mercoledì 27 dicembre 2017

Formazione e Consulenza

Formazione e consulenza due elementi chiave per la diffusione dell'innovazione in agricoltura




Tania Dionisi (Phd in Pianificazione, design e tecnologie dell'architettura) ci ha inviato un interessante contributo legato al suo lavoro di ricerca sul ruolo e le prospettive dell'innovazione tecnologica in agricoltura. 
                          Lo sviluppo agricolo è uno dei temi chiave nei dibattiti internazionali volti a promuovere l'aumento della produttività, l'ammodernamento delle imprese e il completo rispetto dell'ambiente e la tutela dei territori. Sul fronte delle innovazioni, che insieme allo sviluppo rurale rientra tra le priorità dell'Unione europea, sono numerose le soluzioni che vengono proposte dagli stakeholder coinvolti, a partire dai produttori di macchinari agricoli per arrivare ai centri ricerca. Si tratta di soluzioni ad alta matrice tecnologica afferenti alla cosiddetta "Agricoltura di precisione", in grado di massimizzare le rese, utilizzare le risorse a disposizione in maniera efficiente, e diminuire i costi e gli sprechi. Si tratta di sistemi in grado di migliorare la gestione dei processi agricoli attraverso il monitoraggio di tutti i parametri provenienti dal fondo e dall'ambiente che, messi a sistema attraverso una rete informatica, aiutano l'imprenditore nelle scelte aziendali; nella gestione delle lavorazioni e nell'impiego di materiali e prodotti di sintesi. Dai sistemi di posizionamento satellitare (GPS) ai sistemi di informazione geografica per l'analisi spettrografica dei suoli (GIS); dai sensori di campo ai sistemi di agro-meteorologia; dai software gestionali ai sistemi di ultima generazione riguardanti la realtà aumentata e la gestione da remoto delle colture sia in serra sia in pieno campo; l'agricoltura di precisione è un complesso di conoscenze e pratiche che sta rivoluzionando il settore primario. Tuttavia stenta ancora a diffondersi su larga scala, specie in quei territori, come l'Italia, in cui l'agricoltura è frammentata e fatta di tante piccole unità. I motivi sono diversi, innanzitutto l'agricoltura di precisione non è un prodotto finito facilmente implementabile da zero in poco tempo, in secondo luogo essa richiede elevati costi di investimento iniziale e in ultimo una preparazione informatica di medio e alto livello. In un quadro in cui l'agricoltura italiana è prevalentemente composta da piccolissime aziende a conduzione diretta, gestite soprattutto da uomini che hanno in media più di 50 anni e un basso titolo di studio, è difficile pensare che l'agricoltura di precisione possa trovare a breve una larga diffusione. 















































































