martedì 25 giugno 2024

I distretti del cibo

  I distretti del Cibo, introdotti dalla legge 205/2017, di fatto hanno anticipato nella pratica  il concetto della legge appena licenziata dal governo sull'autonomia differenziata

  Infatti nell’ultimo aggiornamento  si contano 196 distretti del cibo, destinati a crescere,  così territorialmente distribuiti: 

Abruzzo (7); Basilicata (4); Calabria (29); Campania (23); Emilia Romagna (6); Lazio (15); Liguria (1); Lombardia (18); Marche (4); Molise (2); Piemonte (5); Puglia (11); Sardegna (12); Sicilia (7); Toscana (43); Umbria (4); Veneto (5). 


Le Regioni e le Province autonome italiane, con assoluta libertà ed autonomia differenziata,  provvedono all’individuazione e al riconoscimento dei distretti nei territori di propria competenza e alla successiva comunicazione al MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) per l’iscrizione nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo.   

                 Ne viene fuori che in Toscana ci sono 46 distretti in Sicilia appena 7

Cosa sono i Distretti del cibo? Quali funzioni svolgono?  

 Ma sopratutto la galassia degli enti, istituzioni e associazioni territoriali, sono disponibili a fare un passo indietro, per assicurare autorevolezza, visibilità e ruolo al nuovo contenitore?  ... o sono destinati a competere per sopravvivere?

I distretti del Cibo, introdotti dalla legge 205/2017,dovrebbero essere    strumenti di riconoscimento della capacità dei territori agricoli e rurali di avviare percorsi di cooperazione tra gli attori della filiera produttiva, finalizzati all’equo riconoscimento del lavoro di tutti i soggetti coinvolti e alla tracciabilità del processo produttivo in una logica di garanzia per il consumatore finale.  

I distretti del cibo sono istituiti per “promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari” (art. 1 co. 499 Legge n. 205/2017). Ruolo che attualmente svolgono in tanti, anche con finanziamenti copiosi.
                                  

La nascita dei distretti agricoli, in realtà, risale al 2001, all'epoca non hanno avuto tanta fortuna,  quando, con il decreto legislativo 228/01, vennero per la prima volta individuati due tipologie di distretti agricoli: 

          i distretti rurali, con cui venivano indicati i sistemi produttivi caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea, derivante dall’integrazione fra attività agricole e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali;  

          i distretti agro-alimentari di qualità, che identificavano invece le aree produttive caratterizzate da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agro-alimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate ai sensi della vigente normativa comunitaria o nazionale, oppure da produzioni tradizionali o tipiche. 

A prescindere dalle caratteristiche intrinseche ai due modelli, i distretti avevano la finalità di individuare dei modelli di sviluppo innovativo, con il coinvolgimento diretto di tutti gli attori della filiera e del territorio.  Venivano, inoltre, riconosciuti dalle Regioni che, con apposita normativa, ne definiva criteri e peculiarità che naturalmente tenevano conto delle singole specificità locali.  

Questo ha portato ad una continua evoluzione della normativa, nonché all’evoluzione delle tipologie distrettuali. Ai distretti agroalimentari e rurali si sono aggiunti quelli biologici, i biodistretti, i distretti di filiera, quelli agroindustriali e così via. 

 












































Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico

NinoSutera C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico                                               Regione Enogastronomica d’Europa 20...