venerdì 24 giugno 2022

In.Mi.Qu.Oil. Innovazione olivicola

 

In.Mi.Qu.Oil. 

Il miglioramento della qualità della filiera olivicola passa dall’innovazione

Gianna Bozzali 

 

Migliorare la qualità degli oli d’oliva grazie ad un modello produttivo innovativo, tecnologicamente avanzato e sostenibile. Nel cuore dell’areale della Dop Monti Iblei prende il via il progetto In.Mi.Qu.Oil.

 

 

CHIARAMONTE GULFI - Presentato nel corso di un seminario a Chiaramonte Gulfi il progetto “In.Mi.Qu.Oil”, un innovativo sistema finalizzato al miglioramento della qualità della filiera olivicola nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020 (Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”). Obiettivo del progetto è quello di dare risposte e soluzioni al comparto olivicolo regionale attraverso un modello produttivo tecnologicamente avanzato e sostenibile, una metodologia scientifica standardizzata per lo svolgimento di tutte le attività volte al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che in frantoio.



Ad illustrare il progetto è stato il dott. Giuseppe Spina, quale referente del progetto stesso. «Le azioni che saranno messe a punto sono due – ha dichiarato il dott. Spina -. Da un lato si punterà sulla messa a punto di tecniche innovative per il recupero e la gestione degli impianti tradizionali, con un particolare riguardo alla gestione della chioma e all’attitudine alla meccanizzazione, per poter sfruttare le potenzialità produttive e ridurre i costi di produzione, dall’altro lato si punterà su un processo di innovazione per l’estrazione dell’olio d’oliva in frantoio così da migliorare sia la resa sia la qualità. La finalità principale – ha aggiunto il referente del progetto - sarà quella di trovare il punto ottimale di raccolta e di poter utilizzare tecniche di estrazione innovative (ad esempio il protoreattore o le tecnologie ad ultrasuoni per la frangitura) che consentano l’ottenimento di un olio di qualità, sia dal punto di vista chimico che organolettico».



Ciò sarà possibile grazie al supporto scientifico dell’ente di ricerca CREA e alle aziende coinvolte attraverso un partenariato ossia Frantoi Cutrera srl (capofila di progetto), Società agricola Cutrera Giovanni di Salvatore Cutrera & C.S.S., Azienda agricola Cinque Colli di Giaquinta Sebastiano, Tenuta Iemolo Az. Agricola di Iemolo Thierry, La Via Giovanni, Stella Anna, Società Cooperativa agricola Produttori Olivicoli e Tenuta Cavasecca Società Semplice Agricola. Si tratta di aziende operanti nell’area della Dop Monti Iblei, dove vengono maggiormente coltivate varietà quali la Moresca, la Tonda Iblea e la Nocellara etnea e dove la raccolta delle olive avviene a seconda dell’altitudine, da settembre a gennaio.

 


“Un progetto legato al territorio”, così lo ha definito all’inizio del suo intervento la dott.ssa Flora V. Romeo, responsabile del partner scientifico. «Il progetto in realtà è già iniziato qualche tempo fa – ha ricordato la referente del CREA -, abbiamo iniziato a fare delle attività con il minifrantoio per capire, cultivar per cultivar, come si possa raggiungere un’ottima qualità senza rinunciare alla resa. È vero che in Italia abbiamo assistito ad un calo della produzione però non è mai diminuita la qualità come testimonia la costante crescita delle superfici olivicole legate a coltivazioni biologiche o ricadenti nell’ambito delle Dop. Oggi dobbiamo cercare di recuperare innanzitutto ciò che abbiamo e lavorare alla messa a punto di un modello produttivo innovativo che ci consenta di migliorare la qualità della produzione lavorando sia in campo, con l’utilizzo di tecniche razionali di gestione della chioma e l’attuazione di una difesa fitosanitaria sostenibile, sia in frantoio puntando ad un rinnovamento tecnologico del comparto olivicolo per dare ai prodotti la massima impronta di qualità e tracciabilità, cioè di legame con il territorio».



E sulla difesa fitosanitaria è intervenuta anche la dott.ssa Veronica Vizzarri del CREA, la quale ha sottolineato che qualità non può prescindere dall’adozione delle giuste tecniche di difesa fitosanitaria. «Sarà importante in questo progetto avere un quadro generale della situazione evidenziando eventuali criticità legate ai fitofagi, in primis la Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) - ha dichiarato la ricercatrice -. Dobbiamo comprendere il ciclo biologico degli insetti dannosi, a seguito dei cambiamenti climatici, e definire la soglia di tolleranza e le strategie da adottare: dalla lotta biologica e microbiologica a quella biotecnica o chimica. Il monitoraggio costante dei fitofagi già noti e di quelli emergenti, supportato da un’adeguata formazione professionale, rende strategica l’applicazione di tecniche agronomico-colturali nell’agro-ecosistema oliveto».



