martedì 28 novembre 2017

Promozione e valorizzazione dell'Agroalimentare siciliano.

Evento conclusivo della 3^ edizione della Fiera della Biodiversità Alimentare del Mediterraneo. Un'occasione per presentare i risultati ottenuti ed offrire dei feedback significativi sugli aspetti culturali, enogastronomici e salutistici dell’agroalimentare siciliano. 




















































L’iniziativa, organizzata d’intesa con il partenariato della Fiera, ospiterà esponenti dell’Università e delle Istituzioni Regionali e Comunali, le aziende presenti in fiera ed i relatori che hanno partecipato offrendo il loro contributo allo svolgimento della manifestazione.
Sono invitati GAL e FLAG Siciliani (con un loro rappresentante) e alcune delle aziende certificate che si sono maggiormente distinte in attività di promozione e valorizzazione delle filiere siciliane vicine alla Dieta Mediterranea. 
L’invito è esteso anche ai consorzi di ricerca oggi attivi che hanno stretto collaborazione con l’Assessorato Agricoltura e a tutti i dirigenti degli Istituti alberghieri del Comprensorio Palermitano.
Nel corso della giornata saranno illustrati i progetti e le attività che dalla Fiera hanno preso vita e sarà condiviso un momento di degustazione in perfetto stile “Dieta Mediterranea”.
All’interno della manifestazione si prevede una sezione espositiva di eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche con prodotti delle aziende che li rappresenta completo del materiale di comunicazione.
Sarà infine pubblicato in anteprima il video/spot realizzato nelle giornate della Fiera e considerato un utile supporto all’attività di promozione e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.
L’invito è esteso anche ai consorzi di ricerca oggi attivi che hanno stretto collaborazione con l’Assessorato Agricoltura e a tutti i dirigenti degli Istituti alberghieri del Comprensorio Palermitano.
Nel corso della giornata saranno illustrati i progetti e le attività che dalla Fiera hanno preso vita e sarà condiviso un momento di degustazione in perfetto stile “Dieta Mediterranea”.
All’interno della manifestazione si prevede una sezione espositiva di eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche con prodotti delle aziende che li rappresenta completo del materiale di comunicazione.
Sarà infine pubblicato in anteprima il video/spot realizzato nelle giornate della Fiera e considerato un utile supporto all’attività di promozione e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.

domenica 26 novembre 2017

Dalla L.R 73/77 all’ Innovation Brokers.

Quando il trasferimento delle innovazioni e delle buone prassi, diventa un opzional

 Il rispetto del principio della separatezza delle funzioni.
La l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura” autorizza l'Ente di Sviluppo Agricolo  adottare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica rivolta eslusivamente alle aziende agricole e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali - che operano su larghe basi territoriali.

   Il principio della separatezza delle funzioni, introdotte dalle recenti dispositivi di legge consegnano all'Ente di Sviluppo Agricolo, come ente pubblico, l'esclusività nell'attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali. Come è noto infatti, chi eroga finanziamenti, e/o effettua controlli di qualsiasi natura, non può occuparsi di attività di consulenza aziendale.

Per vincere le sfide di un’economia sempre più globalizzata, occorre mentre investire in competenze, dare maggiore spazio alla produzione di idee e ai beni immateriali per uno sviluppo territoriale più innovativo e competitivo, promuovendo il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali
L’olandese Roeling negli anni ’80 sottolineava come la conoscenza agricola non fosse un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma sia il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate. La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza, che almeno in un primo momento dovrebbero essere a carico del pubblico. Ecco quindi che negli ultimi tempi, nella stampa internazionale e anche negli ambienti più market oriented (USA, Olanda, Banca Mondiale, ecc.) vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza, Si parla sempre di più di tecnici che siano animatori o facilitatori, che favoriscano la formazione di gruppi e di reti, collegando ricerca, pratica e istituzioni, stimolando così una crescita “dal basso verso l’alto” e la messa a punto di innovazioni appropriate (tecniche, organizzative, individuali e di gruppo, etc.). 


