giovedì 28 marzo 2013

Una De.Co. per l'Agnello Pasquale


di NinoSutera
                            C'è un comune nell'agrigentino, che  durante il periodo pasquale si svolge ogni anno la" Sagra dell'Agnello Pasquale", dedicata al dolce tipico di pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di Agnello. 
Il prodotto dolciario, gustato, conosciuto ed apprezzato in Italia ed all’estero.














Lo scorso  anno  grazie alla lungimiranza degli amministratori locali è stata avviata la procedura per l'istituzione della      De.Co. ( Denominazione Comunale) 

 Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus di Menfi e Sambuca di Sicilia è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”  Il valore di una De.Co. (denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing territoriale


Ingredienti

  • 1,4 kg di zucchero a velo
  • 1 kg di mandorle
  • 1 kg di pistacchi
  • 500 ml d’acqua

Preparazione dell’agnello pasquale di Favara

Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’ all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale di Favara si può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.

L’agnello pasquale, dolce tipico favarese, trova fondamento in una tradizione  abbastanza antica 
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ne fa un lacunoso accenno il barone Antonio Mendola, ma l’uso di questo dolce era ancorato ad una tradizione esclusivamente familiare e non poteva assolutamente gareggiare, per preferenza e quantità, con i frutti di martorana ed i cannoli, molto apprezzati oltre cento anni addietro dai favaresi, principalmente per Natale e Pasqua.
L’agnello pasquale, preparato con pasta reale a base di mandorle, ripieno di pasta di pistacchio e finito con velo di zucchero e decorazioni, è rimasto un dolce strettamente artigianale e familiare fino alla seconda metà del 1900.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera, studente all'ateneo di Roma (nipote del canonico Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'agnello pasquale, consumato a Favara (v. foto).
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello pasquale (v. foto).
Nel novembre 2004, in occasione di un incontro di Papa Giovanni Paolo II con alcuni disabili sono stati portati alcuni doni e, fra questi, anche un agnello pasquale di Favara.
Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.

lunedì 25 marzo 2013

Brand territoriale e culture identitarie, un binomio vincente


Territorio+Tradizioni+Tipicità+Tracciabilità+Trasparenza
Brand delle  Culture Identitarie 

  NinoSutera







 Il ruolo dei 
Borghi GeniusLoci  De.Co.



   La Sicilia rappresenta un set cinematografico naturale dove realizzare moltissimi film e fiction televisive. Uno degli esempi di maggiore interesse, a tal proposito, è costituito dal commissario Montalbano, sulla cui immagine sono stati avviati interessanti esempi di marketing territoriale della Sicilia orientale, nei territori in cui sono state girate scene della fiction televisiva, e molte imprese hanno già manifestato il loro interesse. Perché non investire allora sul rafforzamento del rapporto tra letteratura, cinema e identità territoriale? Una tale ipotesi potrebbe concorrere ad accrescere la competitività di un made in Sicily basato su parametri di  “qualità  locale” dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa.







           Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   è un percorso culturale,     che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del  Percorso  GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività. 
              Il  percorso   innovativo   “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del  territorio   attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”

                 Un piano strategico di sviluppo economico territoriale  dovrebbe essere elaborato e condiviso sinergicamente dai soggetti istituzionali e da popolazione e imprese, tenendo in considerazione i necessari elementi di sostenibilità e competitività. I fattori materiali e immateriali di un territorio dovrebbero concorrere a essere rappresentati in un marchio o in un prodotto che ne costituisce il tratto distintivo: in sintesi territorio, prodotti e imprese dovrebbero avere un marchio o “brand” che consenta al consumatore l’immediata individuazione dell’area geografica di provenienza. 