A supportare le aziende coinvolte nel progetto che, lo ricordiamo, avrà la durata di due anni, sarà lo studio di consulenza Sata che si occuperà della gestione dei dati raccolti su una piattaforma condivisa e dell’applicazione e monitoraggio delle tecnologie di agricoltura di precisione, con l’installazione di capannine meteo, di sensori di umidità e temperatura del suolo e la creazione di capannine meteo virtuali in ogni appezzamento oggetto del progetto.

 

lunedì 20 giugno 2022

Fiore di Agave, non tutti sanno che

                                                                            Fiore di Agave,  non tutti sanno che….

Il fiore stupendo e profumato che sboccia una volta sola, dopo oltre un decennio e condanna a morte la pianta madre.

La pianta di Agave, della famiglia delle Asparagaceae è piuttosto longeva e può arrivare a vivere mediamente fino ai trent’anni

           Ha origini tropicali e viene usata per produrre la tequila e il mezcal, liquore molto più alcolico a cui è spesso associata una larva di coleottero che renderebbe la bevanda più saporita.



Super resistente e dalle foglie carnose, secondo la leggenda l’agave fiorirebbe ogni 100 anni. Per fortuna, in realtà seppure ci vuole molto tempo perché questo vegetale fiorisca, nella realtà i tempi di fioritura non sono così dilatati.

Possono essere necessari dai dieci ai trent’anni perché l’agave possa offrire al mondo lo spettacolo della sua fioritura. 

E da un lato questa è una fortuna dato che dopo che il fiore compierà il suo ciclo vitale l’intera pianta sarà condannata a morte. Da qui il nome “Fiore della morte”.

Le foglie di agave crescono come a formare a loro volta una sorta di fiore. Mentre l’effettiva fioritura sbalordisce con la sua incredibile altezza. Supera infatti i 5 metri e può arrivare fino ad 8. L’infiorescenza dura molti mesi al termine del quale la pianta inizierà ad appassire fino ad un inesorabile declino.

I fiori di agave sono di colore giallo ed hanno un odore simile a quello del melone. Presentano delle diramazioni di numerosi rami fioriti che troneggiano sulla pianta dall’alto, quasi come se fossero a sé stanti. Tendono ad attirare molti insetti col loro profumo fruttato.

Simbolicamente il fiore di agave è associato a quegli amori così intensi da diventare ossessivi,  trasformarsi in distruttivi e pericolosi per chi li sperimenta. 

In Italia la pianta è molto diffusa in particolar modo nelle zone meridionali perché più calde. 

In particolare la Sicilia l’ha scelta come pianta simbolo sia dell’isola che della fortuna. Secondo le credenze dei contadini siciliani, la pianta si mantiene vergine per anni per poi scaturire il prezioso fiore una volta “maritata”. 

 

La pianta sarebbe, sempre secondo le credenze degli agricoltori siciliani, necessaria per creare antidoti contro il malocchio, ecco spiegato perchè si riscontra nell'arredo delle case rurali e non solo

sabato 18 giugno 2022

Agricoltura Sociale

 Il 28 giugno si svolgerà l’evento di presentazione del progetto pilota RRN-Regione Siciliana IN-FORMAZIONE IN AGRICOLTRA SOCIALE. L’evento si svolgerà in modalità mista (presenza-online). In particolare, sarà consentita la partecipazione in presenza presso la sede dell’assessorato regionale dell’Agricoltura di Palermo, viale Regione Siciliana n. 2771, ai primi 20 partecipanti che invieranno la richiesta di iscrizione all’evento. Per tutti gli altri sarà possibile seguire online tramite il link che sarà trasmesso agli iscritti entro il 27 giugno.

