mercoledì 23 maggio 2012

le minni di virgini un dolce sensitivo



Si è tenuta a Sambuca di Sicilia lo scorso 19 maggio, presso la Chiesa di Santa Caterina, la tavola rotondaLe Minni di Virgini, prodotto a Denominazione Comunale (De.Co.) a seguito dell’audizione pubblica del maggio del 2011. Hanno partecipato Antonella Dattolo Assessore di Sambuca di Sicilia, Calogero Guzzardo presidente della locale Proloco, Francesco Gagliano e Nino Sutera dell’ Ass. Risorse Agricole e Alimentari – Giuseppe Bivona della Libera Università Rurale Saper & Sapor Onuls, Antonio Meli del Club Papillon, Salvatore Montabano Presidente Ass. Palio dell’Udenza

Il Dott. Giuseppe Bivona della LURSS Onlus, ha fornito un’interessante rilettura storica e culinaria, sull’origine del prelibato dolce:
“Suor Virginia era una suora intelligente, aveva la consapevolezza della difficoltà in cui andava incontro, nel creare un dolce originale, tale da stupire i convitati della marchesa, in occasione del matrimonio del figlio Pietro. Ora, come tutte le donne intelligenti , non ebbe alcuna esitazione nel cimentarsi nel difficile antinomia tra “forma “e ”sostanza” . Certo in tempi in cui il Santo Uffizio , per molto meno licenziava al rogo donne meno perspicaci per la sola disavventura di usare erbe medicamentose, le “minni di virgini”, erano di certo una provocazione bella e buona! Suor Virginia non voleva rinunciare alle forme: sì, direte che si era ispirata alle colline “mammelliforme” che circondano la bella cittadina di Sambuca, ma il gioco era sottile ed intrigante! La pasta lievitata al punto giusto, morbida, vellutata, liscia come la seta, veniva plasmata con delicata voluttuosità a forma di mezzaluna, con le varianti a “coppa di champagne”, a “pera”, ecc. La forma aveva la sua massima espressione di libertà , foggiarla era come accarezzarla, un gioco di seduzione , al limite della tentazione…. La fantasia è cosi difficile imbrigliarla! Ma suor Virginia deve spendere la “sostanza” ovvero il contenuto, ciò con cui riempirà quella mezza luna a forma di minna. Nessuno le impedisce di riempirla delle specialità dolciarie esageratamente sdolcinate, tali da rimanere secchi stupiti, al primo assaggio, una eccedenza, un sovrabbondanza, senza limite, un crescente di voluttuosità senza confine, smisurata , quasi tracotante… Invece suor Virginia con molta saggezza decide di mitigare le lusinghe delle “forme”, non si lascia trascinare dallo smisurato, esorbitante, lusinghiero. Insomma un dolce “sensitivo”. Nell’ultimo mezzo secolo, la cultura materiale e con essa l’“arte bianca” del nostro patrimonio locale artigianale hanno ceduto “armi e bagagli” alle industrie agroalimentari. Non di meno le buone pasticcerie locali insistono con caparbietà a sfornare dolci a “km zero”, senza eccessive raffinazioni , freschi quanto lo richiedono la naturale decadenza dei prodotti , con materia prima di sicura e facile rintracciabilità. Sarebbe troppo sognare , conclude Bivona, in questi giorni ancora primaverili osservare lunghe file di scolaresche intrattenersi al banco delle pasticcerie del paese e chiedere all’unisono: Per favore mi dia una “minna di virgini”. Poi allontananti dalla pasticceria aprire lo zaino e buttare nelle cassette dell’immondizia le confezioni di brioscine e dolciumi industriali, alla stregua come si fa con la comune peggiore spazzatura.
Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co per la Sicilia, che valorizza il Km zero, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, ha ribadito Nino Sutera, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.
L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci”.
I convenuti hanno poi concordato sulla opportunità di costituire un comitato promotore della De.Co. con la partecipazione della Pro-Loco l’Araba Fenicie, la Strada del Vino Terre Sicane, La Libera Università rurale Saper&Sapor Onlus, il Club Papillion, e la Soat di Menfi.
Al termine del convegno c’è stata degustazione del prelibato dolce, accompagnato da un buon vino delle Terre Sicane.

sabato 12 maggio 2012

sambuca di sicilia 19 maggio




minni di virgini, prodotto De.Co


 