                 In tale contesto si inseriscono le dinamiche di “comunicazione” del territorio la cui immagine percepita in molti casi si trasferisce sui prodotti stessi, concorrendo a definirne il generale posizionamento sul mercato. Tuttavia una moderna comunicazione veicolata anche attraverso gli strumenti di comunicazione di massa, come internet e il mezzo televisivo, richiede un forte appeal che sintetizzi i rapporti tra impresa, prodotto, territorio e cultura. Il rapporto tra cinema e letteratura costituisce in termini di comunicazione, uno degli elementi di maggiore impatto ai fini della comunicazione dell’identità territoriale.
L’obiettivo, recuperare l’identità di un territorio come opportunità di arricchimento di significati e valori per l’economia locale. Il territorio costruito nel tempo lungo dalle civilizzazioni attente ai processi coevolutivi, su cui oggi viviamo, è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future.   Avere un luogo di origine molto bello aiuta per il successo. La percezione di qualità è in parte fortemente influenzata da fattori esterni quali la notorietà. Un territorio bello, famoso e ben organizzato e quindi un enorme vantaggio,   in questo la De.Co. può rappresentare uno strumento di comunicazione del brand

         Ogni singolo comune,   possiede un patrimonio concreto che è l'espressione della propria tradizione culturale, ecco come   le De.Co. Denominazione Comunale, possono considerarsi l’innovazione di una nuova idea, che può essere un prodotto, un  processo o un nuovo modo di organizzarsi.  


               Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava:  “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie,  deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura oppure come occasione del presente, per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine.

domenica 17 marzo 2013

Selinunte. Emozioni da vivere e assaporare. Tra cucina,vino,fotografia, jazz e gli Ambasciatori dell’Identità Territoriale del GeniusLoci De.Co. Sicilia




decosicilia@gmail.com

Nello splendido paesaggio del Parco Archeologico, il  più grande d'Europa con i suoi maestosi Templi Greci, nascono i protagonisti nella promozione dei prodotti del territorio
 

L’evento enogastronomico organizzato  a Selinunte lo scorso venerdì, da insuperabili professionisti del settore,  è stato all’insengna di un autentico   percorso sensoriale che ha coinvolto  tutti i sensi. La cucina ricercata degli chef Angelo Franzò e Sergio Sinagra, basata su materie prime di alta qualità del territorio, in un connubio tra i principali prodotti di terra e di mare siciliani. Con tocco vivace ed innovativo i piatti per ogni palato verso un impareggiabile escalation di sapori.
L'abbinamento con diverse tipologie di vini,  a ogni piatto, magica alchimia tra caratteri organolettici diversi, provenienti da artigiani del buon vino, eppure complementari tra loro, in una spasmodica ricerca dell'equilibrio dei sapori  curata dal Sommelier Carmelo Corona.
L’intera serata è stata  scandita dallo stile e dalla poesia del jazz: sublimi note di Maestri del Jazz,    gli scatti del celebre fotografo Filippo Mannino, e le immagini dei Colori del gusto   di Nino Sutera 
I prodotti agro-alimentari e artigianali  racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. Infatti derivano sempre dalla valorizzazione di una materia prima locale, sono il frutto di trasformazioni, generalmente su piccola scala, che racchiudono conoscenza tecnica locale e tradizione, sono fortemente legati al territorio, alle radici locali, attraverso un legame culturale e sociale che assegna al prodotto una dimensione identitaria di primo piano  Il prodotto agricolo o agro-alimentare e artigianale, è il protagonista della valorizzazione del paesaggio, della cultura contadina e testimone speciale della vita di un territorio. Considerato, inoltre, che i produttori agricoli, ma anche gli artigiani costituiscono il collante tra i prodotti e il territorio. Essi rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoir faire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità  del gusto. Le caratteristiche   del prodotto sono   irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto  del territorio  è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.
Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.
Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono quindi destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale,  comunicare e far conoscere il territorio,  il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. 
Ciò formalizza il legame con il territorio, di farsi portatore di una identità culturale economica e sociale, che i vari attori presenti sul territorio che hanno l’obbligo di valorizzarle. Le identità non sono inscritte nei geni di un popolo ma si costruiscono storicamente, nella dinamica quotidiana del colloquio tra civiltà, tra uomini , esperienze e culture  diverse .
Gli ambasciatori dell’identità territoriale rappresentano uno degli steps del  percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus  inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori
    Ci sono luoghi in cui il genius loci è associato ad un monumento, ad un personaggio. Tuttavia le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d'infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco per noi il percorso significa anche recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze
Complimenti a chi con tanta passione e tantissima professionalità, ha realizzato un evento destinato a essere ricordato come un modo nuovo di interpretare il cibo, la cucina, e il buon gusto.
All’evento hanno partecipato tanti appassionati e  tanti intenditori, come il Prof. Giovanni Montemaggiore,  e  professionisti della comunicazione come la Dott. Antonella Giovinco giornalista,  recentemente premiata al XII Edizione del Premio Donnattiva presso Sala Gialla di Palazzo dei Normanni.

