martedì 28 febbraio 2017

Da un giorno di idee a un villaggio di idee,

Da un giorno di idee a un villaggio di idee,  
di Nino Sutera

“Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio,  per far co-evolvere il villaggio globale ci vuole la mentalità aperta di un bambino”
Il  villaggio, in etnologia, rappresenta la forma elementare dell’abitato umano  stabile. In sociologia, con la locuzione di “villaggio globale”, coniata dal sociologo canadese H.M. McLuban ( 1911-1980), si definisce il mondo contemporaneo, così denominato specialmente in seguito alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e per la comunanza di una serie di problemi che riguardano ormai tutti i paesi.  
La locuzione di Villaggio globale è stata utilizzata insieme ad un antico proverbio africano che appunto afferma che “ per far crescere un bambino ci vuole un villaggio”

L’avventura del Git SiesA 2004-2009 (Gruppo d’Interesse Territoriale -Sviluppo Integrato e Sostenibile dell’Agrigentino- promosso dal Ministero dell’Università e Ricerca, e dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, che ho avuto l'onore e l'onere di coordinare,  ha consentito di avviare un nuovo processo partenariale informale, strutturato e permanente di progettualità partecipata, finalizzato alla promozione e sviluppo di nuovi progetti e programmi da iscrivere nel quadro di una condivisa visione di sviluppo sostenibile e integrato del territorio.
I territori organizzati in forme partenariali e strategici, possono infatti favorire il dialogo interistituzionale, sia  a livello locale,  e non solo, con i diversi portatori di interesse per facilitare l’avvio dei nuovi interventi in un quadro di cooperazione rafforzata ed attivare forme di scambio tra realtà territoriali ed amministrative, che costituisce anche la mission dei GIT.
  L’ambizione di “Un Giorno di Idee” (Menfi 2008) era di avvistare in maniera partecipata e condivisa  idee, proposte, progetti  di indirizzo, tale da divenire per il prossimo futuro un modello da seguire,  aperto a tutti i soggetti socio – economici, ed ai singoli cittadini, che sono interessati e vogliano cimentarsi sul futuro sostenibile del proprio territorio.
L’iniziativa è stata  l’occasione per conoscere e valorizzare esperienze, proposte e idee, ed incominciare ad affrontare le nuove sfide che attendono i sistemi locali  nei prossimi anni e per condividere obiettivi  e linee d’intervento.

In questa prospettiva, il territorio non deve essere considerato semplicemente come luogo fisico, ma esso rappresenta soprattutto una comunità collettiva, ricca di saperi e competenze diffusi tra i vari attori, dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni private, dalle associazioni, ai singoli cittadini.
Aver saputo interpretare le esigenze e le richieste diffuse di disseminare conoscenze e informazioni, tramutandoli in un fatto concreto è destinato ad essere consegnato alla storia di questa terra, ecco allora come un’evento  nasconde l’ambizione per tramutarsi in un metodo condiviso. Nasce così  un “Villaggio di Idee”  con  l'obiettivo di sviluppare un percorso inedito e innovativo di sinergie e partenariati per cercare, attraverso il confronto sistematico e tra gli stakeholder, risposte concrete alle esigenze di sviluppo del territorio.   
Tra le iniziative di successo
Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”

Il format è stato presentato:
* Poster Session del Forum P.A.2013 di Roma;

* VALORE PAESE economia delle soluzioni,

     organizzata da ItaliaCamp a Reggio       Emilia  2014;

* Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF 2015

•        XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. 2015

• EXPO2015 MILANO nell'ambito delle iniziative del gal Madonie 



























giovedì 23 febbraio 2017

La Cultura della formazione nel PAN


(Piano d'Azione Nazionale sui Fitofarmaci)  
                  tra retorica  e  contemporaneità.                                 
                                                    Nino Sutera