L’innovazione nel settore agroalimentare costituisce un fattore determinante per affrontare le sfide del futuro in termini di incremento della produttività, efficienza e sostenibilità. Le iniziative che ruotano attorno all’innovazione non si limitano alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla diffusione di informazioni ma coinvolgono anche attività di natura diversa che sono fortemente interrelate a queste: la formazione professionale, la consulenza e i servizi tecnici di supporto. L’innovazione in agricoltura è dunque il risultato di un processo di creazione di rete, di apprendimento interattivo, di cooperazione tra un insieme eterogeneo di attori.
In questo contesto, diventa cruciale il ruolo di soggetti intermedi che connettono i diversi attori coinvolti nelle traiettorie di innovazione dei diversi paesi: si tratta degli “Innovation Brokers” – termine mutuato dal secondo pilastro della Pac (Sviluppo rurale) e dalle diverse opportunità previste dai programmi comunitari come Horizon 2020.
Di cosa si occupa l’I.B. e qual è il suo ruolo in Agricoltura?
Stimolare e agevolare la formazione di partenariati per l’innovazione sono le azioni chiave per costruire dei progetti e svilupparli. L’Innovation Broker, definito anche “Progettista dell’Innovazione” agisce come mediatore di innovazione fra soggetti con visioni e procedure diverse (aziende, ricercatori EPR, PA, società civile), aiutandoli a individuare problematiche e proposte innovative di soluzione.
Questa nuova figura professionale, già prevista in fase embrionica con la programmazione 2007-2013 e riproposta con l’attuale 2014-2020, nasce in risposta al fabbisogno di miglioramento dell’impresa, ma anche in relazione alla sua sostenibilità ambientale.
Si tratta di un profilo non consueto per il panorama italiano, che ha il compito di facilitare il processo di individuazione dei bisogni di innovazione, di aggregazione dei soggetti interessati, di redazione del progetto di trasferimento dell’innovazione e di costruzione di un network di reti collaudate con il mondo della ricerca.
Gli intermediari rendono quindi disponibile una varietà di fonti di conoscenza e partner, e il loro operato è fondamentale nello sviluppo di nuove collaborazioni, centrali per l’innovazione.
Le funzioni di intermediazione non sono svolte da uno specifico soggetto. Parchi Scientifici e Tecnologici, Centri di Competenza, Distretti Tecnologici, Poli di Innovazione, Università, centri di ricerca, agenzie per l’innovazione, agricoltori,  soggetti pubblici e altri attori locali e settoriali dimostrano, a seconda dei diversi contesti e partenariati, di poter assumere il ruolo di broker per l’innovazione. 
Il periodo di programmazione 2014 -2020 sta dando uno dei più considerevoli impulsi allo sviluppo delle innovazioni nel settore agricolo. Non a caso, gli strumenti messi in campo  e gli obiettivi annunciati sono di particolare rilievo ed efficacia:
  • da un lato il nuovo Programma quadro della ricerca, Horizon 2020, offre e offrirà possibilità di finanziamento a progetti che, attraverso le attività di ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie rispettose dell’ambiente, della biodiversità e dell’ecosistema, possano apportare innovazioni e miglioramenti al settore primari.
La prima, gestita a livello europeo dalla Commissione, ha il compito di stabilire un dialogo fra ricerca e imprese agricole promuovendo la partecipazione di tutti i portatori di interesse al processo di scambio di esperienze e buone prassi.
I secondi sono gruppi di soggetti che concorrono allo sviluppo dell’innovazione: agricoltori, ricercatori, consulenti, imprenditori del settore agroalimentare. I G.O. si mettono insieme per realizzare un progetto con due finalità principali: risolvere alcune problematiche tecniche, economiche e/o organizzative di specifici sistemi agricoli e promuovere una collaborazione continua fra i componenti del partenariato. I Gruppi Operativi vengono finanziati nell'ambito dei PSR e, quindi, in Italia, vengono selezionati e promossi dalle Regioni.
In questo quadro, diventa decisivo il ruolo dell’Innovation Broker la cui funzione è quella di avviare un’azione di animazione e supporto alla costituzione dei G.O, sostenendo questi ultimi nella corretta elaborazione dell’idea progettuale e del relativo piano di lavoro.  
Le politiche comunitarie 2014-2020 promuovono l’utilizzo di un modello a rete, capace di mettere in relazione tutti gli attori della filiera della conoscenza, sia nella fase di rilevazione delle esigenze d’innovazione sia in quella di diffusione delle novità. I bisogni delle imprese costituiscono il punto di partenza per l’individuazione dell’innovazione necessaria, ma si coniugano necessariamente con le strategie di sostenibilità e redditività dettate dall’agenda comunitaria.
Nel contesto italiano, MiPAAF e MIUR sono le principali istituzioni che si occupano di ricerca agroalimentare, interfacciandosi anche con l’Unione Europea. Sul piano regionale, la ricerca agricola è regolamentata da norme specifiche, mentre un importante ruolo di coordinamento viene svolto dalla Rete interregionale della ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca.
In materia di servizi di sviluppo e trasferimento dell’innovazione, le Amministrazioni regionali hanno piena autonomia di azione.
L’innovation broker è figura interna al mondo agroalimentare che opera a stretto contattato con gli agricoltori e si avvale di una rete di conoscenze da dove reperisce le professionalità funzionali allo svolgimento del suo ruolo.  
La sua funzione è quella di aiutare gli agricoltori e gli altri soggetti che operano nell’agroalimentare a riflettere su nuove possibilità di sostegno alla loro attività. Per via della sua posizione imparziale, l’I.B. offre un’ottica nuova nel diagnosticare i vincoli e le opportunità per gli agricoltori o, operando ad un livello superiore, per le catene di produzione, le regioni o i diversi settori.
Munito di una preparazione multidisciplinare, l’I.B si occupa anche di controllare le offerte di innovazione non soltanto in campo scientifico e tecnologico, ma anche organizzativo e normativo, come ad esempio segnalare agli imprenditori eventuali nuove disposizioni in materia di finanziamenti o sgravi fiscali.
I broker di innovazione svolgono dunque  un ruolo catalizzatore (stimolare la cooperazione e portano un reale cambiamento), un ruolo di collegamento (ad esempio informano la politica) all’interno del sistema di innovazione, e anche un ruolo di capacità di creazione di innovazione.