lunedì 11 marzo 2013

De.Co. per l’Ova Murina. Sciacca, l’enogastronomia và in scena.



Sabato 16 Marzo presso Ex Chiesa di Santa Margherita a Sciacca  alle ore 10.00   il Comune di Sciacca    organizza il Seminario “La valorizzazione dell’identità del territorio attraverso la De.Co.” Interverranno, dopo i saluti del Sindaco di Sciacca,  Fabrizio Di Paola, interverranno   
Giuseppe Bivona Presidente della Lurss.Onlus, Alimentazione,  tra tradizione e innovazione.
Nino Sutera Direttore della Lurss.onlus GeniusLoci De.Co Percorso di programmazione partecipata  per la salvaguardia  dell’identità dei territori. Le conclusioni sono affidate a Gaetano Basile Giornalista  Modererà i lavori Santina Matalone
 L'intendimento è avviare  il percorso finalizzato alla Istituzione  della  De.Co (Denominazione Comunale) per   valorizzare un prodotto gastronomico tipico della identità locale Dopo una attenta analisi del patrimonio gastronomico locale l’Amministrazione ha concertato la possibilità di porre sotto i riflettori un dolce tipico saccense al quale sono legati notevoli aspetti storici: L’Ova Murina.
Una ricetta che Risale al ’600 e che dobbiamo alla creatività delle suore del Monastero della Badia Grande di Sciacca. L’amministrazione adotterà  per l’istituzione della De.Co. il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co Sicilia, che ha l’ambizione di divenire il percorso della città, un percorso condiviso e da condividere per il raggiungimento della  «Qualità Locale»
Per   Giuseppe Bivona, Presidente Lurss Onlus, i prodotti locali ottenuti con metodi tradizionali conservano caratteristiche nutritive e salutistiche migliori se confrontati a quelli ottenuti con l'uso di sistemi totalmente industriali. Gli Chef, ma anche gli artefici dell’arte bianca, possono e debbono farsi ambasciatori della promozione dei prodotti autoctoni e quindi il mondo enogastronomico oggi più che mai deve creare questo filo conduttore tra  buon gusto e gli aspetti salutistici del cibo locale.
 Per Nino Sutera,    attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità”. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti tipici del territorio nel territorio stesso d'origine. E' ovviamente una presa di coscienza che, coinvolge aspetti come Territorio, Tradizioni, Tipicità, Tracciabilità e Trasparenza, in una sola parola CULTURA.
I lavori saranno conclusi da Gaetano Basile,  giornalista,   enogastronomo appassionato e narratore avvincente. Ha alle spalle un’intensa attività giornalistica televisiva come divulgatore di tutto ciò che è cultura siciliana. Ha scritto di Sicilia, di cucina di Storia e storie. Viaggiatore attento e testimone di una cultura antica, sa  parlare alla memoria della gente, che seduce, prescindendo da stereotipi e luoghi comuni. 








  

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