La  riflessione a voce alta si rivolge sia ai addetti del settore, Docenti/Formatori, Coordinatori Didattici, ect e non solo, interessati a far evolvere la cultura della formazione  nelle quali (o per le quali) essi operano al fine di garantire una maggior  incisività dei percorsi formativi che vengono intrapresi, contestualmente all’attuazione della strategia, anzi delle strategie del PAN 
Volendo superare la sindrome della formazione apparente,(ne parleremo alla fine) il primo scoglio da affrontare è quello di non lasciarsi trascinare dalle retoriche,  dalle mode, o peggio ancora  dall’emergenza, del tipo, "ci sono tante domande da evadere", quindi raddoppiamo il numero dei corsisti e il numero dei corsi, che popolano ampiamente, i dibattiti di queste settimane Riteniamo che focalizzare  l’attenzione sulla cultura della formazione nell’attuazione  del PAN, è oggi di grande attualità e contemporaneità.
 La pars construens delle riflessioni, rappresenta il compito più difficile da svolgere, soprattutto quando non si voglia banalizzare la complessità dei problemi con la proposta di “ricette” pronte all’uso.(………tante richieste e tantissimi operatori da formare, ...........in fretta) in un contesto delicato, delicatissimo, come quello dei prodotti fitosanitari, dove un uso errato può provocare danni irreversibili all’ambiente e alla salute, per esempio.
Dalla qualità della formazione e dell’apprendimento, dipende anche il fatto  di evitare che una parte dei prodotti fitosanitari finiscano nel piatto dell’ignaro consumatore,  solo per citare un esempio.
 Certo sarebbe interessante indagare come tutto ciò impatti sulla professionalità dei formatori e dei coordinatori didattici, che vogliano operare ispirati dai principi nobili dei Reg.Cee e dalle disposizioni attuative del PAN  ma anche rispondere a tanti quesiti ancora aperti, come per esempio:
 -  Cosa si deve intendere per “cultura della formazione”  nell’attuazione del PAN ?
 -  La formazione nel PAN  è un mero atto burocratico?
-   Il formatore  è un genio del sapere?   o  necessita di percorsi di aggiornamento  periodici professionalizzanti?
-  Qual'è il  ruolo e la responsabilità del coordinatore didattico nei corsi del PAN ?
-   A chi è demandata la responsabilità  sull’idoneità della sede didattica dei corsi ?
- Qual'è indice valutativo della formazione? numerico o qualitativo?
- l'obiettivo dell'ente privato di formazione e numerico (più formati più entrate economiche) e l'obiettivo della formazione pubblica qual'è?
Come si vede,  appare ovvio che occuparsi  compiutamente di formazione diventa strategico,  per non parlare dei danni che si possono produrre direttamente e indirettamente,  per un uso errato dei prodotti fitosanitari.

La  tutela della salute in connessione all'impiego dei prodotti fitosanitari prevede, come indicato dalle disposizioni attuative del PAN,   la fondamentale funzione dell’azione formativa quale imprescindibile elemento di prevenzione, al fine di sostenere conoscenze adeguate tra gli operatori coinvolti nel settore e per favorire nuovi comportamenti e metodiche alternative ai trattamenti con pesticidi, nell’obiettivo di ridurre l’incidenza degli effetti dannosi per la salute che possono derivare da un impiego non corretto degli stessi prodotti.
 Sono previste giustamente  iniziative di sensibilizzazione per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari, attraverso incontri   rivolti ad operatori professionali  nell’intento di sostenere ed innovare il ruolo e la presenza  dei Formatori   in questo delicato settore, assecondando gli adempimenti che – attraverso il PAN (Piano d’Azione Nazionale) - sono conseguenti alla più recente normativa comunitaria in materia, rappresentata dalla Direttiva U.E n. 128/2009.
Quest’ultima, nel perseguire gli obiettivi di tutela ambientale e di prevenzione sanitaria come strategia da garantire per l’intera popolazione in riferimento al fenomeno del commercio e dell’impiego dei prodotti fitosanitari, sollecita gli Stati membri dell’UE a svolgere una maggiore azione di informazione, sensibilizzazione e formazione, al fine di aumentare consapevolezza del rischio e competenza professionale, entrambi fortemente richiesti a fronte del diffuso fenomeno dell’impiego dei prodotti fitosanitari.
Gli operatori del settore devono essere preparati e conoscere le caratteristiche e la funzione di ciascun prodotto da impiegare e devono essere in grado di adottare metodi, misure e scelte operative finalizzate a prevenire danni alla salute umana, siano essi immediati o provocati da una costante trascuratezza e da imperizia che si sono protratte nel tempo.
 
Ora vi lasciamo  commentare da soli i grafici che seguono, a ulteriore testimonianza  che è necessario un momento di confronto costruttivo, per evitare  che la Sicilia continui  a primeggiare  tra le regioni con il più alto numero di intossicati per un uso errato dei prodotti fitosanitari, per esempio.
Riteniamo che aprire una riflessione produttiva per gli addetti ai lavori  non sia più derogabile. 