Link per iscrizione all'evento:
 https://bit.ly/3mJeC7G 

L’agricoltura sociale (AS), come definita con legge 141/2015, si articola in una serie di attività che vanno dall’inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate, alle prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità, a prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative, fino ai progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità e alla diffusione della conoscenza del territorio. Queste attività, per loro natura, richiedono la partecipazione di soggetti aventi competenze specifiche differenti, sia in fase di progettazione delle attività, che in fase di realizzazione, monitoraggio e valutazione delle stesse. La Regione Siciliana, nel luglio del 2021 ha approvato le disposizioni regionali per il riconoscimento di operatore di agricoltura sociale. Consapevole dell’importanza di offrire a tali operatori la possibilità di acquisire agevolmente informazioni e conoscenze interdisciplinari di base, di natura teorica e pratica, necessarie per garantire un’offerta di servizi consapevole e di qualità, ha promosso lo sviluppo di un progetto specifico sull’“Informazione in agricoltura sociale”.

Nello specifico, sulla base di un percorso informativo già avviato, il CREA Politiche e Bioeconomia nell’ambito del programma Rete Rurale Nazionale ha sviluppato, di concerto con l’assessorato regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, una serie di materiali informativi su temi di interesse per la progettazione e attuazione di attività di AS. Questi materiali, di facile consultazione (schede informative, schede sulla normativa nazionale e regionale di interesse, videopresentazioni, link a eventi, ecc.), consentono agli operatori di AS e a chiunque altro abbia interesse a seguirli (ad esempio, per motivi di studio, ricerca o lavoro), di procedere anche ad un’autovalutazione dell’apprendimento. 

Il dipartimento regionale Agricoltura ha sottoscritto un accordo di collaborazione con il CREA (Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del Consiglio per la ricerca in agricoltura), l’ESA (Ente sviluppo agricolo), il CORERAS (Consorzio Regionale per la Ricerca Applicata e la Sperimentazione), il Consorzio Network Dei Talenti Soc. Coop. Sociale e l’Associazione di Promozione Sociale “Rete Fattorie Sociali Sicilia”, finalizzato all’attuazione di un  Programma Sperimentale Agricoltura Sociale

domenica 5 giugno 2022

Agave, al via i lavori del Gruppo Tematico

E' stato attivato  il Gruppo Tematico sull'Agave,  su proposta di un gruppo di stakeholder dell'area dei Nebrodi, capitanati dal vulcanico Paolo Salanitro. 





Se siete interessati ad essere inseriti nel Gruppo Tematico Agave, ovvero prendere parte ai lavori tecnico-scientifici,  potete compilare il seguente modulo online 

 https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScC2qd34uSWZ1X7t2WyrOp_b15vLgsd1uACaGK5W4XxSCgigg/viewform



L’iniziativa segue la conferenza online, dal tema “Agave sisalana prospettive della Ricerca e futuri sviluppi in campo Farmaceutico, Artigianale, Agroindustriale”  con la partecipazione di autorevoli relatori in collegamento da diverse parti di Italia, che ha preso in considerazioni diversi aspetti biotecnologici, fitosanitari, botanici, artigianali e agroindustriali della pianta di Agave sisalana.

Gli obiettivi generali dei Gruppi Tematici sono quelli di far interagire chi aderisce, ovvero aziende, enti di ricerca, università, enti pubblici e privati, fondazioni, associazioni, ETS/ODV,  società agricole e cooperative, singoli esperti etc...

https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=0jvKmkG26bU&feature=youtu.be

Nello specifico gli obiettivi finalizzati al Gruppo Tematico "Agave"  sono: 

- mantenere memoria storica, ed implementando con ricerche quanto di dominio pubblico;

- creare archivi fotografici, con foto anche georeferenziate delle piante presenti in Sicilia e nel bacino del Mediterraneo;

- creare una rete di informazioni, per generare interesse e sapere, sull'uso delle biomolecole e della fibra ligneo-cellulosica  contenuta in essa;

- sviluppare interesse ed informare su eventuali bandi regionali, nazionali, europei ed extraeuropei, che possano interessare l'uso innovativo dell'Agave nel bacino del Mediterraneo;

- condividere e scambiare informazioni tecnico-scientifiche tra Enti di Ricerca, Aziende, Università, Studenti, Testate Giornalistiche etc...

- creare e rendere fruibile un archivio attivo sempre implementabile con documenti che riguardano le Agavi naturalizzate nel bacino del Mediterraneo, come ad es. l'Agave sisalana;

- mantenere rapporti con gli Ortobotanici europei, Università, Enti di Ricerca etc...

- realizzare conferenze r webinar informativi;    

- realizzare lavori preparatori ed ufficiali come ad es. relazioni, fotograzie etc..., da allegare a progetti;                                  

- realizzare laboratori esperenziali;                          

- aiutare le aziende a realizzare tirocini formativi per creare un know-how duraturo nel tempo sulle fibre tessili naturali specialmente la Sisal.



