venerdì 18 aprile 2014

A Campoallegro a Santa Ninfa, il primo “STREET FOOD” come messaggio gastronomico, turistico e culturale.



Con le espressioni  Cucina da strada, cibo di strada, street food si identifica la pratica culinaria basata sulla preparazione, esposizione, degustazione e  consumo   di prodotti alimentari in strade.

Sul territorio nazionale, oggi, vengono attivati laboratori di cucina multietnica e di analisi sensoriale del vino, dell’olio, e del pregiatissimo paniere dei prodotti tipici, si organizzano seminari e convegni sulle tradizioni alimentari dei paesi del mediterraneo, si implementano attività di degustazioni d’informazione e divulgazione, per far conoscere ai consumatori la ricchezza del giacimento enogastronomico.
Di contro ad una vera e propria globalizzazione del gusto, lo Street Food o Cucina da strada tende ad affermarsi, come una “branca” della “scienza” Gastronomia sempre “in auge”  riservata a intenditori del buon cibo, e poco adatta  a chi vede nell’alimentazione una pratica quotidiana come tante altre, afferma Nino Sutera  Direttore della Lurss.onlus.  Il cibo di strada, semplice ed umile, rappresenta la più antica ed autentica forma di ristorazione, fortemente legata al territorio, che riesce a far scoprire e a gustare attraverso i sensi, che racconta di sé, parla di storia, di identità e di cultura.
“Street food”  si è svolto  negli spazi dell’Agriturismo Campoallegro a Santa Ninfa, autostrada Palermo- Mazara Del Vallo. A organizzare la manifestazione lo chef castelvetranese Angelo Franzò   cresciuto nel cuore di Palermo tra gli inconfondibili odori e sapori dei tipici cibi da strada della tradizione panormita e della Valle del Belice.   “ E’ stata l’occasione per porgere un nuovo messaggio gastronomico e insieme turistico – spiega Franzò - In un variegato e ghiotto paradigma di delizie,    Un percorso di conoscenza, tra gusto e tradizione, che troverà il suo punto di approdo nel “pani ca meusa”, il panino ripieno di milza e polmone di vitello stracotti nello strutto, rigorosamente preparato e venduto per strada. In menù, tra le tante prelibatezze, anche il panino nero di tumminia al ripieno di fish burger di sarde di Selinunte con pomodori aromatizzati all’aglio e scaglie di pecorino belicino D.O.P, cestino di melanzane croccanti marinate al timo e ketchup siciliano, un Hot dog siciliano di farina russello con salsiccia locale, cipolla di Partanna e Vastedda del Belice, cestino di filetti di peperoni croccanti e maionese siciliana, pizza pane alla siciliana con mozzarella di pecora belicina e pesto di olive nocellara e pomodorini, cestino di carciofi croccanti e salsa siciliana alla trapanese.  
Durante la serata  la consegna del riconoscimento “Custode dell’Identità Territoriale” all’Avv Felice Errante Sindaco della Città di Castelvetrano.
 Nel legame tra l’alimentazione e l’identità, afferma Nino Sutera, il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei valori, delle tradizioni, dei riti. Il format GeniusLoci De.Co. elaborato della Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali   “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali.  In questo percorso, chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’Identità Territoriale.

Del prestigioso riconoscimento  sono stati già insigniti tra gli altri i presenti alla serata,    Serafina Di Rosa, Cristina Morrione, Sergio Furco,  Angelo Franzò,   Elia Maggio, Filippo Drago.


Per apprezzare  le prelibatezze, un'ampia galleria fotografica a cura dell'Ing Sergio Furco.  

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.567308533388214.1073742005.180633022055769&type=1 

venerdì 11 aprile 2014

XVIII Sagra dell'agnello pasquale

                                                                  Il gruppo di lavoro della Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, sulla De.Co, ha elaborato un format per il riconoscimento dei prodotti De.Co. attraverso il percorso della programmazione partecipativa "GeniusLoci De.Co"
La (De.Co.)  Denominazione Comunale, rappresenta un’opportunità per salvaguardare l'identità di un territorio legato a una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto, che ha un forte ed efficace valore identitario per una Comunità.  
Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co che tiene conto di tutte le criticità e i limiti  evidenziati negli anni passati.
L’obiettivo  in primis  una De.Co. a burocrazia zero e  a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa. 
l format elaborato della Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dell’identità territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali.
In questo percorso, chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’Identità Territoriale 
Favara comune dell'agrigentino,   durante il periodo pasquale si svolge ogni anno la" Sagra dell'Agnello Pasquale", dedicata al dolce tipico di pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di Agnello.
Il prodotto dolciario, gustato, conosciuto ed apprezzato in Italia ed all’estero.