La presenza di una cultura della formazione sufficientemente condivisa ed idonea a sostenere l’attuazione dei progetti formativi rappresenta   il fattore chiave per vincere la sfida del superamento di quella che è stata definita la “formazione apparente” (Maggi, 1974; Boldizzoni e Gagliardi, 1984), vale a dire di una formazione che non ha capacità di incidere nei processi reali   Il tema di come valutare il “ritorno dell’investimento formativo” è esso stesso oggetto di numerose proposte metodologiche e  sofisticati strumenti per misurare il “ROI della formazione”,   tratto da una lezione  del Prof. Giacomo De Santis     L' ABC della Formazione con la F maiuscola.

mercoledì 22 febbraio 2017

Il dono nella società contadina

 di Giuseppe Bivona

Quel beneficio che si realizza nell’azione di donare

 è già contraccambiato se viene accolto con benevolenza;

l’altro beneficio, quello che consiste nell’aspetto materiale, noi non lo abbiamo ancora ricambiato, ma vogliamo ricambiarlo. All’intenzione rispondiamo con l’intenzione, ma siamo ancora debitori di un oggetto in cambio di un altro oggetto. Per questo diciamo che la riconoscenza consiste nel ricevere con buona disposizione d’animo. Tuttavia prescriviamo  anche di ricambiare il dono ricevuto con uno simile (Seneca)

Se il mercato è il luogo dove s’incontrano domanda ed offerta ,ovvero dove si scambiano  i beni divenuti nel frattempo merci, il dono è una modalità  ,l’occasione di incontro con l’altro,il prossimo ,il vicino,con la vita. Nelle società rurali lo scambio di doni era una consuetudine parecchio praticata  che ristabiliva e consolidava una forte intimità umana. Era un elemento essenziale nel fitto intreccio di relazioni  che consentiva alle persone, di avvicinare il donatore col ricevente , vedersi in volto, magari di penetrare lo sguardo anche intimamente . L’economia classica mercantile di oggi  è incentrata sui rapporti di forza ,da un lato la domanda ,dall’altra l’offerta, sempre in perenne ricerca di un equilibrio ,ossia la definitiva formazione del giusto  prezzo . Conclusosi l’affare  il legame si scioglie.  Ognuno dei contraenti prosegue per la propria strada.Tutto si svolge all’insegna della massima razionalità
Ma cosa accade invece quando un contadino fa dono,per esempio, di un cesto di frutta al suo vicino il quale ne è momentaneamente sprovvisto?  Innesca una serie di relazioni,aspettative,interdipendenze  che rinsaldano i vincoli. Ora il dono non è caratterizzato dalla razionalità  cosi come lo abbiamo descritto   nel contesto mercantile, perciò il ricevente , si sentirà ,certo in obbligo di restituire il favore , ma proprio perché scambiano beni e non merci, il rapporto è in perenne “disequilibrio”. E’ uno scambio paradossalmente “asimmetrico” che innesca “aspettative” diverse da parte del donatore rispetto al ricevente. Quest’ultimo si sente in obbligo morale e la sua preoccupazione sarà di contraccambiare la donazione. Questa perenne “oscillazione”  crea dei vincoli di reciprocità  che si estendono e si ampliano oltre la portata economica dello scambio.
Ora se immaginiamo che tali relazioni si istaurano ad ogni scambio  tra tutti i componenti  di una comunità , ne risulta  che la collettività  sarà pervasa  da un altissimo livello di coesione e di connessione sociale. Non a caso abbiamo chiamato  la società contadina “comunità” per la profonda e marcata differenza con la “società” industriale e urbana. La prima basata sulla collaborazione,la reciprocità e la coesione . La seconda ,da competizione, concorrenza , ipertrofia individualistica, dominata dagli interessi. Ma ritorniamo al dono.
Un esempio eloquente di dono nel mondo contadino era lo scambio di sementi,o di innesti di fruttiferi. Di solito la selezione era affidata all’anziano che prima di iniziare la raccolta delle produzioni orticole, si aggirava tra i filari selezionando i frutti migliori, per resistenza alle malattie, alla siccità, maggiore pezzatura migliore colorazione , gusto più spiccato. I contadini erano orgogliosi delle selezioni che avevano operato, ed era con sommo piacere  poterla donare a quanti,  parenti e amici,  gliene facevano richiesta .L’atto di donare la semente o un innesto di fruttifero di particolare pregio ,coinvolgeva il contadino perché quella semente era una parte di se stesso,per le tante cure che aveva profuso, delle attenzioni che aveva speso e delle  intelligenti osservazioni . Sapeva che i geni della progenie dei suoi frutti  si sarebbero  espressi in altri contesti e questo legava affettivamente sempre più il contadino con la sua coltura.  Ma la sua soddisfazione raggiungeva il massimo quando gli venivano mostrati i frutti che provenivano dalla sua semente . Non c’erano soldi, né compensi che potevano eguagliare tanta felicità. Cosi  valeva per tutti gli altri beni  oggetto di donazione, dove “interiorizzavano”  l’amore profondo con cui èrano fatti , lavorati  con le proprie mani ,con  prodotti di base di sua proprietà,  con cura e meticolosità .
Le società rurali non erano  certo  realtà idilliache, pacificate e sempre gioiose ,erano spesso pervase da conflitti e tensioni a causa dei rapporti di proprietà e delle condizioni  di miseria in cui erano costretti a vivere. Ma il prevalere della “comunità” sulla società , della solidarietà sull’egoismo, dell’economia del dono  su quella di mercato ,  della sobrietà sullo spreco, ci pone oggi,  in una realtà sempre più difficile da leggere, ad una attenta riflessione e riconsiderazione
Perciò l’economia del dono può essere il nuovo paradigma per la definizione e ricostruzione del “bene comune”.

