Al
giorno d’oggi, in un mondo frenetico dove tutto è immediato, dove ognuno di noi
è connesso con l’altra parte del globo, i ritmi lenti sembrano essere diventati
solo un ricordo e le tradizioni ormai lontane, si avverte il bisogno di
riavvicinarsi alle vecchie abitudini, quelle dei nostri nonni. Possiamo quasi
affermare che ci troviamo davanti a una sorta di crisi d’identità: tutto
è omologato, dal modo di vestire agli oggetti di arredamento, fino ai cibi che
compriamo e che portiamo sulle nostre tavole.
Ormai
il pezzo unico è diventato un’eccezione, una rarità e qualsiasi cosa sembra
essere prodotta in serie.
È
proprio in questo momento che avvertiamo maggiormente il bisogno di tornare
all’autenticità e alla genuinità: l’oggetto industriale contro
quello artigianale, il frutto fuori stagione e coltivato in serra contro quello
colto nel campo o acquistato dal contadino.
Per
tali motivi è diventata un’esigenza impellente l’avvicinarsi alla ricchezza
culturale dei luoghi, una ricchezza che affonda le radici in un secolare
patrimonio di sapori e tradizioni. Un patrimonio, fatto di riti, tecniche di
coltivazione e lavorazione, ricette, prodotti della terra e dell'artigianato,
che in alcuni casi, purtroppo, è andato perduto.
Ciò ha innescato, più o meno coscientemente, una sorta di nostalgia che porta ad una riscoperta del passato; le DE.CO., non a caso, nascono da queste premesse: la necessità di una rinascita culturale che coinvolge ogni individuo come singolo, ma soprattutto in quanto facente parte di una comunità.
Le
DE.CO., infatti, puntano non solo alla valorizzazione della cultura locale, ma
anche al forte senso di appartenenza di ciascun abitante al proprio
territorio.
Teamwork 2012 / 5
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