Da una recente ricerca condotta da Cisco Systems in collaborazione con il Digital Transformation Institute si evince che l'agricoltura italiana rischia di non cogliere la sfida della trasformazione digitale perché in sostanza manca, nel comparto agroalimentare, una visione d'insieme che renda più comprensibile le opportunità che la tecnologia offre per aumentare la competitività; sono carenti inoltre figure professionali qualificate che possano fungere da vettori di trasferimento di conoscenze e innovazione dai centri ricerche alle imprese. Per far sì che questo trasferimento si compia e l'agricoltura italiana possa trasformarsi, favorire il ricambio generazionale e aumentare i propri livelli di competitività, occorre creare un cortocircuito che spezzi la distanza infruttuosa tra centri ricerche e imprese e che favorisca l'aumento della professionalità e delle competenze. La tecnologia può continuare a evolvere e a proporre soluzioni sempre più innovative ai problemi della produzione agricola, ma senza un'adeguata preparazione e un'effettiva dimostrazione del vantaggio che essa apporta, gli imprenditori non saranno stimolati ad accedervi. Per fare in modo che l'offerta di sistemi tecnologici sia equiparata alla domanda e di conseguenza i costi di investimento possano essere ridimensionati alle potenzialità delle aziende occorre puntare sul potenziale innovativo che esiste tra i giovani imprenditori. Sebbene i giovani capoazienda (età compresa tra il 19 e i 35 anni) siano circa il 5% del totale (censimento Istat,2010), nel 2015 sempre un'analisi ISTAT ha riscontrato un sostenuto incremento degli appartenenti alla classe di età giovanile, compresa tra i 15 e i 34 anni (+11,1%); ciò induce in parte a sperare in un atteso processo di ricambio generazionale del settore. Occorre tuttavia fare in modo che questi recepiscano il vantaggio derivante dall'ammodernamento delle aziende, dall'adozione di nuove tecnologie e buone pratiche al fine di far fronte contemporaneamente ai cambiamenti climatici e ambientali e all'aumento della richiesta di cibo sano e nutriente a prezzi accessibili per tutti. La politica agricola comune (PAC) prevede che gli Stati membri e le regioni elaborino dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) in funzione dei bisogni dei loro territori. In particolare la Misura 01 dei PSR prevede il sostegno per il "Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione" e il cui obbiettivo è il miglioramento della professionalità degli operatori e la competitività sul mercato attraverso attività di formazione e scambio di buone pratiche. Sono invece aperte molte delle call del programma quadro Horizon 2020 inerenti al Work Programme 2018-2020 nella sezione "Food security, sustainable agriculture and forestry, marine, maritime and inland water research and the bioeconomy" e più precisamente nelle Call "Rural Renaissance". Con un fondo di circa € 263 milioni di euro l'Europa intende infatti investire nel rinnovamento rurale e nei giovani, incentivando azioni volte a coinvolgere e abilitare gli imprenditori all'uso della tecnologia, sostenere la modernizzazione delle aziende, diffondere l'innovazione, eccetera. In generale questo tipo di strumenti, visto il nuovo approccio multi-actor dell'unione europea, sono rivolti a stakeholder provenienti da differenti ambiti: dai centri ricerca, alle agenzie di formazione abilitate fino ad arrivare alle associazioni di categoria, alle organizzazioni professionali ed infine ai Gruppi Operativi,  finanziati all'interno della Misura 16  - Cooperazione dei PSR. L'opportunità offerta da questi strumenti è quella di favorire la divulgazione scientifica e il trasferimento di conoscenze per incrementare la diffusione delle innovazioni e portare gradualmente l'agricoltura ad allinearsi con gli altri settori produttivi. Come dimostrato in altri ambiti, un'innovazione si diffonde più velocemente quando più attori nello stesso territorio la adottano. È opportuno quindi che tutti i portatori di interesse coinvolgano i giovani imprenditori incentivando soprattutto la creazione di network di imprese in cui possano essere condivisi scopi e mezzi, attrezzature e risorse per superare questa transizione da un'agricoltura di stampo convenzionale a un'agricoltura innovativa più attenta alla qualità dei processi e dei prodotti e alla salute pubblica e ambientale. In un mondo iper-connesso, dove le informazioni e gli strumenti viaggiano ad alta velocità e in modalità sempre più condivisa, è fondamentale che anche le aziende agricole ne siano parte per allontanare il rischio di isolamento, cessazione (che trasforma il Paese da produttore a importatore) e al contempo avvicinare più giovani all'opportunità di valorizzare la vocazione agricola di molti territori.
Tania Dionisi
Phd in Pianificazione, design e tecnologie dell'architettura
Con il contributo di  Silvia Baralla

martedì 19 dicembre 2017

Banca delle terre agricole

di ninosutera

Un ruolo fondamentale è costituito dal supporto logistico,  al trasferimento di informazioni e conoscenze, oltre al fatto che L'ESA già una volta  a seguito della riforma agraria si è  occupata di assegnare i terreni ai aventi diritto

L'obiettivo è valorizzare il patrimonio fondiario pubblico e riportare all'agricoltura anche le aree incolte, incentivando soprattutto il ricambio generazionale nel settore. Per avere la mappa completa si può consultare il sito www.ismea.it.


La 'Banca delle terre agricole' può rappresentare uno strumento fondamentale per rispondere alla richiesta di terreni e valorizzare al meglio il patrimonio fondiario pubblico. Dopo anni di attesa si parte. Dobbiamo stimolare in ogni modo la crescita delle nostre produzioni, consentendo soprattutto ai giovani di poter avere un accesso alla terra e al credito semplificati. Per questo motivo come Governo abbiamo messo in campo strumenti utili per gli under 40 come i mutui a tasso zero per gli investimenti, l'aumento del 25% degli aiuti europei e soprattutto, con l'ultima legge di bilancio, l'esenzione totale dal pagamento dei contributi previdenziali per i primi 3 anni di attività per le nuove imprese agricole condotte da giovani." 