I suoi compiti principali:
  • Identificare una necessità di innovazione
  • Collegare partner provenienti da ambiti diversi
  • Identificare le fonti di finanziamento ed eventuali partner per l’attuazione dei progetti
  • Supportare il Gruppo Operativo nella stesura della proposta progettuale
  • Facilitare il dialogo e i processi di apprendimento
  • Partecipare all’innovazione, nelle fasi di startup, sviluppo e testaggio
  • Comunicare i risultati e trasferire le conoscenze sulle innovazioni.
Nel comparto agricolo il l’Innovation Broker assume un ruolo particolare perché deve tenere conto di diversi fattori:
  • Le Autorità di gestione regionali
  • I Gruppi Operativi
  • Le imprese agricole e forestali
  • Le Istituzioni di ricerca pubbliche e private
  • Altri soggetti del settore agroalimentare, quali agricoltori, consulenti, ONG
  • Altri Innovation Broker 
  • La rete rurale nazionale
  • La rete europea del PEI “Partenariato europeo per l’innovazione”, che ha la finalità di favorire gli scambi di buone prassi
  • I bandi di finanziamento dell’innovazione
  • Gli strumenti specifici di finanziamento
  • Gli strumenti di finanza straordinaria.

giovedì 23 novembre 2017

Progetto Proditerr@



Abbiamo incontrato Nino Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze  e Tecnologie Agroalimentari,     Funzionario   della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo   da qualche anno Funzionario Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj  dellEnte di Sviluppo Agricolo,   Formatore Consulente del Formez,    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto allAlbo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia,  Ideologo del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del  Percorso informativo di sviluppo locale Un Villaggio di idee Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi dinteresse territoriale del MIUR, coordina il comitato promotore   European Rural Parliament ,  autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi.





Il Progetto PRODITERR@ è coordinato dall’Associazione Me.R.I.D.I.E.S. - Meetings, Researches and Initiatives for the Development of Identitary Environments and Societal systems, sulla base di un finanziamento della Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali.