 Il Gruppo Tematico Agave è realizzato all’interno della Rete Regionale Sistema della  Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura,  

https://www.regione.sicilia.it/istituzioni/servizi-informativi/decreti-e-direttive/ddg-2639-2021


Produzione biologica sotto attacco

 

Produzione biologica sotto attacco, Lillo Alaimo Di Loro:

“Gli attacchi al bio sono grossolani e pretestuosi, già oggi l’agricoltura chemical free nutre il mondo”.

 

Modello industriale o produzione biologica? E ancora, il bio è in grado di sfamare la popolazione mondiale? Sulla questione, che sta non poco riscaldando gli animi, interviene il neopresidente di Italia Bio, Lillo Alaimo Di Loro.

“È evidente che il futuro dell’agricoltura e dell’umanità dipende da una conversione radicale e complessiva del modello di produzione che deve imparare a fare a meno di fonti energetiche fossili e fitofarmaci soprattutto di sintesi: le prime perché “non inesauribili” e i secondi perché nefasti per l’uomo e la fertilità dei suoli – afferma - Oggi si assiste a gravi e pesanti attacchi al modello di produzione biologica e alle grandi opportunità che questa rappresenta. Con ragionamenti ora approssimativi, ora semplicemente pretestuosi e interessati, si sostiene che l’agricoltura biologica non sia in grado di provvedere al fabbisogno alimentare dell’intero pianeta. Non è così e bastano davvero pochi numeri per spiegare, qualora ve ne fosse bisogno, quanto ciò non sia vero. Secondo la Federazione internazionale per l’agricoltura biologica (Ifoam) – dettaglia Alaimo Di Loro - la superficie attualmente destinata all’agricoltura biologica nel mondo è di circa 43,1 milioni di ettari, circa l’1 per cento di tutti i terreni coltivati che, complessivamente, sommano 4,4 miliardi di ettari (dato Fao). Ad oggi, dunque, la responsabilità di quel 12,6 per cento di popolazione mondiale che soffre e muore a causa della fame (secondo Fao 821 milioni di persone non hanno accesso al cibo mentre un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato) non può certo essere attribuita all’agricoltura biologica. Di contro, possiamo affermare invece che circa l’80 per cento della popolazione che ha accesso al cibo, si nutre di agricoltura familiare, condotta in gran parte dalle donne”.

 Secondo la Fao, infatti, le aziende familiari per l’autosostentamento sono oltre il 90 per cento di tutte le aziende agricole mondiali e producono circa l’80 per cento in termini di valore del cibo consumato al mondo.

“Significa – prosegue Alaimo Di Loro - che l’80 per cento della popolazione del mondo si nutre già grazie a una agricoltura che non fa uso di fitofarmaci e fertilizzanti chimici. Modello produttivo bel   lontano dall’agricoltura industriale e molto vicino, invece, al modello di agricoltura biologica che rappresenta almeno l’81 per cento dell’agricoltura mondiale, se includiamo il nostro smilzo 1 per cento di biologico certificato, e provvede a sfamare buona parte dell’umanità con il minimo impatto ambientale possibile, senza veleni e a bassa entropia. Italia Bio ha una missione da compiere: dare voce al grande movimento del biologico italiano nel quale già 80mila aziende e operatori si spendono per dimostrare ogni giorno che la qualità ambientale e salutistica dei prodotti bio è una grande opportunità etica, solidale ed economica ed offre l’unica prospettiva che guardi al futuro. Non rimane – conclude - che aprire un’interlocuzione del buon senso con le tante persone che in Italia si rispecchiano in questa linea e avviare un tavolo tecnico con i decisori politici istituzionali per riconoscere i meriti del modello italiano e consolidarlo il più possibile”.

giovedì 2 giugno 2022

Cinaricoltura siciliana

 Cinaricoltura siciliana: 

innovazione varietale e nuovi processi produttivi promossi dal progetto Val.Ci.Si.

di *Giuseppe Consiglio

Lo scorso venerdì 27 maggio si è tenuta una giornata di campo presso l’azienda Agrisementi Srl capofila del progetto “Val.Ci.Si – Innovazioni di processo e di prodotto per la valorizzazione del patrimonio cinaricolo siciliano”, con l’obiettivo di mostrare i primi risultati delle attività del Gruppo Operativo finanziato nel quadro della misura 16.1  del PSR Sicilia 14/20.