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Tavola rotonda, sabato 19 maggio alle ore 19.00 presso la chiesa Santa Caterina di Sambuca di Sicilia, sulle “minni di virgini, prodotto De.Co”. Prevista la partecipazione del Sindaco di Sambuca di Sicilia Dott.  Martino Maggio, di Calogero Guzzardo, Presidente della locale Proloco, del Dott. Francesco Gagliano, del Dott. Nino Sutera  dell’Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari, del  Dott. Giuseppe Bivona della Libera Università Rurale Saper &Sapor Onuls, del Dott. Antonio Meli del Club Papillon, del Prof. Salvatore Montabano Presidente dell’Associazione Palio dell’Udenza.
Il fenomeno delle De.Co. (Denominazioni comunali) nasce a seguito della legge 142/1990 e del Testo Unico Enti Locali, decreto legislativo 267/2000 che consente ai Comuni   nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali. La De.Co., pur non essendo un marchio, rappresenta un riconoscimento strettamente collegato al territorio ed alla sua collettività. Sambuca di Sicilia già Zabut, ha avviato  questo percorso  con l'intento di valorizzare dal punto di vista culturale, turistico ed economico  le eccellenze del  suo giacimento eco enogastronomico.  Si tratta di un sistema che vuole difendere la produzione locale salvaguardandola della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi. La storicità di una De.Co. perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali.
La De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.  
Al termine dei lavori della tavola rotonda si svolgerà la degustazione del prelibato dolce.
"Le Iniziative di promozione territoriale  portate avanti nel corso degli anni, in sinergia con enti, associazioni e istituzioni ha consentito a questo territorio di crescere sia sotto il profilo culturale, economico e sociale – dice Franco Gagliano, Dirigente della Soat di Menfi".
Il territorio inoltre è diventato meta privilegiata  di tanti viaggianti appassionati di vino, ma anche di produzioni  agroalimentari tipiche e uniche, come appunto le "minni di virgini".
”La sagra delle Minni di virgini – spiega il presidente della Proloco, Calogero Guzzardo – rappresenta, per Sambuca, un importante evento in cui è possibile far conoscere ai visitatori, oltre ai luoghi caratteristici del paese, anche le squisite specialità enogastronomiche".    
Per Nino Sutera "la De.Co. è recupero della memoria storica delle tradizioni di un luogo, oltre  che  come espressione di un patrimonio collettivo condiviso, per censire e valorizzare le realtà rurali, un passo in avanti per la presa di coscienza dei valori di un territorio e la difesa della relativa identità. Noi ci ispiriamo  a un modello di De.Co a burocrazia zero e chiaramente a costo zero,  per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini".
Recentemente le minni di virgini e l’agnello pasquale di Favara entrambi prodotti de.co.,  sono stati protagonisti  del salone del sapore di Catania.

Le Minni di Virgini di Sambuca di Sicilia e l’Agnello Pasquale di Favara

Le Minni di Virgini di Sambuca di Sicilia e l’Agnello Pasquale di Favara


prodotti a Denominazione Comunale, 
 protagonisti al Salone del Sapore di Catania




 Un salone che ha presentato un ampio spettro di espositori e di sezioni.   Dalle produzioni tipiche (giustamente un fiore all’occhiello della nostra penisola) al canale alberghiero e dell’hotellerie in genere, dalle procedure per la sicurezza alimentare al packaging dei prodotti. Tutto quello che in qualche modo attiene al settore food. Tra gli eventi la tavola rotonda su  “ La Denominazione Comunale come strumento di valorizzazione dell’identità territoriale".  Le De.Co.   non sono marchi non rappresentano tutele, ne tanto   meno delle vie brevi rispetto alle denominazioni europee riconosciute. Sono un atto politico, che fissa un valore, una carta di identità che il sindaco rilascia dopo aver censito un passato, un presente, e ipotizzato uno sviluppo futuro  afferma Nino Sutera tra i promotori dell’iniziativa De.Co in Sicilia.
Per Ivana Calabrese animatrice della Libera Università Rurale Saper&Sapor, (che ha sede a Sambuca di Sicilia) La  (De.Co.) è  un opportunità  per salvaguardare l'identità di un territorio legato ad una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità
Per Peppino Bivona della Libera Università Rurale Saper&Sapor  la tutela della storia, delle tradizioni ed del patrimonio culturale comunale e i sapori tradizionali legati alle produzioni tipiche sono un patrimonio di inestimabile valore da preservare per consegnarle alle generazioni future.
Per  Angelo Messinese  ViceSindaco del Comune di Favara, che recentemente ha avviato l’iter per la de.co per l’Agnello Pasquale di Favara,  La De.Co è  stata adottata per valorizzare in primis la produzione tipica del mondo agricolo, ma anche  per valorizzare un prodotto artigianale di eccellenza riconosciuta, una sinergie d’intendi portata avanti in collaborazione con la Soat di Favara, la proloco, e il supporto tecnico del dott. Sutera.
Per Luigi La Sala Vice Presidente del Consiglio Comunale di Sambuca di Sicilia , Le de.co. possono costituire un embrione nella definizione del “brand” di un territorio che si voglia proporre come destinazione nel settore del turismo rurale, ecosostenibile ed enogastronomico, il nostro comune proprio un anno addietro ha presentato alla città con l’Audizione Pubblica la de.co Minni di Virgini di Zambut, che ha visto tra i relatori il Dott. Bivona, il Prof. Vaccaro, e il dott. Sutera.

Al termine della tavola rotonda, alla quale hanno preso parte dopo le introduzioni di Marco Magrini, anche Francesca Zappalà della Soat di Catania, Onofrio Nina della Soat di Favara e Pinella Costa Attaguile, degustazione dell’Agnello Pasquale e delle Minni di Virgini, molto apprezzati
Il prossimo appuntamento con le de.co a mettà maggio a Sambuca di Sicilia, in occasione dei festeggiamenti della Madonna.

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