Menfi - Giuseppe Oro, Custode dell'Identità Territoriale



" Con il nuovo Psr puntiamo favorire investimenti per ampliare le estensioni delle superfici dei nostri uliveti. L'Igp Olio Sicilia rappresenta una grande opportunità, ma dobbiamo investire nella chiusura della filiera, l'aggregazione dei produttori, nella concentrazione dell'offerta, insomma nell' organizzazione del comparto per rafforzare l'export e mantenere il valore aggiunto in Sicilia. Scommettere su qualità' e quantità per intercettare la domanda di prodotti made in Sicily che continua a crescere in tutto il mondo. Olio e vino sono le locomotove del nostro sistema agro-alimentare" ha affermato l'On  Antonello Cracolici



Al Presidente della "La Goccia d’Oro",     Giuseppe Oro il riconoscimento di
 “Custode dell’Identità Territoriale” 

del Percorso Borghi GeniusLoci De.Co.





















«Il genius loci è il territorio della memoria, il nostro patrimonio, il valore più profondo della cultura  Mediterranea ed europea,ed è l’unico anticorpo che abbiamo rispetto alla cultura dell' indefinito  globale»   afferma  Nino Sutera,   blogger glocal'nauta




Natura e Civiltà dell'Ulivo per festeggiare un'eccellenza del territorio.
Un viaggio nei segreti dell'Olio extra-vergine d'Oliva:  . L'oro verde di Menfi e la cucina del territorio, una simbiosi di genuinità tutta da scoprire.
Questa produzione d’eccellenza, che vive nella conduzione familiare dell’uliveto, è stato al centro di un emozionante itinerario in campagna, tra gli uliveti delle pregiate cultivar (Biancolilla, Cerasuola e Nocellara) che caratterizzano la DOP Val di Mazara per concludersi  al Frantoio della Cooperativa La Goccia d'Oro(in Contrada Feudotto,)  
 Gli ospiti di NovOlio 2016 hanno ascoltato dal  racconto del maestro Gaspare Mulè e del suo staff tutti i segreti per la produzione del pane e della pasta, rigorosamente ottenuti con farine di grani antichi siciliani  Presso   il frantoio   spazio il Villaggio dei Sapori, con le isole di degustazione e diversi stand espositivi che celebrano ed esaltano le eccellenze enogastronomiche e artigianali del territorio: oltre all'olio extra vergine d’oliva e al suo connubio con pane e pasta, il carciofo spinoso di Menfi ,  formaggi, vini Mandrarossa, fichi d'india, i dolci dello chef pasticcere Giuseppe Bono e cesti di artigianato e ceramiche. Durante la giornata, i show cooking  curati     dell' Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Virgilio Titone”  C/VETRANO 

  









Al Presidente della La Goccia d’Oro, Giuseppe Oro   il riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale” del Percorso Borghi GeniusLoci De.Co.
Il  riconoscimento viene attribuito  a chi  si  spende quotidianamente per la salvaguardia e la valorizzazione della tradizione  e dell’identità dei territori anche sotto l’aspetto agroalimentare. Realtà territoriali  che assumono un’importanza crescente anche nei confronti del visitatore che ritrova nel cibo un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. 
Infine due session poster di “ t e r r @” TerritorioEnogastronomiaRisorseRurali@mbientali percorso ITINERANTE InFormativo di glocal dedicate ad “Agricoltura, alimentazione e Salute” e “Cibo & Letteratura”,  
 

martedì 21 febbraio 2017

ComitatoPromotore EuropeanRuralParliamentItaly







di NucciaTornatore
  
European Rural Parliament,  sono  presenti in quasi tutti i  Paesi Europei ,    è una campagna a lungo termine per dare voce delle popolazioni rurali,  abbiamo incontrato   Nino Sutera, Coordinatore dell'Osservatorio di Neoruralità  per rivolgergli alcune domande.