COS'È LA BANCA DELLE TERRE AGRICOLE

Per la prima volta l'Italia ha una 'Banca delle terre agricole' nazionale. Uno strumento utile di mappatura per consentire a chi cerca terreni pubblici in vendita da poter coltivare di accedere facilmente al database nazionale. 

COME FUNZIONA

Chiunque potrà accedere al sito www.ismea.it e avviare la ricerca per regione. Sono disponibili tutte le caratteristiche dei terreni, la loro posizione, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali. Gli utenti potranno consultare la Banca anche per grandezza dei terreni disponibili, potendo fare così ricerche più mirate a seconda delle esigenze produttive.

QUALI SONO I TERRENI DISPONIBILI  

Nella 'Banca delle terre agricole' sarà possibile trovare i terreni delle Regioni, dei Comuni e degli Enti pubblici che sottoscriveranno convenzioni con Ismea. Sul sito anche i terreni dell'iniziativa 'Terrevive', gestita dall'Agenzia del Demanio con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

MUTUI AGEVOLATI PER I GIOVANI

I primi 8mila ettari di terreni di proprietà di Ismea sono tutti in piena coltivazione e saranno destinati con corsia preferenziale ai giovani. La procedura di questi primi terreni prevede un percorso semplice:
- manifestazione d'interesse, attraverso Banca della Terra, per uno o più lotti;
- procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse a seguito di avviso pubblico;
- possibilità di mutui agevolati Ismea se la richiesta è effettuata da giovani.
Le risorse finanziarie della vendita vengono finalizzate da Ismea esclusivamente ad interventi in favore dei giovani agricoltori.

venerdì 15 dicembre 2017

Focus - le principali novità del pacchetto Omnibus

Pacchetto Omnibus 


Dal 1 gennaio 2018 ci saranno  più semplificazioni e progressi importanti 
per l'agricoltura italiana.
C'è più spazio per il sostegno ai giovani agricoltori,
 un taglio concreto di vincoli burocratici e un'attenzione maggiore alla questione 
cruciale della gestione del rischio, che vede un miglioramento degli strumenti a 
disposizione. Per la prossima programmazione servirà ancora più spinta per
 tenere insieme agricoltura, alimentazione e ambiente. La Pac è un pilastro 
necessario sul quale investire, un passaggio chiave per il rilancio dell'Europa."


Focus - le principali novità del pacchetto Omnibus
  1. Si prevede una maggiore flessibilità per identificare la figura dell'agricoltore attivo,  nell'applicazione degli aiuti accoppiati e per i piccoli agricoltori.
  2. Maggiore semplificazione nelle regole del greening e possibilità di aumentare il pagamento di base per i giovani agricoltori.
  3. Sullo sviluppo rurale, le novità più importanti riguardano la gestione del rischio; in particolare, la soglia minima di danno per far scattare l'erogazione dei risarcimenti dovrebbe essere abbassata dal 30 al 20%. Altre semplificazioni riguardano lo strumento di stabilizzazione del reddito attraverso i fondi di mutualizzazione.
  4.  Di grande importanza inoltre, tra l'altro fortemente volute dalla delegazione italiana, sono le novità introdotte alla misura consulenza aziendale  
  5. Per quanto riguarda le OCM, il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni dei produttori per tutti i settori, analogamente a quanto già previsto nel pacchetto latte.

venerdì 8 dicembre 2017

Ciminna, dal set di “ Donnafugata” a Borgo GeniusLoci De.Co.

nucciatornatore
Con l’ Audizione pubblica Ciminna, Borgo GeniusLoci De.Co. la consegna del riconoscimento di "Custode dell’Identita’ Territoriale" al Sindaco Vito Barone e di  Leader&Leader a Salvo Tosi Direttore del Gal Metropoli Est  è stato avviato formalmente  il percorso.