 


All’evento hanno partecipato il dott. Giuseppe Taglia, dirigente dell’U.O. Ispettorato dell’Agricoltura di Siracusa, il dott. Sebastiano Vecchio, dirigente dell’Osservatorio per le Malattie delle piante di Acireale e il dott. Carlo Amico dirigente del Servizio Fitosanitario Regionale di Siracusa. I lavori sono stati presentati dal prof. Giovanni Mauromicale del Dipartimento di agraria dell’Università di Catania nonché responsabile scientifico del progetto, dal dott. Gaetano Roberto Pesce dell’Università di Catania e da Salvatore Nieli titolare di Agrisementi. L’organizzazione dell’evento è stata curata dal dott. Massimo Caruso e dal dott. Giuseppe Consiglio di EuroDeA, ente responsabile del project management, innovation brokering e comunicazione del progetto.

 

Dopo una presentazione dell’iniziativa, i partecipanti hanno raggiunto i campi di carciofo dell’azienda Agrisementi, visitando i tunnel in cui avviene la selezione e riproduzione delle varietà di carciofo e le strutture dedite all’impollinazione. Particolarmente apprezzata dagli intervenuti è stata la narrazione del prof. Mauromicale, uno dei massimi esperti della cinaricoltura siciliana, che ha spiegato come il carciofo sia una risorsa preziosissima non solo per l’agricoltura dell’Isola ma anche per una pluralità di ragione socioeconomiche ed antropologiche che rendono tale coltura unica ed imprescindibile per la Sicilia sottolineando come sia proprio la cinaricoltura siciliana e tutti gli attori che ne fanno parte, ad aver l’onere e l’onore di dover contribuire all’innovazione dei processi produttivi e alla promozione di una delle principali eccellenze agricole siciliane.

Al termine della visita in campo, il gruppo è tornato in azienda dove ha potuto assistere ad una prova di funzionamento dell’impianto prototipale realizzato nell’ambito del progetto che permetterà di ridurre notevolmente i tempi di produzione, riproduzione e selezione delle sementi, un’attività cruciale nel processo di definizione ed isolamento di nuove varietà siciliane di carciofo.

Il Gruppo Operativo Val.Ci.Si, beneficiario di un contributo di 500 mila euro, guidato dall’azienda capofila Agrisementi Srl di Salvo Nieli, riunisce una compagine partenariale fortemente rappresentativa dei principali attori dell’innovazione nel settore cinaricolo siciliano. Oltre alla già citata capofila Agrisementi, società sementiera dell'estrema punta meridionale della Sicilia che sorge tra Pachino e Portoplao di C.P., si contano infatti ben 5 aziende agricole dislocate nei principali areali dell’isola in cui la coltivazione del carciofo costituisce un asset strategico per il settore agricolo locale: si tratta delle aziende agricole “Bordonaro di Cultraro Corradina”, “Andolina Nicasio” e “Girolamo Vascellaro” e delle società agricole “Carrubba” e “Ciriga”. Ciascuna di questa aziende è impegnata nella realizzazione di campi di prova per l’implementazione di test varietali sotto la guida del “Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente - Di3A dell’Università di Catania”, componente scientifica del progetto. Completano il raggruppamento “EuroDeA”, ente di formazione accreditato alla regione siciliana e società di consulenza per lo sviluppo sostenibile euromediterraneo, “Evergreen Resources”, società di ingegneria, e l’OP “Rossa di Sicilia”.

 

Sono quattro gli obiettivi, come di seguito sintetizzati, che il progetto intende perseguire: la costituzione di varietà siciliane propagate per “seme”, la messa a punto di un impianto prototipale per la selezione ottica dei “semi” di carciofo, la definizione di protocolli che permettano un risparmio degli input colturali nella coltivazione del carciofo ed infine la valutazione della biomassa, residuo di produzione, come fonte per la produzione di energia. Val.Ci.Si. intendete, in definitiva, promuovere un ammodernamento della cinaricoltura siciliana, rivolgendosi, direttamente ai produttori dei 14 mila ettari di carciofeti siciliani.

 

*Project manager ed innovation broker G.O. Val.Ci.Si.

Co-founder EuroDeA s.c.a.r.l.

mercoledì 1 giugno 2022

Giornata Europea dei Parchi

 

Si avviano alla conclusione le iniziative lanciate per la Giornata Europea dei Parchi

Barbuzza: fruizione, ricerca scientifica ed educazione alla sostenibilità priorità assolute

S. Agata Militello, 1 giugno   2022

                            Si avviano alla conclusione le attività calendarizzate dal Parco dei Nebrodi in occasione della Giornata Europea dei Parchi, presentate dal Presidente Barbuzza nel corso di una conferenza stampa proprio lo scorso 24 maggio.