  Progetto "PRODITERR@ - Prodotti, identità e territorio: un Sistema Informativo Geografico per la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici tipici della Valle del Belìce", finanziato dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali (Bando “Giovani protagonisti di sé e del territorio - CreAZIONI giovani” – Linea di intervento n. 2 “Tradizionalmente”).
Nell'ambito del progetto Proditerr@, l'Associazione Me.R.I.D.I.E.S. assume il ruolo di soggetto promotore e coordinatore delle attività progettuali finalizzate a  promuovere e narrare in modo innovativo e partecipativo le produzioni eno-gastronomiche tipiche, i luoghi di produzione, le tradizioni locali e le emergenze culturali e paesaggistiche della Valle del Belìce, nella loro più ampia accezione, attraverso il coinvolgimento attivo e innovativo della sua comunità, e in particolare dei giovani.









Dottore Sutera,  Lei è impegnato in numerose iniziative di promozione, comunicazione e valorizzazione dei territori rurali siciliani e delle produzioni ad essi legate, dunque, in generale e anzitutto, alle Comunità locali in essi insediate.
Qual è  lo scenario ?

Intanto mi permetta di complimentarmi con l'Arch. Laura Scaduto, e il suo staff,  per il lavoro puntuale e straordinario, che è destinato ad essere un punto di riferimento per le Amministrazioni locali.
La  neoruralità rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca,  una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale  etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale, del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dellantica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze,   ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli. 

Daltronde Henri Grolleau - 1987  scriveva  Quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità, etc.), tanto più la campagna rassicura. Più il presente è aggressivo, tanto più il passato appare dolce. Quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della compagnia di persone genuine. È questo che ricercano essenzialmente i cittadini: emozioni semplici, in un mondo semplice fatto di cose semplici. Il know how del turismo rurale si fonda, in larga misura, sulla capacità dei rurali di far conoscere, ossia sulla loro capacità di comunicare, mediante le parole, latteggiamento, lambiente e le attività, con i cittadini che hanno perso il contatto con la campagna e la natura, per i quali il mondo rurale genera un nuovo esotismo, un lusso supremo, quello delle cose semplici.

Nel corso degli ultimi anni, il concetto di neoruralità si è  addensato e arricchito, come si accompagna un mondo rurale in profonda trasformazione. En effet, les territoires ruraux sont devenus multifonctionnels et du fait de leurs potentialités, sont le lieu stratégique de politiques de développement local. Infatti, le aree rurali sono diventate multifunzionali per la loro potenzialità e  rappresentano la posizione strategica delle politiche di sviluppo locale.   L'Université rurale permet de fédérer l'ensemble des forces vives du milieu rural : population, institutions et acteurs socio-écono

Oggi sono quasi ventitré milioni gli italiani (il 40% del totale) che vivono in comuni definiti rurali (con meno di trecento abitanti per chilometro quadrato): circa cinquecentomila in più rispetto a dieci anni fa. Il territorio italiano è di 30 milioni di ettari: 12,7 milioni sono coltivati, 10,5 milioni sono costituiti da boschi, 2,7 milioni è fatto di città.
Fenomeno di questi anni è Downshifting,  in cui molti lavoratori stanno scegliendo di andare a vivere in campagna, dove fanno un lavoro con un salario più basso, minori impegni e maggior tempo libero. Datamonitor, agenzia londinese che si occupa di ricerche di mercato, stima che in tutto il mondo i lavoratori inclini a fare downshifting sono 16 milioni. Ogni anno, circa 260 mila cittadini britannici fanno una scelta di vita che va in quella direzione. Nel 2008, il ministero dei Servizi sociali australiani ha stimato che sono almeno un milione le persone, tutte comprese nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, che hanno deciso di scalare una marcia. La stragrande maggioranza (circa il 79%) lo ha fatto non solo cambiando lavoro, ma anche scegliendo di abbandonare la città per trasferirsi al mare e in campagna. In Francia, infatti, li chiamano néo-ruraux, neorurali
Per il sociologo Corrado Barberis, autore del libro La rivincita delle campagne (Donzelli): «Per i protagonisti dellesodo, cinquanta, sessantanni fa, la città era il paradiso: coppie costrette a vivere in ammucchiata si amarono in riservatezza; le donne decisero cosa mangiare senza chiederlo alla suocera; perfino la fede fu praticabile senza il controllo del parroco. Poi ci si è accorti che, se si ricreano alcuni aspetti dellantica società fuori del suo contesto di miseria, le persone con cui si litigava erano quelle con cui si scherzava e rideva; locchio che faceva i conti nelle tasche del vicino era quello che lo proteggeva anche dai ladri».
La neoruralità, ovviamente  pone in chiave moderna alcune questioni fondamentali per il futuro delle aree rurali  e non solo.

