Anche in Italia il movimento per la partecipazione al Parlamento Rurale Europeo. Una struttura non istituzionale, non partitica, ma sicuramente politica che è già presente in quasi tutti i Paesi europei.
Proprio in questi giorni, il formale riconoscimento da parte del Parlamento Rurale Europeo (ERP) al Comitato Promotore del Parlamento Rurale Europeo in Italia fondato da Nino Sutera, Responsabile dell'Osservatorio Politiche Neorurali e Animatore della Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori Onlus, nel 2012
e che oggi conta 15 GAL; 12 tra associazioni e agenzie di sviluppo rurale; la Rete Rurale Siciliana – RRS; l'AIDCG - Associazione Italiana Direttori e Coordinatori dei GAL, che conta attualmente 52 GAL provenienti da 10 regioni italiane; la Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, che conta 38 distretti di 15 regioni italiane, nonché i singoli distretti produttivi rurali e agroalimentari, tra cui il DPOQS - Distretto Produttivo Ortofrutticolo di Qualità della Sicilia, e oltre 50 stakeholders delle aree rurali di tutta Italia, grazie al supporto del direttore del GAL Eloro, Sergio Campanella, nonchè segretario Rural Parliament-Italy,
Aderisci al comitato
promotore
European Rural Parliament Italy
(google.com)
Cos’è il Parlamento Rurale Europeo?
Una struttura politica, ma
non partitica. ‘Parlamento rurale’ non è una parte formale del governo, né è un
parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di
un processo ‘bottom-up’ di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e
politici, per consentire una migliore comprensione, politica più efficace e di
azione per affrontare le questioni rurali. Un Parlamento rurale è un
processo che fornisce opportunità per le persone con un interesse per le
comunità rurali per condividere idee, prendere in considerazione i problemi e
le soluzioni. Parlamento rurale permettono alle persone e decisori a
lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e
creative. Essi rafforzano la voce delle comunità rurali e li aiutano a
influenzare le decisioni che li riguardano. Il loro successo in Europa negli
ultimi 20 anni ha ispirato ad avviare un Parlamento rurale in ogni stato.
Obiettivi
Il Parlamento
europeo rurale è stato concepito per:
• Rafforzare la voce delle comunità rurali d’Europa, e per assicurare che gli
interessi e il benessere di queste comunità riflettono nelle
politiche nazionali ed europee.
• Promuovere auto-aiuto, comprensione comune, la solidarietà, lo scambio di
buone prassi e la cooperazione tra le comunità rurali in tutta Europa.
Perché è necessario?
150 milioni di persone,
quasi un terzo della popolazione europea, vive in aree rurali. Essi
contribuiscono notevolmente alle economie locali, nazionali ed europee. La loro
funzione sociale e il benessere economico è di fondamentale
importanza. Affrontano grandi sfide, tra cui la perdita dei giovani e dei
servizi rurali in molte regioni. Il loro futuro dipende da un’azione
energica da parte delle comunità rurali stesse, e le politiche ben
concepiti e l’azione da parte dei governi a tutti i livelli. Lo spirito
dell’ERP è alimentato dalla convinzione che gli interessi delle comunità
rurali (ossia tutte le persone che vivono o lavorano in regioni rurali) sono
sottorappresentate nei dibattiti nazionali ed europei e nella definizione di
politiche e programmi.
Chi vi può partecipare?
Abbiamo avviato questa
iniziativa (la prima in Italia) con l’apporto di tanti che hanno a cuore
le aree rurali. Intendiamo condividere un percorso per addivenire al
“Manifesto della neoruralità” da presentare in occasione dell’evento
pubblico nazionale, rigorosamente in Sicilia, aperto ai contributi e alla
sensibilità di chi vuole contribuire a dare voce alle aree rurali.
Chi sono i Rural Parliamentary?
Sono i
stakeholders, chi opera nelle difficili realtà rurali e ha il
diritto-dovere di rappresentare le istanze delle comunità rurali nel contesto
europeo, senza i condizionamenti partitici. L’ambizioso obiettivo dei
stakeholders è quello di far dialogare i portatori di interesse. Oggi, come è
noto, in tanti forse in tantissimi si occupano di politiche per il territorio,
ma spesso non dialogano tra di loro.
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