Rinnegarono se stessi, per essere altro da se! Abbracciarono la” modernità” con l’entusiasmo tipico del neofita della prima ora . Per quanto più gli costava allontanarono i propri figli dalla terra , recisero i valori ad essa legata,ne cancellarono la memoria.
Ancora esterrefatti ci chiediamo: ma come sia stato possibile consumare un si tragico misfatto nel più completo e totale silenzio?
In verità , alcuni intellettuali  (ricordate la polemica sulla scomparsa delle lucciole di Pier paolo Pasolini?) ,percepirono la tragicità dell’evento , avvertirono le nefaste  conseguenze , luttuose e irreparabili ,che la fine del mondo contadino trascinava con se.
Per il resto , il vasto fronte ideologico –culturale , condivise la diffidenza e il disprezzo per il mondo contadino , anzi coloro che si sono proclamati portavoce degli interessi delle popolazioni rurali, hanno contribuito ad  accelerarne la scomparsa!
Tra questa folta schiera oltre a politici e sindacalisti, annoveriamo i tecnici ,ricercatori e agronomi. Veri e propri “cavalli di Troia”, portatori di un sapere omologato,di conoscenze appiccicaticce, forte di soli pochi anni di esperienza ,ma baldanzosi pei primi risultati  prontamente “spendibili”.Così ,hanno avuto ragione di una secolare e “sedimentata” esperienza che, in loco, era stata accumulata e tesaurizzata da intere generazioni ,un sapere non separato dal “fare”, ma mediato, riprodotto , trasformato e articolato dalla comunità.
La distanza tra saperi tradizionali e saperi cosi detti scientifici è abissale! Si confrontano e si scontrano due diversi modi di rapportarsi alla “natura”. Per la cultura contadina la natura(ne benigna ,ne maligna ma  solo crudelmente innocente ) si inserisce in una visione del mondo nel quale l’uomo è parte integrante della stessa  con cui interloquisce nel rispetto delle entità biotiche e abiotiche . Per la ricerca agronomica l’uomo può separarsi dalla natura grazie alla tecnologia e potenzialmente e parzialmente dominarla . Queste conoscenze tendono ad avere un carattere generalizzabile , estensibile a luoghi e ad ambienti diversi e distanti tra di loro . Insomma il sapere non è più una prerogativa di una comunità e di una realtà locale : e quello che potremmo definire un sapere “hors sol”!. Ma non è stata questa forse la fonte dei frequenti fallimenti degli agronomi  ogni qual volta tentavano di trasferire in ambienti diversi le stesse tecniche  ? Oppure  nel voler applicare modelli colturali”standardizzati”  rivelandosi nel medio e lungo periodo, inadatti agli ambienti presi in considerazione?
Abbiamo maturato in questi ultimi anni una consapevolezza che ci consente oggi di denunciare  come la ricerca agraria , da originario strumento di conoscenza e acuta osservazione in “loco”degli eventi, sia diventata sempre più “apparato” elefantiaco e burocratico   impegnata  ad autosostenersi e autoriprodursi ,immersi nella retorica della  nell’autoreferenzialità. Abbiamo i  santuari sacri del sapere, la cui custodia è affidata ai  nuovi sacerdoti ,i soli veri leggittimi depositari della verità!. Questsa ricerca intesse sempre più stretti vincoli d’interesse culturali con le industrie agro-alimentari ,con le quali ha quasi sempre una visione “convergente” (vedi ogm) ma che inevitabilmente contribuiscono, attivamente ,al deterioramento dei sistemi agrari.
 Per anni il paragone tra agricoltura industriale e tradizionale e stata istituita in base a criteri puramente economici : scarti di produttività ,redditività del lavoro  efficienza ecc. Tutto il” resto” cioè l’ambiente , la qualità della vita ,la cultura ,il benessere ( da non confondere con il bene avere), non viene mai preso in considerazione .Sono rari gli studi che permettono di considerare i sistemi agricoli nelle loro totalità: la dove si è tentato un approccio che tiene conto dell’insieme delle risorse vie fuori che l’agricoltura tradizionale è più produttiva di quella industriale.
Ma “Il ritorno dei contadini”non è un idea-progetto antistorico? Come si possono spostare indietro le lancette del orologio della storia? Come dovranno essere i contadini di domani?
Anche se volessimo  un ritorno,  siamo seri ,sarebbe impossibile ,ne sarebbe possibile  un suo “restauro” ne la sua “conservazione”.
Tuttavia possiamo e dobbiamo ricucire un lacerato (e spesso spezzato) rapporto con la terra ,e col suo retroterra culturale cioè con la natura ,con il ciclo della vita(e della morte)
Dobbiamo ripristinare la “diversità” di cui il mondo rurale ne è la più significativa espressione per la semplice ragione che  oggi, rimane depositaria di una grandissima varietà di ecosistemi e organizzazioni sociali  di saperi e sapori ,quella che viene definita cultura materiale. 
L’ autrice ,Silvia Perez-Vitoria è perentoria! Conclude l’ultimo capitolo del suo libro con un titolo significativo: Il XXI° secolo sarà contadino…. o non sarà

giovedì 2 gennaio 2014

Castelvetrano, Manifestazione di enogastronomia

Entrano nel vivo a Castelvetrano i preparativi per la II^ Manifestazione   per la promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio Siciliano in programma   il 26 Gennaio presso il Baglio Trinità

Un evento denso di incontri a contatto con le realtà produttive che operano per migliorare la qualità dei prodotti gastronomici tipici.  Sapori e prodotti, resi unici, dal lavoro secolare della natura e dell’abile e paziente lavoro degli artigiani del gusto. Aziende e chef che presenteranno un Paniere dei Prodotti  agroalimentari, essenza della dieta mediterranea.   Alla Manifestazione   hanno aderito diverse aziende dell’agroalimentare e chef provenienti di tutta la Sicilia che presenteranno i loro piatti della tradizione culinaria siciliana.    La manifestazione dopo il grande successo del 2013 è destinata a divenire un appuntamento fisso per l’enogastronomia siciliana   
All’interno della manifestazione, giunta alla seconda edizione, tra le tante iniziative, la cerimonia di consegna dei riconoscimenti  “Custodi dell’Identità Territoriale Chef De.Co.”
Che cos’è la De.Co ? I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, e i artigiani, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale. Elementi apprezzati da chi sceglie una vacanza diversa una vacanza negli alberghi diffusi e nei agriturismi, e non solo, determinanti a qualificare il biglietto da visita del territorio. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, etc) con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie. Lʼobiettivo è riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere lʼofferta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci, afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus
Chi sono i Custodi dell’Identità territoriale? Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’identità territoriale.
 Chi sono i Custodi dell’identità territoriale Chef De.Co.? Chi condivide l’impegno a valorizzare attraverso il proprio menu i prodotti agroalimentare del territorio, i prodotti di nicchia, particolari prodotti della tradizione locale e per questo identitari di un luogo.

 L’organizzazione della manifestazione è curata dallo Chef Angelo Franzò.

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