Quali le attività di ricerca, promozione e sviluppo nelle quali esso è attualmente impegnata, con particolare riguardo alle tematiche correlate alla promozione delle produzioni tipiche della Valle del Belìce e, semmai, alla loro innovazione in termini di processi di produzione e di filiera?

Abbiamo elaborato un percorso culturale di inclusione collettiva. Borghi GeniusLoci De.Co.  Al francese terroir, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il GeniusLoci rappresenta concettualmente quello spirito percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche allimprovviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone respirano il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo dinfanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, lobiettivo è recuperare lidentità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dellAIF · XXVI Congresso Nazionale dellAssociazione Italiana Formatori di Palermo e a EXPO2015  di MILANO 

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da unidea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità. Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto unimportante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce foodies viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.


Quali sono le prospettive scientifiche e culturali attraverso le quali lOsservatorio NeoRuralità contempla i due temi fondamentali dell'Identità delle Comunità rurali insediate nella Valle del Belìce e del Territorio belicino?

NeoRurale  è    un modo per descrivere, chi torna alla terra fondendo tradizione ed innovazione. Chi vede nella NeoRuralità una concreta opportunità per se stessi, le proprie famiglie e le comunità locali, un processo culturale condiviso  di valenza diffusa.
Il modello di sviluppo seguito da Neorurale è frutto di una profonda innovazione culturale nelle zone rurali. Un cambiamento di prospettiva che non prevede lo sviluppo di nuove tecnologie, ma utilizza in modo creativo quelle esistenti
Un Ente pubblico ha il diritto-dovere di osservare il fenomeno che già è una realtà in tutt'europa.
Ecco allora che  neorualità e  neoagricoltura contadina  stanno introducendo nuovi/antichi codici di produzione di qualità locale e ambientale in rapporto a nuove forme sociali di scambio diretto con lautorganizzazione del consumo.
 La denominazione comunale (De.Co.) Borghi Genius Loci è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, unanalisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nellottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo delleconomia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del genius loci:   esso è da intendere come lintimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
   La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti viaggiatori del gusto, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per lintimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
  I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, lautenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio. 
Il percorso innovativo Borghi Genius Loci De.Co., attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere lessenza più autentica e di raccontare la storia di un territorio finalizzato a rafforzare lidentità del territorio attraverso lesaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dellassunto che una pietanza non serve solo a soddisfare lappetito ed a fornire allorganismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a raccontare la cultura, i valori e le tradizioni dellambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si pensa.
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, linteresse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano lidea del Borgo GeniusLoci  De.Co. allinterno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.
Quali sono le interazioni dellOsservatorio NeoRuralità con gli altri attori della ricerca, della tutela del territorio e del patrimonio culturale, con il settore e le filiere dellagro-alimentare e con gli altri attori della promozione e dello sviluppo dei territori rurali?

Lauspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Borghi GeniusLoci De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia, che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere lofferta integrata del e nel territorio. Obiettivo non secondario è costruire spirito di squadra per la tutela dellidentità dei luoghi e il recupero dellunicità territoriale come opportunità.
  Il territorio è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future. 
La capacità che deve avere un territorio,  di « produrre », grazie al saper fare delluomo   che possiede il gusto del territorio  nel quale  riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  loriginalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei allazione del territorio.
LIdentità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.


Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)


La pagina della piattaforma web Proditerra da cui è possibile effettuale il download della pubblicazione, è accessibile al link:


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