 Che cos’è un Parlamento Rurale Europeo?  Una struttura politica, ma non partitica.'Parlamento rurale' non è una parte formale del governo, né è un parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di un processo 'bottom-up' di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e politici, per consentire una migliore comprensione, politica più efficace e di azione per affrontare le questioni rurali.Un Parlamento rurale è   un processo che fornisce opportunità per le persone con un interesse per le comunità rurali per condividere idee, prendere in considerazione i problemi e le soluzioni. Parlamento rurale permettono alle persone e decisori a lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e creative. Essi rafforzano la voce delle comunità rurali e li aiutano a influenzare le decisioni che li riguardano. Il loro successo in Europa negli ultimi 20 anni   ha ispirato a avviare un Parlamento rurale in ogni stato.        Qual è il suo obiettivo? Il Parlamento europeo rurale è stato concepito per:• Rafforzare la voce delle comunità rurali d'Europa, e per assicurare che gli interessi e il benessere di queste comunità   riflettono nelle politiche nazionali ed europee• Promuovere auto-aiuto, comprensione comune, la solidarietà, lo scambio di buone prassi e la cooperazione tra le comunità rurali in tutta Europa.           Perché è necessario?    150 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione europea, vive in aree rurali. Essi contribuiscono notevolmente alle economie locali, nazionali ed europee. La loro funzione sociale ed il benessere economico è di fondamentale importanza. Affrontano grandi sfide, tra cui la perdita dei giovani e dei servizi rurali in molte regioni. Il loro futuro dipende da un'azione energica da parte delle comunità rurali stesse, e le politiche  ben concepiti e l'azione da parte dei governi a tutti i livelli.La campagna ERP  è guidato dalla convinzione che gli interessi delle comunità rurali (ossia tutte le persone che vivono o lavorano in regioni rurali) sono sottorappresentate nei dibattiti nazionali ed europei e nella definizione di politiche e programmi; 


Chi può partecipare al Parlamento  rurale?  Abbiamo avviato questa iniziativa (la prima in Italia) con l'apporto   di tanti che hanno a cuore le aree rurali (oltre 100 tra associazioni, enti, istituzioni, ma il numero è destinato a crescere)  Intendiamo condividere con tutti i nostri Amici un percorso per addivenire al "Manifesto della neoruralità"  da presentare in occasione dell'evento pubblico nazionale , aperto ai contributi e alla sensibilità di chi vuole contribuire a dare voce alle aree rurali.   









lunedì 20 febbraio 2017

OFFERTA DI TIROCINI UNIVERSITARI


Il tirocinio curriculare è un'esperienza formativa che uno studente svolge presso una struttura convenzionata con l'Università (Ente o azienda) per conoscere direttamente il mondo del lavoro. Esso ha lo scopo di realizzare momenti di alternanza fra studio e lavoro nell'ambito dei processi formativi e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro.
L' Ente Sviluppo Agricolo ( E.S.A.) ha l'obiettivo di agevolare e promuovere nel territorio della regione siciliana lo sviluppo dell’agricoltura, la riduzione e la progressiva eliminazione degli squilibri zonali e sociali, l’incremento della produttività, il miglioramento delle condizioni di vita e l’elevazione dei redditi di lavoro della popolazione agricola, l’ammodernamento delle strutture aziendali ed interaziendali, la diffusione e lo sviluppo dell’irrigazione, della viabilità agricola e delle reti di approvvigionamento idrico ed elettrico ed in genere qualsiasi iniziativa ed attività inerente il progresso e lo sviluppo dell’agricoltura siciliana. Oggi in particolare l'ente cerca di assicurare agli agricoltori quei servizi reali che sempre più pressantemente vengono richiesti alle istituzioni pubbliche in termini di informazioni e strumenti che permettano di orientare al meglio scelte e strategie. Le iniziative intraprese dall’e.s.a. sono, pertanto, indirizzate a sostenere l’agricoltura siciliana nei diversi e variegati aspetti che la caratterizzano.
L' E.S.A., a seguito della convenzione stipulata con l' Università degli studi di Palermo, propone  offerta consultabile al sito:
http://aziende.unipa.it/searches/view/67881537

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