Risorse immateriali, capitale umano e bagaglio
culturale: ecco i fattori essenziali per la crescita
Un territorio può essere definito come un
sistema dinamico composto da soggetti, risorse materiali e immateriali.
Le risorse immateriali sono quei fattori intangibili, non dotati di
materialità, caratterizzati da unicità, difficile acquisibilità, molteplicità
d’uso, trasferibilità, deperibilità e incrementabilità. Derivano da percorsi
evolutivi attraversati nel tempo dal sistema territoriale e dagli attori che ne
hanno fatto o ne fanno parte, come il livello di conoscenze e competenze, la
qualità delle risorse umane, etc.
Il sistema immateriale, oltre ai valori intangibili
sedimentati nel territorio, comprende anche i flussi informativi e i sistemi di
relazioni sia interni che con l’esterno. Insieme
a quelle materiali, le risorse immateriali
costituiscono una delle componenti su cui incardinare percorsi di sviluppo
integrato territoriale. La programmazione comunitaria è fondata prevalentemente
sulle strategie di Lisbona (2000) e Goteborg (2002), tracciate dal Consiglio
dei ministri Ue, circa l’opportunità di incardinare sviluppo economico,
crescita delle imprese e qualità della vita, su conoscenza, ricerca, know how e
tutela dell’ambiente. Riguardo alle opportunità connesse alla programmazione
tecnico finanziaria 2007-2013 ricordiamo come il programma Fse intervenga a
rafforzare in modo prevalente la qualità del capitale umano. Il Fesr Sicilia,
invece, interviene sinergicamente nella valorizzazione delle risorse materiali
e immateriali del territorio. In tema di risorse culturali ricordiamo come
l’Asse 3 sia finalizzato alla valorizzazione delle identità culturali e delle
risorse paesaggistico ambientali, per accrescere l’attrattività turistica e
promuovere lo sviluppo.
Gli Assi 3 e 4 del Psr Sicilia sono finalizzati al
miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e alla
diversificazione dell’economia rurale anche attraverso la valorizzazione delle
risorse immateriali.
Il rafforzamento del capitale umano costituisce
un’importante premessa per la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro. A
oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere e competere in
un’economia globale è sempre più necessario investire in conoscenza, nella
elaborazione di idee innovative e nella valorizzazione dei beni immateriali.
Per esempio, la tutela del sistema naturale (ambiente, risorse idriche,
paesaggio) costituisce una delle tipologie di risorse immateriali fortemente
caratterizzanti l’attività agricola. La tutela del paesaggio e delle risorse
idriche da parte delle istituzioni pubbliche e degli imprenditori agricoli si
inserisce nell’ambito della programmazione nel contesto della nuove prospettive
connesse alla multifunzionalità dell’impresa agricola.
Anche il capitale culturale di un territorio costituisce
uno dei fattori chiave per promuovere lo sviluppo economico attraverso la
diversificazione delle attività delle imprese, comprese quelle agricole. Il
concetto di “ruralita” è, per esempio, caratterizzato da connotazioni di
carattere naturale e culturale dalla cui sintesi stanno emergendo nuove forme
di turismo: ambientale, enogastronomico, territoriale, etc. Da tali dinamiche
deriva la necessità di nuove professioni e di un nuovo approccio alla
programmazione da parte dei soggetti pubblici e privati.
Ma quanti sistemi territoriali sono pienamente
consapevoli dei cambiamenti che stanno investendo le politiche di sviluppo? E
soprattutto, le modalità di approccio metodologico, organizzativo,
comunicativo, formativo e professionale, sono adeguate? In Sicilia con il
decreto 77 del 26 luglio 2005, l’assessorato ai Beni culturali, ambientali e
della Pubblica istruzione ha istituito il Registro delle eredità immateriali
della Sicilia, riconosciute anche dall’Unesco, in cui il mondo rurale ha un
ruolo di protagonista. Il registro è articolato in quattro libri: il Libro dei
Saperi che contiene tecniche e processi che identificano una particolare
produzione legata alla storia e alle tradizioni identitarie di una comunità; il
Libro delle Celebrazioni che racchiude riti, feste e manifestazioni popolari
associati alla religiosità, ai cicli lavorativi, all’intrattenimento e ad altre
espressioni della vita sociale comunitaria; il Libro delle Espressioni,
“scrigno” di tradizioni orali e mezzi espressivi, linguaggio e performance artistiche che caratterizzano
l’identità di una determinata comunità; e il Libro dei Tesori umani viventi che
parla di persone, collettività e gruppi individuati come unici detentori di particolari conoscenze e abilità
necessarie per la produzione di determinati elementi del patrimonio immateriale
della regione o del Paese aderente al progetto Unesco.)