La  Denominazione Comunale, del percorso Borghi GeniusLoci  – ha detto Nino Sutera – è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un avvenimento, ect) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie.  La De.Co  non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono puntare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l’identità di un territorio. L’istituzione del Borgo GeniusLoci De.Co. consente l’avvio di una fase di sviluppo endogeno del territorio, dove la propria storia e la propria tradizione diventano la risorsa su cui investire il proprio futuro».
 Soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa è stata espressa, a conclusione dei lavori, dal sindaco Vito Barone , che ha ringraziato il dott. Sutera per il riconoscimento conferitogli, «nella consapevolezza – ha detto il Sindaco –  che questi momenti   rappresentano tasselli importanti per quella crescita culturale indispensabile al progresso del territorio, la mia  giunta  ha adottato la delibera per l’avvio del percorso Ciminna Borgo GeniusLoci De.Co., ha concluso.
Vi assicuro  afferma  Nino Sutera, che Ciminna  è un concentrato di GeniusLoci, anzi se uno vuole vedere un esempio di GeniuLoci, bisogna dimorare per almeno  una settimana a Ciminna, per avere il tempo di assaporarla per intero.

Conclusa la parte ufficiale dell’evento, (l’Audizione Pubblica) sono stato “affidato” dal mio amico Salvo Tosi,  al Prof    Giuseppe Cusmano,  un signore molto distinto, quanto gentile, appassionato e innamorato del suo  Borgo, una miniera di informazioni, soprattutto quelle di dietro le quinte del film, che mi ha trasmesso, accompagnandomi  nella visita della mostra fotografica  de “il Gattopardo”, (solo  la mostra  meriterebbe  un ‘intera giornata, per visitarla per bene, sono come dire,  obbligato a ritornare) conclude Nino Sutera
Donnafugata viene ben descritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella sua famosissima opera “Il Gattopardo”, attraverso le parole proferite da Don Fabrizio Salina. Il regista Luchino Visconti, per il passaggio cinematografico dell’opera letteraria, cercò ispirazione recandosi presso la dimora di Donnafugata, visitandone tutti gli ambienti e rendendosi conto però delle difficoltà legate all’ambientazione all’interno di una struttura che ben poco si prestava alle esigenze cinematografiche.






Per queste ragioni, come scrisse Caterina D’amico, il paesino di Ciminna si è finta Donnafugata, il paese di fantasia di un grande romanzo italiano, che ospitò buona parte delle riprese esterne del capolavoro viscontiano.
Le ragioni che spinsero il regista a scegliere Ciminna per girare le scene nella residenza estiva dei Salina, scartata Palma di Montechiaro e Santa Magherita Belice, venne suggerito da Gioacchino Lanza Tomasi, assieme all’operatore Giuseppe Rotunno e al costumista Piero Tosi, poiché il paese era somigliante a quanto descritto nel romanzo dell’autore Tomasi Lampedusa: mancava solo il palazzo residenziale della famiglia Salina, che doveva essere limitrofo alla Chiesa Madre. Lo scenografo M. Garbuglia, in quarantacinque giorni risolse il problema con l’innalzamento della sontuosa facciata, con il rifacimento della pavimentazione di tutta la piazza. Il paese venne scelto anche per la sua tipologia di non essere ancora conosciuto e ricco di opere d’arti, specialmente la bellezza della Chiesa Madre fece innamorare il regista Luchino Visconti.
A fine giugno del 1962 iniziarono le riprese del “Gattopardo”, i Ciminnesi si videro aprire le porte dei magazzini delle case, trasformate in botteghe di lavoro di gessisti, imbianchini, muratori, ferraioli, elettricisti, falegnami, fabbro ferraio, sarti, generi alimentari.
Il paese ha avuto il piacere di ospitare Burt Lancaster (nella parte di Don Fabrizio Principe di Salina), Alain Delon (nella parte di Tancredi, garibaldino e nipote di Don Fabrizio innamorato della bellissima Angelica), Claudia Cardinale (che interpretava la bellissima Angelica e figlia del Sindaco di Donnafugata), Paolo Stoppa (nei panni di Calogero Sedara Sindaco di Donnafugata), Ottavia Piccolo (nelle vesti di Caterina), Mario Girotti, in arte Terence Hill (nella parte del Conte Cavriaghi), Rina Morelli (nelle vesti della Principessa Maria Stella Salina, moglie di Don Fabrizio) Sergio Reggiani (nel ruolo di Don Ciccio Tumeo), Giuliano Gemma nella parte del Generale garibaldino), l’attore palermitano Pino Caruso e tanti altri.
Per le scene interne il registra ha scelto due palazzi borghesi palermitani, la settecentesca Villa Boscogrande e il Palazzo Valguarnera Gangi, e un palazzo nelle vicinanze di Roma, il palazzo Chigi ad Ariccia. Considerato che la Sicilia si presenta ricchissima di paesaggi naturali sia verdi che aridi, il regista, oltre quello di Ciminna, ha utilizzato altri set esterni, così, tra le scene più celebri ricordiamo: le riprese nei pressi del territorio di Piana degli Albanesi e per le scene di battaglia vennero scelti i reali luoghi palermitani in cui esse nel passato erano avvenute come per esempio Piazza San Giovanni Decollato, Piazza Rivoluzione, Piazza Vittoria, Casa Professa e la Kalsa.