Eventi nuovi che hanno arricchito le tradizionali attività di fruizione ed educazione alla sostenibilità ambientale, che fanno parte della consueta offerta del Parco: una fra tutte, la conferenza dedicata alle prospettive di ricerca dell’Agave Sisalana.

Dall’esperienza dell’Associazione "Aurora Tomaselli” di Roma, che nel nome della figlia, prematuramente scomparsa a causa di un osteosarcoma (forma tumorale particolarmente aggressiva) ha lanciato una sinergia conl’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, prontamente ripresa dai Rangers International OdV nella persona di Paolo Salanitro, consulente fitosanitario ecco il convegno che, una attiva collaborazione tra  Parco dei Nebrodi,  Fondazione Mancuso Onlus, Rotary, Rotaract  e Lega Navale di S.Agata di Militello,  ha visto alternarsi interventi di esperti del campo medico tra cui il Prof. Giovanni Blandino dell’Istituto  Nazionale Tumori di Roma e il Dott. Massimo Serra per l'Istituto Ortopedico Rizzoli IRCCS  Bologna che hanno illustrato i risultati della ricerca medica e gli effetti antitumorali dell’estratto delle foglie di agave.



E ancora il Presidente di Aboca  S.p.A., Valentino Mercati e l’Irritec con il fondatore Carmelo Giuffrè , per la parte relativa alla  ricerca scientifica e industriale,  la dr.ssa Antonella Petrocelli per l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) Taranto, relativamente all’utilizzo in mitilicoltura,  il  Comandante Andrea Caporossi Direttore dello Stabilimento Militare produzione Cordami di Castellamare di Stabia, il Direttore  dell’Orto Botanico di Palermo prof. Rosario Schicchi; il dott Conti dell’ Osservatorio Regionale della Sicilia sulle Malattie delle Piante di Acireale, il Direttore del Parco dei Nebrodi e del Consorzio della Banca del Germoplasma Ignazio Digangi,  il prof. Mauro Cappotto Responsabile del "Museo Diffuso" di  Ficarra nonché del dott. Antonino Sutera  per l’Osservatorio politiche neorurali Assessorato Agricoltura.

La giornata ha permesso di approfondire la forte identità e lo stretto legame con l’ambiente mediterraneo dell’Agave, le proprietà medicinali e industriali. La storica nave Amerigo Vespucci per esempio, utilizza  cordami prodotti con foglie di Agave.

Conferenza conclusa con una proposta lanciata dall’architetto Grazia Pizzillo, designer, che con le fibre ha ideato una particolarissima linea di lampade: la realizzazione di una asta di beneficenza per contribuire alla ricerca.

Istituito inoltre un Gruppo tematico sull’ Agave presso il Dipartimento Agricoltura presso il competente Assessorato regionale.

Altra parentesi, questa volta dedicata alla conoscenza dei giochi popolari, con l’Istituto comprensivo Capizzi –Cesarò.

Riproposti, nella cornice di Piano Cicogna, i giochi dei nostri avi, con la gioiosa partecipazione di circa 80 studenti


*nelle foto, la conferenza dedicata all’Agave, l’avvio dei lavori con il Presidente della Fondazione Mancuso Avv. Salvatore Mancuso e i giochi popolari di Piano Cicogna



Sara La Rosa



Da oltre  20 anni  nel settore della comunicazione istituzionale della P.A.,  con esperienze diversificate  presso strutture pubblico/private. Ha inoltre  collaborato con il Formez per progetti di sviluppo locale.

Presso il  Parco fluviale dell’Alcantara, dove ha prestato servizio per circa 12 anni,  ha provveduto a strutturare il  settore della comunicazione e dell'educazione ambientale. Diventa giornalista riconoscendo l'esigenza di comunicazione e trasparenza delle P.A.

Dal 2015  è responsabile della Comunicazione Istituzionale del Parco dei Nebrodi. 
Autrice del saggio  “Verso una nuova comunicazione del territorio – da Geo & Geo a Facebook e Youtube”, edizioni La Zisa, anno 2015, ha partecipato a numerosi convegni e seminari nonchè docenze su comunicazione, marketing territoriale e organizzazione eventi. 
Fa parte della delegazione Siciliana di PA Social, la prima Associazione dedicata alla comunicazione e informazione digitale in Italia.


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