L’agnello pasquale, dolce tipico favarese, trova fondamento in una tradizione  abbastanza antica
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ne fa un lacunoso accenno il barone Antonio Mendola, ma l’uso di questo dolce era ancorato ad una tradizione esclusivamente familiare e non poteva assolutamente gareggiare, per preferenza e quantità, con i frutti di martorana ed i cannoli, molto apprezzati oltre cento anni addietro dai favaresi, principalmente per Natale e Pasqua.
L’agnello pasquale, preparato con pasta reale a base di mandorle, ripieno di pasta di pistacchio e finito con velo di zucchero e decorazioni, è rimasto un dolce strettamente artigianale e familiare fino alla seconda metà del 1900.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera, studente all'ateneo di Roma (nipote del canonico Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'agnello pasquale, consumato a Favara (v. foto).
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello pasquale (v. foto).
Nel novembre 2004, in occasione di un incontro di Papa Giovanni Paolo II con alcuni disabili sono stati portati alcuni doni e, fra questi, anche un agnello pasquale di Favara.


 Ingredienti

1,4 kg di zucchero a velo
1 kg di mandorle
1 kg di pistacchi
500 ml d’acqua
Preparazione dell’agnello pasquale di Favara

Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’ all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale di Favara si può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.


mercoledì 9 aprile 2014

Bellezze e sapori della Sicilia


                     Si è svolto  presso l’Istituto Professionale di Stato Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera “Virgilio Titone” di Castelvetrano il 1° Concorso “Tutela promozione e valorizzazione delle risorse enogastronomiche e culturali della Sicilia Occidentale” .

Il concorso ideato ed organizzato dall’istituto scolastico,  nasce con l’obiettivo di coinvolgere giovani studenti degli Istituti Professionali per l’Enogastronomia e l’Ospitalità  Alberghiera della Provincia di Trapani, nella realizzazione di itinerari turistici ricadenti nel territorio della Sicilia Occidentale, al fine di renderli parte attiva della promozione e valorizzazione delle risorse enogastronomiche e turistiche locali.
I ragazzi si sono cimentati   nel presentare agli intervenuti un itinerario turistico del territorio. Ottima l’organizzazione, e l’attività a corredo e a supporto dell’iniziativa, che se pur inquadrata in un ottica didattica, ha il merito di aprire la scuola al territorio, rendendo il territorio partecipe delle attività scolastiche. Di contro i ragazzi nella preparazione del materiale, hanno acquisito maggiori informazioni  sul  territorio, sotto il profilo turistico, recettivo, agroalimentare e delle bellezze architettoniche.
La Preside Prof.ssa Rosa Alba Montoleone, ha rimarcato il ruolo della scuola, nel preparare gli allievi al mondo del lavoro, ribadendo che il titolo di studio conseguito,   ancora oggi, costituisce un titolo professionalizzante  e immediatamente spendibile, per questo momenti come quello di oggi vanno incoraggiati e perseguiti per una crescita professionale dei ragazzi.
Gli itinerari turistici  inediti e ben strutturati, sono stati presentati da:
Martina Agueci dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Giuseppe Marrone  dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Silvia Parrinello, Ginevra Safina, Cherem Giacalone, Maria Rita Lombardo, ISISS  A Damiani Marsala, Moira Oliva, Marta Mauro, Martina Gaia, Dell’ IPSEOA V Florio Erice, Marianna D’Antoni dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Adriana Ambla  dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Emanuela Turturici     dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Vita Gargiulo  dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Maria Rosaria Lombardo  dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano
 La giornata condotta dal Prof Romeo,( un plauso va a tutto il corpo docente) ha visto la partecipazione di aziende dell’agroalimentare del territorio, amministratori comunali dei comuni di Montevago, Santa Ninfa, Partanna, Castelvetrano, Gibellina, a ulteriore testimonianza del legame scuola territorio.
La giuria mentre era composta dal Sig  P. Campo,  del Dott Cudia, della Prof.ssa Barbara. Gandolfo, della Dott.ssa  Serafina De Rosa e del Dott. Nino  Sutera
Prima dell’ ottimo buffet, con prodotti rigorosamente del territorio, preparato dai ragazzi, con l’ausilio dei docenti, la consegna del riconoscimento “Custode dell’Identità Territoriale” alla Prof.ssa Rosa Alba Montoleone, Preside dell’Istituto.
 Nel legame tra l’alimentazione e l’identità, afferma Nino Sutera, il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei valori, delle tradizioni, dei riti Il format elaborato della Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali   “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali.  In questo percorso, chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’Identità Territoriale.
Del prestigioso riconoscimento  sono stati già insigniti l'Assessore del Comune di Castelvetrano Paolo Calcara,   Serafina De Rosa, Angelo Franzò,   




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