Nel mese di Agosto del 2014, a Ciminna è stata svolta l’iniziativa “La Donnafugata del Gattopardo cinquant’anni dopo”. Nella Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria Maddalena, è stato presentato un volume per l’occasione e nell’antistante piazza è stata allestita una mostra fotografica, a cura di Giuseppe Cusmano, a ricordo dei cinquant’anni della realizzazione del set cinematografico nel paese di Ciminna.

domenica 3 dicembre 2017

OK del Europarlamento

Condizione di insularità, 
OK del   Europarlamento  al     riconoscimento  per  
Sicilia e Sardegna


                                Il Parlamento europeo ha dato il via libera al riconoscimento della “condizione di insularità” per la Sicilia e la Sardegna. La risoluzione,   è stata votata con 495 voti a favore su 693 votanti.
E’ un voto storico  che   vede per la prima volta rappresentata la vertenza insularità a livello europeo.  

 Le isole vivono, infatti, una situazione difficilissima: non solo non hanno accesso al mercato, ma si trovano anche con l’handicap e lo svantaggio di dover parlare un solo linguaggio, quello che decide l’Unione Europea. Ovvero: capire se i sostegni che vengono loro dedicati possano definirsi aiuti di Stato, e se per questo siano legittimi o meno.  

  Il voto favorevole dell’aula di Strasburgo ha condotto ad un risultato centrale per il futuro dei cittadini Europei Insulari.

Il riconoscimento della Condizione di Insularità da parte del Parlamento Europeo ha un valore importante oltre che da un punto di vista politico anche sugli aspetti legislativi. Non dimentichiamo infatti che a seguito dell’adozione del Trattato di Lisbona, il Parlamento Europeo è divenuto co-legislatore, potendo di conseguenza emendare e bloccare le proposte della Commissione Europea oltre che sollevare il suo interesse sui questioni che si ritengono prioritarie, quale è la condizione di Insularità.

In tale contesto la Risoluzione è uno strumento che consente di esprimere la volontà dei cittadini Europei alla Commissione Europea, che detenendo il monopolio nell’iniziativa legislativa ha altresì il dovere di accogliere le Risoluzioni del Parlamento trasformandole in proposte legislative. A breve il Parlamento sarà inoltre chiamato a negoziare e modificare i Regolamenti europei, che definiscono nello specifico quanti soldi saranno assegnati alle Regioni attraverso il Bilancio dell’Unione europea. Attualmente, i fondi dedicati alle Regioni Insulari sono gli stessi delle Regioni montuose, rurali e/o periferiche.   La  Sicilia come la Sardegna,  soffrono di  handicap geografici specifici e permanenti. 
Perciò,   è auspicabile che  in vista della prossima programmazione, le isole vengano considerate quali territori specifici in virtù della loro condizione di Insularità e ad esse siano destinati finanziamenti dedicati per trasporti, energia, formazione, istruzione, piccole e medie imprese, ricerca e innovazione.

 Le isole non possono, con le loro piccole e medie imprese, raggiungere il processo di internazionalizzazione che servirebbe per accrescere la loro competitività   perché vivono un contesto strategicamente abbandonato.  
Dopo il via libera alla risoluzione del Parlamento Europeo è ora che il Governo sostenga questa battaglia scrivendo subito una legge che riconosca i diritti delle nostre Isole. Sardegna e Sicilia non possono più aspettare.

Da parte dell'Esecutivo è necessaria un'azione di dialogo e di negoziazione sul fronte europeo a favore della vertenza avviata in Europa, in modo da ottenere quelle compensazioni che la Sardegna e la Sicilia attendono da tempo, e soprattutto, l'applicazione dell'articolo 174 e la rivisitazione dei criteri del Pil, determinanti per disegnare in termini attuali la situazione reale occupazionale ed economica delle nostre Isole. 

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